Progetto ministeriale per giustificare la chirurgia di Galatina

Progetto ministeriale per giustificare la chirurgia di Galatina

Progetto ministeriale su una migliore organizzazione dell’attività chirurgica. Potrebbe essere questa iniziativa, la soluzione adatta per giustificare l’attività chirurgica nell’ospedale di Galatina, dove ad oggi si continua ad operare in modo anomalo.

Nelle sale operatorie del “Santa Caterina Novella”, sembra si operi regolarmente di tutto: dalle protesi, all’ernia, dalla colecisti, ecc…. senza accreditamento però da parte della Regione Puglia, non solo, ma anche contro il piano di riordino ospedaliero approvato dal governo pugliese, in rispetto del DM70/2015.

La giunta, e poi il consiglio regionale, aveva stabilito che a Galatina, le sale operatorie sarebbero state impiegate solo ed esclusivamente per gli interventi di ginecologia e ostetricia, lasciando invece a Copertino le operazioni di chirurgia generale con il potenziamento della Tipo (terapia intensiva post operatoria), che ancora non arriva.

Nulla di tutto questo. A Galatina le persone vengono operate, senza sapere di trovarsi in ambienti non accreditati, stando a quanto dichiarato dall’ex direttore del dipartimento regionale della salute, Giancarlo Ruscitti, sentito i primi di Marzo. “Tutto si può fare – aveva chiarito Ruscitti – anche modificare quanto stabilito nel riordino ospedaliero per il blocco operatorio di Galatina. Se Narracci ha voluto deliberare l’attivazione di una week surgery con ricoveri ordinari di chirurgia generale e ortopedia, nel blocco operatorio del “Santa Caterina Novella”, come scritto nella delibera 6510 del 9/11/2018, allora la sua proposta doveva esser presentata in Giunta e poi approvata dall’assise regionale, prima di attivare poi il servizio.” Questo si sarebbe dovuto fare secondo Ruscitti

Invece si sarebbe quindi agito arbitrariamente e si continua a farlo, perché i passaggi dei quali parla Ruscitti non ci sono stati, e però i pazienti continuano ad entrare in sala operatoria.

La cosa che fa riflettere, é il silenzio delle istituzioni e della stampa locale. La Regione sa, ma una volta andato via Rsucitti, il nuovo direttore del dipartimento regionale della salute Giovanni Campobasso, minimizza e dichiara che tranne qualche sporadico episodio, a Galatina é tutto in coerenza col riordino ospedaliero approvato. Forse Campobasso non sa che si opera mattina e pomeriggio tutti i giorni, altro che episodio sporadico ! Non sa che in una cardiologia oramai dismessa dal riordino ospedaliero si è adibito un ambiente per i ricoveri post operatori, ma sempre senza accreditamento regionale e come ci disse Ruscitti, il ministero potrebbe contestare alla stessa Regione Puglia, di fare operare lì dove non si potrebbe.

La verità è un’altra: si teme la chiusura del “Santa Caterina Novella”, per cui far lavorare a tempo pieno le sale operatorie, significa tenere in vita l’ospedale, portando come prova i numeri di interventi eseguiti e la riduzione di liste di attesa per quegli interventi programamati al “Fazzi”, che così smaltirebbe mole di lavoro, liberando posto per le operazioni più complesse ed eurgenti.

Il che va anche bene, se non fosse che il servizio di Galatina andrebbe comunque regolarizzato, magari con una Tipo, anche questa accredita, con la sicurezza per pazienti di trovarsi in spazi aventi tutti i requsiti neccesarri per la sicurezza loro e dei medici che devono lavorare in modo legale.

In tutta questa baraonda, Copertino è in silenzio, tace la sindaca Sandrina Schito, che tanto si era battuta per il suo ospedale e che adesso non proferisce parola se le “scippano” un servizio in modo discutibile, tace il presidente dell’ordine Donato De Giorgi, nonché primario della chirurgia di Copertino, costretto a operare quello che arriva, in attesa di una Tipo ancora da potenziare, tace il movimento 5 stelle che aveva effettuato un sopralluogo nel blocco operatorio galatinese e che si è ben guardato dal chiedere lumi alla Regione, sul perché lasciare un servizio seppure valido, nell’illegittimità, tace ahimè anche la stampa locale.

A breve poco o nulla si potrà dire, perché la week surgery rientrerà molto probabilmente nel progetto ministeriale sui nuovi modelli organizzativi, per rendere più efficienti i reparti ospedalieri di chirurgia ad alta intensità di cure. Quando ci racconteranno che quindi é tutto in regola bisognerà ricordare ad onor di cronaca che l’attività chirurgica di Galatina è cominciata prima ancora dell’attivazione del progetto.

Il modello che Roma avrebbe individuato d’accordo con le Regioni, è basato sull’intenstià delle cure, per cui gli interventi più complessi andranno in ospedali attrezzati a questa funzione, quelli di media intensità in altre strutture senza intasare le prime e le operazioni di bassa rilevanza in blocchi operatori ancora differenti dai primi. In questo modo si separano le diverse attività chirurgiche e Galatina potrebbe rientrare in questo progetto, con il compito che sta già svolgendo da novembre 2018, seppure arbitrariamente, ossia quello di svuotare il “Vito Fazzi” dai casi più semplici, lasciando a Lecce quelli di alta complessità.

Roberta Grima
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