Poliambulatorio di Martano, per i vigili del fuoco non può funzionare.

Poliambulatorio di Martano, per i vigili del fuoco non può funzionare.

Divieto di attività e obbligo di presentare una nuova SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) per il poliambulatorio di Martano, che quindi dovrebbe chiudere. Il personale dei vigili del fuoco infatti, ha effettuato un sopralluogo nella struttura sanitaria il 2 luglio scorso, verificando quanto eseguito dai tecnici dell’asl salentina, alla luce delle indicazioni già impartite dal comando, a luglio del 2017, quando l’edificio non risultava a norma rispetto alle misure antincendio.

Un progetto valido, ma non rispettato nella realizzazione.
Allora il progetto presentato su carta, dagli ingegneri asl e quello che era stato realizzato, non corrispondevano. La documentazione cartacea, era stata visionata e approvata dai vigili del fuoco, ma quando questi fecero il sopralluogo nel 2017, trovarono delle discordanze rispetto a quanto progettato originariamente. Non solo, ma c’erano opere non a norma. Dal comando provinciale di viale grassi quindi, partì una lettera all’asl per sollecitare i tecnici dell’azienda sanitaria, ad apportare le correzioni dovute, a presentare quindi un nuovo progetto corrispondente a quanto realizzato e infine a depositare una nuova SCIA, presso il comune di Martano, perché la precedente non era più valida.

Ambienti non a norma.
A distanza di due anni, nulla di nuovo. O meglio qualche modifica è stata apportata, un nuovo progetto ed una nuova SCIA sono stati presentati a giugno del 2018, ma evidentemente non è bastato. Ancora una volta i vigili del fuco, hanno riscontrato: spazi non a misura, ambienti completamente inutilizzati, sistema rivelatore fumo non a norma, percorsi antincendio privi di illuminazione, varchi con cavi elettrici e impianti tecnologici non opportunamente sigillati, un seminterrato ancora in fase di rustico, ambulatori e sale vuote, una risonanza magnetica acquistata da tempo, imballata e inutilizzata.

Due richieste di finanziamento, per 11 milioni di euro, per finanziare l’opera, senza ancora concluderla
Uno spreco di denaro pubblico, per un centro che doveva essere consegnato a dicembre 2013, con proroga al 2015, ma è ancora incompleto, dopo ben due finanziamenti: 4 milioni di euro di fondi FERS dalla comunità europea per il 2007- 2013, poi 7 milioni di euro per il 2014 – 2020, finalizzati al potenziamento della diagnostica, con l’acquisto di un telecomandato e una risonanza magnetica articolare. Nei 7 milioni erano inseriti anche lavori di adeguamento impiantistico, potenziamento posti rene e attrezzatura, cose che si sarebbero già dovute realizzare, nella prima tranche di finanziamento.

Un pericolo per l’incolumità degli utenti?
La vicenda del poliambulatorio di Martano, è stata anche oggetto di indagine da parte della guardia di finanza di Otranto, dopo la denuncia dell’ingegnere Luigina Quarta, membro della commissione legalità 2017 dell’asl salentina. L’ingegnere per prima, si è posta il problema di come fossero stati impiegati i finanziamenti europei, visto che l’edificio non era e non lo è tutt’ora completo, sollevò il dubbio se le somme europee fossero mai arrivate, visti i ritardi nella realizzazione delle opere. La professionista si accorse che i lavori nel poliambulatorio, venivano realizzati con somme prese dal bilancio asl e non dalla comunità europea. Non solo, ma riscontrò interventi mal eseguiti: infissi non a misura, scala antincendio interrotta, cabine enel non a norma, oltre alle misure antincendio mancanti. L’ingegnere pose la questione di come un edificio in simile stato, potesse essere agibile e autorizzato a funzionare, come avvenuto sino ad oggi. Il timore era ed è, che un edificio in simili condizioni possa rappresentare o no, un pericolo per la sicurezza e l’incolumità pubblica.

Il sopralluogo di Emiliano
Con le piogge autunnali, ci si rese conto dei lavori mal fatti, ambienti appena realizzati, allagati, pareti con la muffa per infiltrazioni di acqua piovana, cavi elettrici e computer bagnati dall’acqua.
Il caso arrivò a Bari, tanto da far arrivare a maggio del 2018, Michele Emiliano, che giunse sul posto alla presenza dell’allora direttore generale asl, Ottavio Narracci. Questi si impegnò a consegnare la struttura nell’autunno del 2018, assicurando che non c’erano problemi di alcun tipo con i vigili del fuoco. Così però non è stato.

Le scelte di Narracci
Il direttore generale di allora, riferì al governatore di finanziamenti utilizzati del tutto, anche se l’edificio era incompleto, tanto da dover chiedere un secondo finanziamento, per terminare l’opera e nel frattempo anticipare somme dal bilancio aziendale. Il poliambulatorio però é ancora a metà e il manager invece di chiedere conto ai responsabili e prendere provvedimenti verso loro, li promuove e pensa di non confermare più la commissione legalità che aveva scoperto una malagestione dei fondi, per un appalto, quello di Martano, alquanto discutibile. Una decisione che desto meraviglia. Come destò meraviglia il fatto che il direttore Narracci non fece mai una segnalazione alla corte dei conti di un possibile danno erariale, dal quale intendeva eventualmente dissociarsi. C’era infatti la possibilità concreta di vedere sfumati circa 400 mila euro di fondi comunitari.

Il collaudatore dimesso
A distanza di quasi un anno, la procura di Lecce ha aperto un’inchiesta per vederci chiaro, sono stati sequestrati dei dossier, mandati degli avvisi di garanzia al direttore dei lavori e il responsabile unico di procedimento. Non ultimo anche all’ingegnere nominato a febbraio 2017, dall’asl, per il collaudo tecnico amministrativo. Collaudo che a tutt’oggi manca. L’ingegnere non è mai riuscito a dare seguito al collaudo, che di norma si esegue a fine lavori. Sia per ritardi nel terminare l’edificio, sia perché non gli sarebbe stata fatta visionare documentazione fondamentale, come la relazione di perizie di variante, il registro di contabilità, il libretto di misure.
Anzi, l’ingegnere, vista l’attenzione della magistratura e dell’ANAC (autorità nazionale anticorruzione), pensa bene di rinunciare ad aprile scorso, alla nomina e si dimette. E’ solo uno dei tanti ingegneri nominati e dimessi, l’asl infatti fa fatica ad individuare un professionista che accetti l’incarico.

Un consiglio comunale monotematico
Nel frattempo il sindaco di Martano Fabio Taurino, che aspetta di consegnare ai suoi cittadini un poliambulatorio di tutto rispetto, decide di conferire con il magistrato, dopo aver diffidato l’asl. Proprio ieri, il primo cittadino insieme all’ingegnere comunale Raffaele Mitteridonna, è stato ascoltato dal pubblico ministero.
Un mese fa Fabio Tarantino si rese conto che una risposta ai cittadini di Martano, andava data e così convoca il consiglio monotematico a marzo del 2018, invitando il commissario straordinario dell’asl, già direttore sanitario, Rodolfo Rollo e il direttore di distretto Salvatore Sergio, perché relazionino pubblicamente.

In quel consiglio, Rollo riferì che proprio in quei giorni, il 1 marzo, era arrivata dalla Regione, l’autorizzazione per l’esercizio. Dopodicchè l’asl avrebbe consegnato a Bari tutto quanto necessario: agibilità e documentazione funzionale, per avere l’accreditamento regionale, compiendo così il passo successivo. Si tratta di capire se l’asl questa documentazione, in primis l’agibilità, é riuscita a inviarla, alla luce del parere negativo dei vigili del fuoco.

Stesso iter per il poliambulatorio, per il quale ci sarebbe già, come nel caso della dialisi, l’ok della Regione all’esercizio – stando a quanto detto da Rollo – . Il che significa che Bari avrebbe dato un consenso all’attività sanitaria, che invece i vigili del fuoco hanno negato.
“Se ci saranno dei problemi come mi sembra di capire – aggiunse Rollo nel consiglio di marzo scorso – bisognerà prendere il toro per le corna e capire come affrontarli, individuando eventuali responsabilità, anche se ci sono già le autorità competenti che lo stanno facendo.”

Rollo in quell’occasione evidenziò il problema serio, presente nell’area tecnica dell’asl, dovuta alla carenza di organico rispetto alla mole di lavoro su appalti di enorme portata, che arrivano a circa 350 milioni di euro complessivi. Rivoli di denaro concentrato in pochissimi ingegneri che rischiano di commettere errori o di non rispettar i tempi previsti. In effetti è quello che accaduto ripetutamente e non solo per Martano e sempre con le medesime persone.

Quando però il presidente Emiliano fece il sopralluogo a maggio 2018, assicurò che certe cose non sarebbero mai più accadute, almeno fino a quando ci sarebbe stato lui al governo.

Roberta Grima
ADMINISTRATOR
PROFILE

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *