Nel dipartimento regionale della salute, si aspettano i report sull’attività sanitaria di Galatina, prima di prendere una qualunque decisione, in merito al servizio chirurgico dell’ospedale “Santa Caterina Novella”. Il presidente Emiliano avrebbe attivato – stando ai bene informati – una procedura di verifica dopo la notizia pubblicata da SanitàSalento, in merito a interventi di ortopedia e chirurgia generale nel presidio galatinese, interventi chirurgici che non sarebbero accreditati dal sistema sanitario regionale, che invece ha abilitato le sale operatorie del “Santa Caterina Novella”, solo per operazioni di ginecologia e ostetricia e non di altro tipo.
Attualmente c’è un carteggio tra la direzione strategica dell’azienda sanitaria leccese e la Regione Puglia, che ha chiesto chiarimenti all’Asl, solo dopo i risultati che emergeranno dalla verifica attivata dalla presidenza regionale e la relazione degli ispettori pugliesi, si potrà decidere il da farsi. A Bari è già stata ricevuta la delibera 2430 del 9 novembre 2018, con la quale l’allora direttore generale dell’Asl leccese, Ottavio Narracci, attivò il servizio di week surgery di ortopedia e chirurgia generale, branche che il governo pugliese prima e il ministero della salute poi, avevano accreditato per l’ospedale di Copertino e non per quello di Galatina.
Gli ispettori della regione dovranno, tra le altre cose, verificare come eventualmente sono state eseguite queste operazioni chirurgiche, se ci sono stati rischi per i pazienti, se si continua ad operare senza autorizzazione della Regione, a quale ospedale sono da assegnare gli interventi, con quale codice sono identificati. Ogni singola prestazione ospedaliera infatti, ha un codice DRG, con il quale la Regione identifica la prestazione erogata, per poi pagarla, poiché la chirurgia di Galatina non è abilitata per interventi ortopedici e di chirurgia generale, visto che al “Santa Caterina Novella” vanno ad operare chirurghi di Lecce, c’è da verificare anche se queste operazioni risultano assegnate a Galatina o al “Fazzi”.
Dall’ospedale è stata lodata la scelta di aprire le sale operatorie anche alla chirurgia e ortopedia, in questo modo il blocco operatoria galatinese, avrebbe il ruolo di smaltire il “Vito Fazzi” di tutti quegli interventi più semplici, lasciando a Lecce solo quelli altamenti complessi, riducendo così i tempi di attesa. Un ruolo che Galatina si attribuirebbe, cercando in questo modo di scongiurare possibile chiusura.
Una quindicina di giorni fa, la deputata del movimento 5 stelle Veronica Giannone, fece un sopralluogo nel blocco operatorio galatinese, constatando il mancato accreditamento del servizio che sarebbe tenuto in piedi per non interromepre un pubblico servizio, almeno così le sarebbe stato riferito. Con la Giannone anche il parlamentare grillino Leonardo Donno, entrambi però non hanno dato alcun seguito a quanto di grave emerse da quel sopralluogo. Ci si aspettava infatti, che venisse richiesta quanto meno l’attivazione per regolarizzare il servizio week surgery chirurgico e ortopedico, mettendo in sicurezza sia gli operatori che si trovano a eseguire interventi senza alcuna tutela legale e assicurativa, sia i pazienti che vengono comunque operati in sale non autorizzate. Questa richiesta di regolarizzare l’attività, non sembra ci sia stata.
C’è stata invece la posizione di Donno, del senatore Mininno sempre del movimento 5 stelle e del consigliere regionale pentastellato Trevisi, che hanno replicato a Ruscitti, direttore del dipartimento regionale della salute, che aveva dichiarato a SanitàSalento, il diniego della Regione ad operare a Galatina, se non per il settore ginecologico e ostetrico, come approvato dallo stesso governo pugliese. Diniego che proprio pochi giorni dopo il sopralluogo dei politici grillini, aveva ripetuto ai vertici dell’Asl in un incontro a Bari.
Quello che lascia perplessi è che gli esponenti grillini abbiano attaccato il direttore del dipartimento regionale della salute, invitandolo a mezzo stampa a documentarsi sull’utilità del servizio chirurgico galatinese, invece di considerare che ci sono delle regole e procedure nazionali da rispettare e sarebbero dovute essere seguite, proprio da chi rappresenta le istituzioni, compresa l’Asl.
“Se la politica – ha dichiarato stamane Giancarlo Ruscitti ai nostri microfoni – intende rivedere il ruolo delle sale operatorie di Galatina, si può fare, ma seguendo un iter ben preciso e legittimo: portare la modifica in Giunta e una volta approvata, presentarla in consiglio regionale, per poi l’ok definitivo del ministero.” Tutto ciò non è avvenuto e da parte di espoenti politici ci aspetta prima di tutto il rispetto delle regole, che non sono né di Ruscitti né della Puglia, ma sono regole nazionali.
Nè si può pensare di cambiare d’amble, con una delibera aziendale, quanto programmato dal governo regionale e nazionale. L’unica via possibile, per modificare la programmazione sanitaria, é quella di ripercorrere l’iter portando questa modifica in giunta, in consiglio e poi a Roma. C’è poi da considerare che una modifica per l’ospedale di Galatina, potrebbe significare rivedere l’intera programmazione ospedaliera e quindi il ruolo degli altri ospedali, in primis Copertino, che aveva avuto il compito di svolgere un servizio prettamente chirurgico a favore del “Fazzi”, eccetto per la ginecologia e ostetricia che andava a Galatina. Ad oggi però proprio Copertino questo ruolo fatica a svolgerlo, anche per la mancanza di una Tipo, la terapia intensiva post operatoria, per la quale sarebbe dovuta partire una gara per l’affidamento dei lavori di ristrutturazione e che invece è rimasta bloccata.
Ora si dovrà stabilire
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