Montato un primo serbatoio di ossigeno nella centrale del Dea. Finalmente dopo un anno l’attuale ospedale Covid si attrezza con una propria centrale, si da poter garantire maggior flusso di gas medicale. In realtà il nuovo sistema di distribuzione di ossigeno nei reparti del Dea, non è ancora operativo, ma lo sarà a breve probabilmente entro questa settimana, come ci informa l’ingegnere Alfredo Magnanimo, consulente Asl dell’impianto criogenico del Dea.
La direzione dell’azienda sanitaria leccese intende aprire il terzo piano del Dea, con un aumento dei ricoveri laddove ce ne fosse bisgono, tanto da chiudere il reparto di pneumologia del “Fazzi” per reperire personale da collocare non appena sarà operativo il nuovo spazio, non prima di attreezzare la centrale autonoma del Dea dei serbatoi che da progetto dovrebbero essere due.
Venerdì scorso i tecnci della ditta Sapio, nuova azienda fornitrice di gas medicale negli ospedali dell’Asl leccese, hanno montato un primo serbatoio che dovrà essere riempito del farmaco, l’ossigeno, nel frattempo – ci ha spiegato l’ingegnere Magnanimo – sono state attivate le macchine della centrale autonoma del Dea. Non si tratta quindi solo di posizionare i serbatoi, ma occorre attivare la centrale con una serie di apparrecchiature.
Una volta attivato l’impianto del Dea, sarà possibile garantire nei reparti maggior volume di ossigeno, ma sopratutto un ulteriore incremento di posti letto e quindi di ricoveri laddove ce ne fosse bisogno. Cosa che prima non era possibile per quantità limitata di ossigeno. Solo successivamente all’attivazione della centrale gas del Dea, verrà dismesso il sistema di collegamento all’impianto del “Vito Fazzi”, che attualmente fornisce sia l’ospedale di Lecce che il Dea e del quale ci dice Magnanimo, “é meglio non parlare.”
“Il Dea – chiarisce l’ingegnere – nato come tale e non come ospedale Covid, aveva bisogno di 187 metri cubi, ora con il primo serbatoio montato venerdì, si è quanto meno stabilito il necessario”, cosa che evidentemente prima non c’era con il sistema di collegamento. Con l’attivazione della centrale del Dea, i 187 metri cubi standard, possono essere aumentati con dei parametri leggermente modificati.
I parametri di funzionamento di una centrale di gas sono due sostiene Magnanimo: la portata di ossigeno e la pressione, alla quale questa portata viene sottoposta. Le due grandezze sono strettamente legate tra loro, generalmente i valori standard della pressione sono 8,5 bar, questa nella rete montante primaria che distribuisce il gas, può essere portata a 9, 9,5 sino a 10 bar, aumentando in maniera significativa anche la portata di ossigeno.
Il sistema di distribuzione di gas direttamente dalla centrale autonoma, evita l’erogazione attraverso un tubo lungo 250 metri come quello di collegametno al “Fazzi”, che comporta una caduta di pressione e di conseguenza una minor portata di gas.
Ciò spiega anche perchè la centrale non dovrebbe essere lontana dallo stabile da fornire, come invece é attualmente con il Dea collegato alla centrale del “Fazzi”, con la condotta di collegamento che quindi non garantirebbe neppure il flusso standard di 187 metri cubi, ma di 100.
C’è anche una questione di sicurezza – dice Magnanimo – perchè tanto è più vicina la centrale e tanto più si riduce il rischio che un tubo di collegamento vegna interrotto, rischio che invece attualmente c’è con la condotta di collegamento “Fazzi” – Dea. Non solo, ma di norma la centrale criogenica prevede oltre alla fonte primaria di ossigeno e quella secondaria in caso di guasto, anche una riserva composta dai pacchi bombole, anche queste – secondo Magnanimo – non sarebbero sufficienti a coprire un’emergenza nei due plessi ospedalieri.
Appena sarà ordinato l’ossigeno dalla farmacia ospedaliera, medici e infermieri che lavorano nei reparti Covid e non, potranno contare sul serbatoio già collocato con una portata di 187 metri cubi e sulle bombole di riserva, che con minor tempo sono in grado di portare 220 metri cubi di gas. Si è voluto subito avviare il primo serbatoio con tutti i collaudi del caso, per la necessità del momento, nelle more di installare anche il secondo.
“Tra oggi e domani – ci rifersice Magnanimo – la dottoressa Fulceri, farmacista dell’ospedale di Lecce, dovrà fare l’ordine alla ditta Sapio, su disposizione del Rup, responsabile unico di procedimento, ingegnere Schito.
Dopodicchè verrà chiuso il tubo di collegamento alla centrale del “Fazzi”, ma vista la presenza di pazienti con ossigeno terapia, solo dopo tutti i collaudi del caso e quando si è certi che nel Dea tutto funziona a perfezione.
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