Non é andato bene il sopralluogo fatto venerdì mattina, nel poliambulatorio di Martano dalla deputata Veronica Giannone del movimento 5 stelle e il portavoce grillino di Lecce Fabio Valente. Quello che è emerso lascia alquanto perplessi, viste le diverse anomalie sulla sicurezza dell’edificio, una tra tante, la scala antincendio che arriva sino al primo piano, per poi interrompersi ai piani restanti, con il paradosso che al secondo piano per esempio, quella che doveva essere una porta con l’uscita di emergenza sulla scala antincendio, che in realtà non c’é, é stata trasformata in finestra, come ha notato una stessa dipendente della struttura, dove é attivo il servizio per il riconoscimento struttura, dove é attivo il servizio per il riconoscimento di invalidità.
Nonostante l’unica scala antincendio del piano sia incompleta, l’edificio però risulta agibile, vista l’autocertificazione di agibilità che l’ingegnere Asl, Antonio Leo, ha rilasciato e consegnato al Comune di Martano con data 05/06/2017, eppure, stando a comunicazioni pervenute alla direzione sanitaria dell’Asl, da parte del responsabile dell’area tecnica dell’azienda sanitaria, ingegnere Fiorenzo Pisanello, la conclusione delle opere di ristrutturazione del plesso, era prevista per il 20/02/2018, viene spontaneo quindi chiedersi come mai l’ingegnere dell’azienda sanitaria Antonio Leo autocertifica l’agibilità, prima della conclusione dei lavori? I dubbi sull’agibilità del plesso sanitario sorgono anche alla luce di quanto riscontrato dalla deputata Giannone nei vari ambienti del poliambualtorio nuovo, che presentano infissi non a misura. Quello che é venuto fuori infatti dal sopralluogo, é che le tante infiltrazioni di acqua che si sono verificate nei giorni di pioggia, sarebbero dovute ai telai non a misura, ovvero le mostrine non coprono il bordo in marmo che c’è attorno alla finestra (controtelaio) ed é per questo che rimane un seppur minimo spazio, tra l’infisso e il controtelaio e che in più casi, la ditta ha provveduto a rimediare chiudendo con del silicone. Anche in questo caso ci si chiede come sia possibile che l’Asl abbia acquistato infissi fuori misura rispetto ai vani finestra realizzati nell’edificio secondo misure standard.
Altro neo: lo spazio destinato alla dialisi al secondo piano, dove andranno collocati 10 posti rene con il trasferimento delle postazioni di Calimera a Martano, anche questo ambiente é previsto nel progetto finanziato dai fondi fers 2014 – 2020. La cosa anomala é che quanto realizzato, non sarebbe corrispondente a quanto previsto: due spogliatoi uno uomini e l’altro donne, porta con sistema di cellule fotoelettriche per accedere alla sala adibita ai posti rene. In realtà ci sono due bagni e non due spogliatoi, visto che per legge questi ultimi devono – secondo l’esperto che ha accompagnato la deputata Giannone – prevedere le docce che invece mancano. Quanto alla porta per accedere nei posti rene, di solito é di tipo automatico, cioé che si apre al passaggio della persona, invece nel caso di Martano la porta é tipo saloon, con ante apribili in entrambi i sensi, il che non sarebbe sicuro, visto il rischio per chi apre un’anta, di colpire chi si trova dall’altra parte.
Anche in questo caso il direttore del distretto conferma l’agibilità dell’ambiente. La cosa più grave però é stata vista fuori dal poliambulatorio, sul lato dove sorgono le cabine elettriche dell’enel entrando dall’ingresso auto. Ebbene la legge sulla sicurezza prevede che le cabine elettriche di trasformazione siano sollevate da terra e poggiate su una base in cemento, in modo tale che i cavi da 20 mila volt non tocchino il suolo. Quello che invece è apparso agli occhi della parlamentare pentastellata, sono state cabine con fondamenta poste direttamente a terra, proprio il giorno prima del sopralluogo era piovuto così si sono notati i cavi ad alta tensione a contatto con l’acqua, l’umido o la condensa
Il pericolo quindi è che un operaio si trovi a lavorare con i cavi di alta tensione nell’acqua piovana. La ciliegina sulla torta però, si trova sul lato opposto alla cabine elettriche, sempre all’esterno lì dove sorge il pozzetto della raccolta delle acque piovane, lungo il muro di recinzione; ebbene da quello che si è potuto vedere, il pozzo sembra scaricare direttamente al terreno adiacente di proprietà privata dove sono coltivati carciofi, ulivi oltre ad un piccolo orto.
Stando a quanto dichiarato dalla ditta che ha realizzato i lavori, le acque bianche che finiscono nel pozzetto, verrebbero convogliate con ogni probabilià, nella rete fognaria, a mezzo di pompe che spingerebbero l’acqua piovana nelle vasche di raccolta di acque nere, finendo per l’appunto nel terreno del vicino. Se la cosa venisse confermata, non sarebbe a norma, perché le acque dovrebbero separate, una raccolta per quelle bianche e un’altra per quelle nere. C’é un’ultima osservazione della stessa deputata Giannone: “a detta dello stesso direttore del distretto l’are destinata alla collocazione delle grandi macchine mammografo e risonanza non ha ancora l’agibilità, é ancora in fase di completamento, come fa l’Asl allora a certificare l’agibilità a tutto lo stabile”? Va ricordato che il progetto dell’Asl leccese, relativo al nuovo plesso del poliambulatorio di Martano, é costato sulla carta 7 milioni di euro provenienti dai fondi europei FERS 2014 – 2020, ed è relativo al potenziamento della diagnostica per immagini, con l’acquisizione di apparecchiature quali risonanza articolare, mammografo, ecografo, nel finanziamento è previsto inoltre il potenziamento di posti rene con il trasferimento del centro dialisi di Calimera a Martano, infine l’adeguamento strutturale e impiantistico alle nuove esigenze logistiche e alle normative vigenti in materia di sicurezza antisismica, antincendio e di risparmio energetico. Dal sopralluogo di ieri però si evince tutt’altro e l’onorevole Giannone ha già scritto al comandante dei vigili del fuoco per chiedere ulteriori chiarimenti sull’agibilità e le norme antincendio. Ultimo aspetto che lascia riflettere é la risposta che la direzione sanitaria dell’Asl avrebbe avuto agli inizi di quest’anno, dal direttore dell’area tecnica dell’azienda sanitaria, sullo stato dell’arte delle opere finanziate dai fondi europei 2014 – 2020, ebbene l’ingegnere Asl Pisanello fa sapere che, per quanto riguarda il progetto relativo a Martano, i fondi sarebbero aziendali, un’informazione che desta perplessità visto che si tratta di lavori finanziati dalla comunità europea. Su quest’ultimo aspetto l’onorevole Giannone è determinata a fare chiarezza, specie per quanto riguarda i macchinari radiologici che, stando al progetto iniziale, dovrebbero rientrare nei fondi fers, ma sembra invece che siano finanziati dai fondi dell’Asl.
L’azienda sanitaria nei giorni scorsi ha fatto sapere, tramite comunicato stampa, che presto sarà attivato il mammografo per lo screening senologico, a breve verrà allocata la radiologia diagnostica nel nuovo plesso del poliambulatorio e che è già partita alla Regione la richiesta di accreditamento per la dialisi che si sta terminando di realizzare. Il comunicato conclude sostenendo che la struttura é garantita dal punto di vista della manutenzione, per cui ogni eventuale problema verrà risolto dalla ditta, ma sopratutto sottolineando che l’Asl ritiene di aver messo in sicurezza le procedure tecnico – amminsitrative, per la piena funzionalità della struttura.
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