Era fine maggio quando il direttore generale dell’Asl di Lecce, Ottavio Narracci, davanti a Emiliano si prese l’impegno di consegnare alla popolazione l’ala nuova del poliambulatorio di Martano, in via fratelli Cervi, a partire dall’autunno 2018. “Fine settembre – aveva detto inizialmente – rettificando subito dopo a fine ottobre. Ad oggi però, ci sono ancora lavori da completare nella struttura, che quindi tarda ad essere consegnata. Come si sente nel video, dal deputato Federico Massa, le opere dovevano completarsi nel 2013, con proroga poi a fine 2015, opere strutturali, finanziate dai fondi fers europei 2007 – 2013, per un totale di 4 milioni di euro.
I lavori però non si completano entro la data prevista, si perde così parte del finanziamento europeo, come si evince dalla corrispondenza tra l’ufficio tecnico dell’Asl e la direzione dell’Asl, guidata sino a febbraio scorso, da Silvana Melli, che apprende come in molti edifici sanitari, i lavori strutturali finanziati dalla comunità europea, sono in fase di completamento con risorse provenienti dal bilancio aziendale e non dalla comunità europea. I ritardi nel realizzare le opere entro dicembre 2015, provocano la perdita di circa 400 mila euro che l’Europa non riconosce all’Asl salentina che dovrà andare avanti con fondi propri.
A Martano i 4 milionid di euro servivano all’adeguamento del vecchio plesso e la realizzazione del nuovo, che avrebbe dovuto accogliere servizi sanitari, attualmente dislocati in altre sedi e per le quali l’Asl paga circa 20mila euro l’anno: sert, 118, guardia medica, trasferimento della dialisi da Calimera a Martano, oltre lavori per il trasferimento di radiologia dal vecchio al nuovo plesso, dove poter collocare apparecchiature diagnostiche e studi per medici di base.
Le opere realizzate però, non sempre corrispondono a quanto scritto sulla planimetria originale: la scala antincendio si ferma al primo piano, mentre in pianta prosegue sino a su, gli ambulatori per i medici di base vengono impiegati diversamente, gli infissi non sarebbero a misura e piove dentro, la dialisi viene realizzata lungo un corridoio, andando contro ogni norma di sicurezza che protegga i pazienti immunodepressi, che invece dovrebbero essere isolati e non in un’area di passaggio.
Si corre così ai ripari, con un nuovo progetto, nuova SCIA e varianti, anche perchè a luglio 2017, i vigili del fuoco riscontrano anomalie tra quanto realizzato e quanto progettato, chiedendo all’Asl di porre rimedio, per poter ottenere l’agibilità dello stabile, tanto più che anche il vecchio plesso non risultava agibile.
Vengono comunque garantiti i servizi già esistenti, seppure in ambienti non agibili e nell’estate 2018 parte anche il neo servizio di screening senologico, con l’attivazione del nuovo mammografo posto temporaneamente, in un ambiente angusto della medicina nucleare, anche questo non idoneo.
Due giorni fa, il direttore Narracci rifersice che manca poco alla consegna dello stabile, ciò che resta ancora incompleto, é la realizzazione della diagnostica nel semiinterrato, dove dovrebbe essere collocata la risonanza magnetica articolare.
In realtà per la risonanza magnetica, l’Asl é ancora in alto mare, perchè non sarebbe stata ancora individuata l’impresa, per aggiudicare e completare i lavori nei locali. Nel frattempo l’apparecchiatura acquistata tramite gara CONSIP, resta alla ditta, in attesa che si realizzi l’ambiente adatto per consegnarla. Il termine ultimo perchè la ditta fatturi e consegni all’Asl la risonanza, è il 31 dicembre 2018. Bisogna fare quindi presto e preparare i locali, a meno che l’azienda sanitaria non decida di liquidare la ditta per una buona parte, lasciando un residuo da versare al momento del collaudo e prendendo così tempo, per far completare le opere.
Quello che si dovrà fare é innanzitutto l’adeguamento dei locali tenendo conto che la risonanza dovrà essere adiacente alla radiologia che oggi si trova nel vecchio plesso, questo per un problema logistico del personale tecnico che, se si trova nel vecchio edificio, non potrà trovarsi nel nuovo. Si dovrà poi provvedere ad adeguare gli spazi per le dimensioni della risonanza, a installare i servizi igenici, la sala di attesa, gli accessi controllati, la schermatura dell’ambiente per le radiazioni (gabbia di faraday), senza contare un accesso per disabili, per un totale di circa 90 mila euro di fondi aziendali, visto che i fondi europei precedenti 2007 – 2013, sono andati vani, a meno che l’Asl non riesca ad ottenere la somma necessaria, tramite un nuovo finanziamento europeo fers 2014 – 2020, ma per questo occorre che l’Europa decida di riprovare a fidarsi dell’Asl salentina.
E’ molto probabile visto che il mensile Economy, giorni fa, ha riportato alcune considerazioni della commissaria UE della politica di coesione, Corina Cretu, in occasione della sua recente visista a Bari, sostenendo che la Puglia è una delle regioni più virtuse nel saper impiegare i fondi comunitari, forse però non sa che oltre ai bandi pugliesi andati a buon fine, ve ne sono tanti altri che vedono milioni di euro persi e Martano è uno dei tanti esempi, almeno nell’Asl leccese.
Una cosa è certa: il poliambualtorio di via fratelli Cervi, per ora non potrà essere consegnato ai salentini, perchè oltre alla questione risonanza, c’è da completare l’impianto di biosmosi della dialisi, spovvisto almeno sino a una settimana fa, del sistema di distribuzione, ovvero le pompe che mandano l’acqua osmotizzata, dai serbatoi posti nello scantinato, al primo piano, dove si trovano i posti rene, dove viene effettuato il lavaggio reni.
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