L’ingegneria clinica dell’Asl relazionerà sull’appalto di manutenzione

L’ingegneria clinica dell’Asl relazionerà sull’appalto di manutenzione

Si aspetta la relazione dell’ingegnere Massimo Marra, manager dell’ingegneria clinica dell’Asl leccese, per conoscere e chiarire meglio, come funziona il servizio di manutenzione degli apparecchi elettromedicali nell’azienda sanitaria salentina. Dopo l’interrogazione sull’argomento, da parte della consigliera regionale Antonella Laricchia, del movimento 5 stelle, il direttore amministrativo dell’azienda sanitaria, Antonio Pastore, nonché facente funzioni del direttore generale, fa sapere – tramite ufficio stampa – che sul tema, ha chiesto al referente dell’ingegneria clinica dell’Asl, di relazionare sugli interrogativi mossi dalla consigliera.

Laricchia aveva chiesto tramite pec, di conoscere le modalità con le quali si è proceduto ad affidare il servizio di manutenzione degli elettromedicali, dopo la scadenza del contratto con l’ATI RE.VI/TEA, risalente al febbraio del 2011, visto che la stessa RE.VI, con sede legale a Surbo, continuerebbe a erogare il servizio per l’Asl, senza però aver mai vinto una selezione pubblica, ma con una proroga di contratto, che annualmente verrebbe rinnovata oramai da sette anni e questo perché – come già riferito dall’ingegnere Fiorenzo Pisanello responsabile dell’ufficio tecnico sino a pochi mesi fa – la manutenzione delle apparecchiature, non poteva essere interrotta, in attesa dell’espletamento della nuova gara che ancora non c’è.

Si dovrà chiarire quindi se le continue proroghe fatte di anno in anno, a favore della RE.VI s.p.a., siano legittime e se esistono, se il canone annuo che l’Asl pagava nel periodo contrattualizzato (2008 – 2011), pari a 1.230mila euro + IVA, sia o no rimasto invariato o se invece sia aumentato, visto che il canone stabilito nel contratto iniziale, prevedeva l’assunzione da parte della RE.VI, di sei lavoratori: cinque tecnici e uno amministrativo, ora invece lavorano il doppio dei dipendenti.

La relazione di Marra dovrà servire anche a capire se la REVI s.p.a., che continua a svolgere la manutenzione degli elettromedicali, paghi un quota all’azienda sanitaria visto che il personale dipendente della ditta svolge attività nelle stanze dell’ingegneria clinica, utilizzando computer, telefono, fax, o se invece sono di proprietà della ditta stessa.

Laricchia chiedeva anche se la Re.Vi svolgesse l’attività solo nell’area sud dell’Asl o anche nella zona nord, altro aspetto da spiegare, come é da conoscere su quali macchinari la RE.VI s.p.a. interverrebbe e in quali casi. Quello che a noi risulta è che nell’area sud il personale in caso di guasti, si rivolge all’ingegneria clinica della RE.VI con sede a Maglie, da qui verrebbero accettate le segnalazioni dei guasti per poi decidere se intervenire o se invece allertare i tecnici delle case madri nei casi più complessi e per le macchine più grandi come tac, risonanza, mammografi.

Dagli uffici dell’Asl intanto fanno sapere che il canone pagato alla RE.VI sarebbe rimasto invariato, che la ditta, da contratto, usufruisce degli spazi dell’Asl, per cui non deve pagare alcunché all’azienda sanitaria, infine che sebbene il servizio sia prorogato solo per l’area sud, non mancano casi in cui dai reparti dei nosocomi appartenenti alla ex Asl 1 si chiama la RE.VI per riparare alcuni guasti. Si tratta però di capire come vengano pagati questi interventi dall’Asl, se il servizio da contratto non sarebbe esteso all’area nord dell’Asl, come riferito dall’ingegnere Pisanello e dall’ingegneria clinica dell’azienda sanitaria.

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Roberta Grima
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