Era l’anno scorso quando il dottore Giuseppe Rollo, primario dell’ortopedia di Lecce, rilasciò un’intervista alla sottoscritta, spiegando come oltre alle professionalità valide, occorre la realizzazione di progetti, di spazi perché si possa concretizzare un ospedale di secondo livello come vorrebbe la Regione Puglia a Lecce, e si possa parlare di una sanità efficiente.
Già all’epoca il dottor Rollo, lamentava l’assenza dei presupposti essenziali per poter lavorare bene, prima tra tutti le sale operatorie del “Vito Fazzi”, che già allora non erano ancora ultimate, dopo anni di lavori fermi, eppure come dice nell’intervista, una sala operatoria é il cuore pulsante di un ospedale.
La ragione di questo stallo che tutt’ora regna nel silenzio di molti, compresa la stampa, sarebbe da attribuire al mancato pagamento da parte dell’Asl alla ditta la N&D, affidataria i lavori. Si tratta di interventi di adeguamento a norma e ristrutturazione del primo blocco operatorio, per i quali l’impresa, non percependo il dovuto, si troverebbe nelle condizioni di non poter proseguire il lavoro aggiudicato. Una situazione venutasi a creare che di fatto favorirebbe le strutture private rispetto all’attività ospedaliera pubblica. C’é da dire tuttavia, che le opere nelle sale operatorie del “Vito Fazzi”, hanno visto susseguirsi negli anni diverse società appaltatrici, creando un primo motivo di ritardo nel terminare la ristrutturazione.
Stando a quanto affermato dal rappresentante legale della N&D, ascoltato dalla commissione legalità e trasparenza dell’Asl di Lecce il 17 febbraio del 2017, l’azienda sanitaria non avrebbe versato 70mila euro per lavori contrattualizzati ed eseguiti a novembre 2016, altri 20mila euro per opere non preventivate, quindi fuori dall’appalto assegnato e infine altri 40mila euro sempre per lavori extracontrattuali per la messa a norma dell’impianto elettrico e similari, del primo blocco operatorio. Il rappresentate legale della ditta fa sapere inoltre che gli interventi extracontrattuali, sarebbero stati eseguiti su ordini impartiti oralmente dalla direzione dei lavori allora affidata all’ingegnere Fiorenzo Pisanello, senza una richiesta ufficiale e formale.
Si trattava – si legge nella relazione della commissione legalità – di opere propedeutiche a quelle appaltate e di messa a norma dell’impianto elettrico.
Il responsabile unico di procedimento (RUP), ingegnere Antonio Leo, venne giustamente ascoltato dalla commissione legalità dell’asl, alla luce delle dichiarazioni rilasciate alla commissione, proprio per sentire la sua versione in merito ai mancati pagamenti reclamati dalla N&D. Il 21 febbraio del 2017, l’ingegnere Leo, rilascia una dichiarazione, facendo sapere allora di non essere a conoscenza di alcuna richiesta formale da parte della ditta N&D, di pagamento, Leo si disse pronto a chiedere delucidazioni al suo superiore ingegnere Fiorenzo Pisanello, inoltre evidenziò alla commissione come la ditta sospese arbitrariamente le opere in corso, con una comunicazione del 24 ottobre del 2016, infine Leo smenti anche la paternità delle opere extracontrattuali alla N&D, vista l’assenza di atti formali che autorizzassero tali opere.
L’ingegnere Leo – é scritto nel verbale 5 del 21 febbraio 2017 della commissione legalità – precisa che i lavori dell’impianto elettrico e similari, erano stati appaltati con regolare gara alla ditta S.E.I. elettro impianti. La stessa ditta SEI avrebbe realizzato l’impianto della prima e seconda sala operatoria del primo gruppo e relativi collegamenti ai quadri come da progetto, Leo spiegò che alla data di subentro della ditta N&D, ci fu una dichiarazione della ditta cedente, che nulla aveva a pretendere in merito all’appalto in questione. Il RUP precisa che, non vi fu alcuna richiesta né di subappalto né di subentro da parte di alcuno per il lavori elettrici (S.E.I.). A tale riguardo – si legge in conclusione nel verbale – la Commissione evidenzia che “il RUP non ha contezza di chi materialmente abbia eseguito i lavori rivendicati dalla ditta N&D.” In conclusione, il responsabile di procedimento non fu in grado – si legge nel verbale della commissione – di attribuire quelle opere ad una precisa “mano”, dimostrando secondo i membri della commissione – un atteggiamento approssimativo e superficiale – su un cantiere di oltre 100mila euro, salvo poi leggere la nota del 15 febbraio del 2017, in cui lo stesso ingegnere Leo intimava la N&D a rimuovere gli scarti di lavorazione, a causa un incendio nel seminterrato, stesso sollecito arriva due giorni dopo, da parte dell’ingegner Pisanello, quindi entrambi sapevano che in quel momento sul cantiere c’era la N&D.
Per fare un pò di chiarezza anche Pisanello venne ascoltato dalla commissione, alla quale l’ingegnere dichiarò che pur ammettendo degli interventi da parte della N&D fuori dall’appalto, non sarebbero stati di portata tale, da giustificare gli importi richiesti. Ribadì inoltre che, laddove venivano usate somme provenienti dai fondi dell’asl, è previsto di poter impartire un ordine per lavori fuori dal contratto, salvo poi redigere ordini di servizio in merito.
La commissione composta da un magistrato: Ciro Saltalamacchia, un ingegnere informatico: Luigina Quarta, uno civile Vincenzo Saracino e un avvocato civile e penale: Antonio Petrelli, verbalizza “l’atteggiamento superficiale e approssimativo” da parte anche di Pisanello, disegnando “un quadro allarmante per il mancato controllo su opere fondamentali per un nosocomio”, tenendo conto che Pisanello era anche il responsabile della sicurezza. “Il quadro che emerge – scrive la commissione – racconta di ditte che eseguono lavori non appaltati, privi di autorizzazione, mancando qualsivoglia ordine di servizio, senza che nessuno prenda provvedimenti, nella violazione dei cantieri. E’ un quadro triste che racconta di figure deputate al controllo, ma che non sono in grado di capire se determinati interventi, siano stati eseguiti e da chi e a quanto ammontano.”
Oggi i chirurghi del “Vito Fazzi” attendono ancora le due sale operatorie e come disse il dottore Rollo in quell’intervista del 2017, “Tutto fa si, che i progetti non si realizzino, ma il ragazzo in Andalusia arrivò.”
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