Risolto il problema ossigeno, nel Dea possono aumentare i ricoveri

Risolto il problema ossigeno, nel Dea possono aumentare i ricoveri

Problema ricoveri risolto, in particolare nella pneumologia del Dea/ospedale Covid di Lecce. La sostituzione delle valvole in alcuni bocchettoni di ossigeno, permetterà di aumentare i flussi di aria medicale e garantire così, un maggior numero di degenze. A dirlo – fa sapere il dottor Raffaele Guadio, dirigente nazionale di FISMU (federazione italiana sindcale medici uniti), sarebbe stato il dottor Satriano, che abbiamo cercato telefonicamente senza riscontro e che ha partecipato con il dottor Gaudio, alla riunione di ieri mattina tenutasi con i primari del pronto soccorso, malattie infettive, rianimazione/terapia intensiva del “Vito Fazzi”, il responsabile del 118 dottor Maurizio Scardia e i direttori sanitari del presidio Osvaldo Maiorano e dell’Asl Roberto Carlà.

L’incontro tenutosi alle 13 di ieri, si è concentrato sulla pesante situazione dei due pronto soccorso: del “Fazzi” e del Dea. Come scritto anche da SanitàSalento, la situazione é diventata insostenibile per i medici del pronto soccorso, ma non solo, perchè non si riesce ad assegnare un posto letto ai pazienti che arrivano, sia per la riduzione dei letti dovuta al distanziamento sociale, che deve essere garantito nei reparti, sia per un’insufficienza di ossigeno rispetto al numero di persone, che contestualmente hanno bisogno di gas medicale. Ciò é stato segnalato nel Dea sopratutto, dove la centralina dell’impianto, dà l’allarme di un abbassamento di gas medicale, non appena aumentano i consumi di ossigeno, come riportato qualche gionro fa in una nota della FISMU

Come però ha affermato il responsabile della pneumologia Covid del Dea, una soluzione sarebbe la sostituzione delle valvole ai bocchettoni dell’ossigeno, per poter tarare i flussi in base all’esigenza.

E’ strano però che con tanti ingegneri dell’area tecnica, l’azienda sanitaria non ci abbia pensato prima. Ad ogni modo il reparto pneumologico del Dea, assicurerà i ricoveri impiegando contestualmente tutti i 44 posti letto, più i 16 di rianimazione respiratoria.

Fatte prove tecniche per aumentare il flusso di gas e poter ricoverare a pieno regime
Nel frattempo il consulente della direzione generale dell’Asl, nonchè responsabile della realizzazione dell’impianto di gas del Dea, ingengere Magnanimo, ha già fatto nei giorni scorsi delle dichiarazioni in merito alla questione, assicurando che fate delle verifiche e delle prove tecniche, non ci sarebbero problemi per quanto riguarda i flussi di ossigeno e proprio stamani protocollerà una relazione dettagliata in merito.

Anche il direttore di presidio Osvaldo Maiorano conferma che dopo la segnalazione ricevuta il 28 gennaio scorso, sulla carenza di gas medicale e la conseguente difficoltà a ricoverare pazienti, non ha più avuto altre segnalazioni che abbiano fatto pensare ad ulteriori disagi. “Evidentemente – dice Maiorano – il problema è stato risolto.”

Si aspetta febbraio per adeguare l’impianto del Dea a ospedale Covid
Quello che resta da capire è perché non sostituire prima le valvole per adeguare il Dea a ospedale Covid, rendendolo in grado quindi di ricoverare nello stesso momento più persone con problemi respiratori, quindi con consumi di ossigeno elevati in contemporanea.

Un medico anche con 20 pazienti in pronto soccorso
Sempre nella riunione di ieri, è stato affrontato anche il problema relativo al personale del pronto soccorso. A fronte di aumento di lavoro con due servizi uno al “Fazzi” e l’altro nel Dea, il personale é sempre lo stesso e non è mai stato implementato. Così accade che molto spesso un medico si “stacca” dal servizio di emergenza – urgenza del “Fazzi”, per andare a prestare servizio nel Dea a fronte anche di 20, 25 pazienti che per legge dovrebbe sostare nel pronto soccorso 36 ore al massimo e invece resta anche per settimane. Gestire una situazione simile per un solo medico é davvero massacrante – ha riferito Gaudio e prima ancora Fracella, primario del servizio di pronto soccorso Covid e no Covid a Lecce

Piante organiche mai aggiornate, fanno bloccare le assunzioni
Dalla riunione è emerso che la carenza di personale, sia dovuta anche al blocco che la Regione avrebbe imposto sul concorso in medicina e chirurgia di accettazione ed urgenza, con la motivazione che il pronto soccorso di Lecce avrebbe 60 medici! E che sempre troppi sarebbero i medici negli altri pronti soccorsi provinciali. Quindi non sarebbe giustificata a Bari, la richiesta di Lecce di ulteriori professionisti. Le piante organiche sarebbero perciò sovrastimate senza essere state mai aggiornate. E questo non solo nel servizio di accettazione ed urgenza, anche in altri reparti. Nel corso della riunione infatti è venuto fuori che anche in malattie infettive del “Fazzi” vengono conteggiati più medici di quelli che sono effettivamente in servizio.

“So che l’asl ha dato già mandato agli uffici competenti di aggiornare le piante organiche e che proprio oggi mandava l’informativa” – ha detto il direttore sanitario di presidio Maiorano.

Una sede temporanea per 15 anni
Quanto ad una sede più adeguata per il pronto soccorso del “Fazzi”, in modo da rendere più facile anche il distanziamento dei pazienti che accedono, il direttore Maiorano ci ha riferito che dovrebbe essere in fase di aggiudicazione la gara per i lavori di ampliamento con l’assegnazione di spazi che rientrano in parte nell’area del tunnel tra l’ospedale e il Dea.

Infine l’incontro ha fatto emergere la necessità di attivare più lungodegenze, per poter liberare gli ospedali da quei pazienti cronici con più patologie, che non dovrebbero essere in un pronto soccorso, nè in un reparto ospedaliero che é per gli acuti. Si tratta di pazienti che dovrebbero essere seguiti a casa, ma che non essendoci le condizioni, dovrebbero trovare collocazione in una lungodegenza, svuotando i reparti ospedalieri e liberando posti letto.

Accade invece che molti anziani con patologie croniche, oltre al Covid, rimangano settimane nel pronto soccorso anche qaundo il Covid può essere gestito fuori dall’ospedale. Per questo l’Asl starebbe lavorando per attivare un reparto di geriatria a Casarano per rendere a regime 20 posti letto, da destianre ad anziani che non richiedono un ricovero ospedaliero, ma che non possono essere seguiti a domicilio, troverebbero la giusta collocazione nel reparto casaranese guidato dal dottor Musca.

Roberta Grima
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