Troppe ombre ancora sulle quali far luce per il poliambulatorio di Martano, che rischia di chiudere. Proprio domani, dovrebbe esserci un sopralluogo da parte di esponenti comunali e tecnici, per chiarire alcuni punti.
Già il 19 agosto scorso, il sindaco e l’ingegnere comunale, avevano scritto all’azienda sanitaria, diffidandola di conformare alla documentazione antincendio presentata il 9 agosto scorso, la SCIA (segnalazione di certificato inizio attività) depositata il 24 maggio 2017. Sostanzialmente l’ingegnere comunale Raffaele Mittaridonna e il sindaco Fabio Tarantino, avrebbero riscontrato difformità tra la documentazione antincendio e quella relativa all’edilizia, presentata dall’asl, che viene quindi diffidata.
Un edificio diverso da quello previsto su progetto
Alla diffida, l’azienda sanitaria ha risposto il 23 agosto scorso, con una nuova documentazione in cui viene dichiarata la conformità dell’edificio, al progetto originario approvato nel 2010, ma così non sarebbe, almeno secondo l’ufficio tecnico del comune, che avrebbe individuato delle variazioni rispetto al progetto iniziale.
Variazioni che per il comune potrebbero essere non sanabili
In queste ore, i tecnici insieme al sindaco, stanno verificando se le modifiche apportate dall’asl nel poliambulatorio, rispetto al progetto approvato nel 2010, possano considerarsi varianti del progetto stesso e quindi essere sanate con una nuova SCIA o se invece si tratta di varianti che richiederebbero un progetto ex novo, con tanto di permesso per costruire. Se così fosse, allora il poliambulatorio di via fratelli Cervi, potrebbe risultare abusivo, non essendo stato mai presentato un progetto ex novo, ma soltanto delle SCIE antincendio. Il condizionale è d’obbligo perché il comune sta accertando tutto il fascicolo.
Va detto che già i vigili del fuoco, avevano riscontrato irregolarità durante i sopralluoghi effettuati nella struttura, sia nel luglio 2017 che nel luglio 2019.
Irregolarità individuate anche dai vigili del fuoco che rifiutano le SCIE
Nel primo caso, i vigili del fuoco si resero conto che quanto costruito non era conforme a quanto approvato nel progetto del 2010, definendo irricevibile la SCIA presentata nel maggio 2017. Diedero così indicazioni all’asl, perché realtà e carta, potessero coincidere. Passa un anno e il 31 maggio 2018, l’azienda sanitaria presenta al comune una nuova SCIA con un nuovo progetto di variante. Anche in questo caso, i vigili del fuoco effettuano un sopralluogo per verificare le modifiche, é luglio del 2019 quando dichiarano ancora una volta, una difformità tra la realizzazione dell’opera e il progetto originario, invitando a nuove correzioni e dunque a nuova documentazione da presentare, perché l’edificio possa risultare conforme al progetto originario. Nel frattempo i vigili impongono il divieto di qualsiasi attività, mentre il comune chiede all’asl una nuova documentazione che arriva il 9 agosto del 2019. L’ingegnere comunale chiede di conformare al primo progetto, quanto realizzato, ovvero primo e secondo piano, entro 15 giorni e manda la diffida.
Arriviamo quindi al 23 agosto e ancora una volta il comune non trova almeno per ora, rispondenza tra la nuova SCIA che l’asl presenta per l’ennesima volta e l’edificio realizzato.
Procura e ANAC indagano, ma non si sa nulla
Che dire: sono trascorsi quattro anni dal dicembre 2015, termine ultimo per la consegna della struttura. A distanza di quattro anni, il poliambulatorio risulta incompleto, pagato con soldi aziendali e non europei, perché probabilmente é stato perso il finanziamento. Manca ancora il collaudo tecnico – amministrativo che accerti la correttezza delle opere, mancano le correzioni chieste dai vigili del fuoco, c’è la diffida del comune e prima ancora il divieto dei vigili del fuco di qualsiasi attività nel poliambulatorio. Quello che manca è soprattutto la presenza di Emiliano che due anni fa era intervenuto, assicurando che fino a quando avrebbe governato la Puglia, situazioni simili non sarebbero più accadute. Resta invece aperta un’indagine della procura di Lecce e dell’ANAC, ma di entrambi i fascicoli non se ne sa nulla.
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