E’ sul tavolo della Procura di Lecce e della Corte dei Conti, il fascicolo relativo al servizio di manutenzione degli apparecchi elettromedicali, nelle strutture sanitarie dell’Asl leccese. Continua la nostra inchiesta sul servizio che l’associazione temporanea di imprese RE.VI srl di Surbo (LE)/TEA di Fracagnano (TA), eroga all’azienda sanitaria salentina, senza un regolare contratto.
A sollevare la questione e presentare la documentazione ai magistrati, la consigliera regionale Antonella Laricchia, del movimento 5 stelle. Laricchia aveva già inviato un mese fa, una pec al rappresentate legale pro tempore dell’azienda sanitaria leccese, direttore amministrativo Antonio Pastore, all’Area Gestione Patrimonio, all’Area Tecnica dell’Asl e, per conoscenza, all’Osservatorio Contratti Pubblici della Regione Puglia, perché si potesse conoscere le MODALITÀ, con cui si è proceduto, a consentire la PROSECUZIONE del RAPPORTO contrattuale con la RE.VI srl./TEA
Laricchia chiedeva anche di sapere se il servizio in questione, fosse reso SOLO in favore della ex ASL LE/2 (area sud Salento) o se lo stesso è stato ESTESO ALL’INTERA ASL LECCE e con quali provvedimenti; (ricordiamo che il contratto originario prevedeva solo la zona dell’ex Asl lecce 2).
Infine la consigliera chiedeva di sapere, laddove il servizio in questione non sia reso dalla REVI Srl nella ex ASL LE/1, di conoscere i PROVVEDIMENTI DI AGGIUDICAZIONE dell’ANALOGO SERVIZIO e l’importo contrattuale erogato, con riferimento alle strutture dell’ex ASL LE/1 (area nord Salento).
Alla luce della risposta arrivata dall’Asl, “si é avuta conferma – dice Laricchia – di quanto sospettavamo: ovvero di proroga illegittima a favore dell’ATI.” La risposta dell’Asl è la relazione dell’ingegnere clinico dell’azienda sanitaria Massimo Marra, NON PROTOCOLLATA, priva quindi di sottoscrizione da parte del legale rappresentante pro – tempore dell’azienda sanitaria, al quale si era rivolta la consigliera tramite pec. Antonio Pastore non ha quindi firmato il documento. Nella relazione di Marra, si fa riferimento alla delibera 1036 del 7/06/2012, con la quale l’allora direttore generale dell’Asl, Valdo Mellone, proroga il contratto all’ATI RE.VI/TEA, a decorrere dal 15/03/2011, fino all’espletamento di nuova gara, che la stessa direzione intendeva fare, ma che ad oggi non si é ancora conclusa. Nell’atto deliberativo, vengono conteggiate le fatture da marzo a dicembre 2011, per un importo di 1.234.100 per manutenzione elettromedicali e 44.548 euro, per supporto tecnico presso la dialisi di Casarano.
L’appalto che l’azienda sanitaria affidò alla RE.VI/TEA nel 2008, prevedeva un arco temporale di tre anni: dal 2008 al 2011, con una possibile proroga di 24 mesi, per un importo di 1.230.mila euro annui e un numero di personale pari a 5 tecnici e un amministrativo, la sede operativa era Maglie, l’allora direzione generale dell’ex Asl lecce2, dove l’ATI doveva svolgere l’attività contratutalizzata. Scaduto il rapporto di lavoro tra Asl e l’associazione temporanea di imprese, quest’ultima continua a erogare il servizio di manutenzione, con una proroga deliberata nel giugno 2012, ossia un anno dopo la scadenza del contratto, ha aumentato i dipendenti che prestano servizio per l’Asl, alcuni dei quali si trovano a lavorare fisicamente negli uffici del “Vito Fazzi” e in direzione generale come il caso della signora Nicolardi collocata nella palazzina amministrativa del Fazzi e del signor Pagliara invece che opera in via Miglietta.
Inoltre, dalle dichiarazioni dell’ingegnere clinico, l’importo originario di 1.230mila euro annui, sarebbe rimasto invariato, nell’ atto deliberativo di proroga dell’Asl, del 7 giugno 2012 però, é scritto che questo importo viene rideterminato in base alle apparecchiature nuove acquistate o dismesse. L’aumento di personale dell’ATI RE.VI/TEA operante negli uffici Asl, farebbe pensare ad un aumento del lavoro e dunque del compenso, ma questo é da verificare.
Quello che invece sembra chiaro, è che la pubblica amministrazione, ha in piedi una proroga senza un limite temporale, andando contro le direttive ANAC (autorità nazionale anticorruzione), che nella deliberazione n.34 del 2011, art.4.2, sancisce che la proroga è un provvedimento eccezionale e in quanto tale, non può rappresentare una forma contrattuale stabile nel tempo, l’ente pubblico cioé può ricorrervi solo con determinati limiti temporali, entro i quali deve essere espletata la nuova gara per l’affidamento del servizio. Limiti temporali che nella delibera di proroga dell’Asl, non sono indicati, per cui la RE.VI/TEA lavora dal 15/03/211, data del rinnovo, sino a un tempo indefinito, il che non può essere.
Stando alla normativa, l’ente pubblico avrebbe potuto si prorogare un contratto scaduto, ma come forma transitoria nelle more di espletare la gara unificata che tarda ad arrivare, come ci ha già riferito l’ingegnere Pisanello ex capo dell’area tecnica dell’Asl, questo ritardo da Bari per l’acquisto del servizio centralizzato, giustificherebbe – a dire di Pisanello – la proroga indefinita rinnovata dall’Asl. Il rinnovo del rapporto contrattuale così fatto, rappresenterebbe per Anac, non più una forma di transazione tra il contratto vecchio e la nuova gara, bensì un vero e proprio ammortizzatore pluriennale di palesi inefficienze di gestione, nel processo per l’affidamento del servizio al nuovo aggiudicatario.
E visto che si tratta di denaro pubblico, l’Anac ricorda come le proroghe tenute a oltranza, possono assumere profili di illegittimità e danno erariale, quando le amministrazioni non dimostrino di aver attivato tutti gli strumenti necessari, ad evitare il divieto di proroga del contratto in corso e le eventuali distorsioni di mercato. Proprio su questo dovrà far luce eventualmente la magistratura.
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