Nell’Asl stanno decidendo il da farsi sulle sale del primo blocco operatorio del “Vito Fazzi” e non posso dire alcunchè – così ci riferisce Nicola Cozzoli, rappresentante legale della ditta N&D, affidataria delle opere di ristrutturazione, quasi ultimate, ma ferme da 5/6 anni.
In realtà sembra che l’azienda abbia già preso una decisione, quella anticipata dall’ingegnere Pisanello nell’intervista ai nostri microfoni del 7 luglio scorso, ovvero la volontà di chiudere ogni rapporto con la N&D. Momento clou per questa scelta sarebbe stato il 12 luglio – aveva detto Pisanello – e in effetti il 12 luglio c’è stata una riunione tra le parti coinvolte: gli ingegneri Asl Antonio Leo, responsabile unico di procedimento, Fiorenzo Pisanello, direttore dei lavori e responsabile della sicurezza del cantiere, Nicola Cozzoli, rappresentante legale della ditta N&D, i delegati delle imprese che si occupano della manutenzione delle sale: la Siram, la Romeo.
Quello che é emerso da quest’incontro è stata la presa in consegna da parte dell’Asl, dei lavori sin’ora eseguiti dalla N&D, chiedendo a quest’ultima le certificazioni di conformità dei materiali usati, che servirebbero alle imprese manutentrici, per formulare la funzionalità degli impianti. Una modalità che fa pensare alla volontà di chiudere ogni rapporto con la N&D, scelta che sarebbe giustificata dal fatto che per l’Asl, la N&D sarebbe stata inadempiente e in ritardo.
Il signor Cozzoli invece aveva già mandato una lettera dell’avvocato all’Asl, come riferì anche la deputata Veronica Giannone durante il suo sopralluogo nelle sale operatorie in questione, missiva in cui la ditta pretendeva dall’Asl il pagamento di 70 mila euro per le opere eseguite, tra cui 40mila euro di lavori commissionati senza contratto. Proprio il mancato pagamento avrebbe – a dire dell’impresa – costretto la N&D a fermare tutto, anche perchè in difficoltà a pagare i materiali necessari senza avere entrate. Risolto questo aspetto la N&D sarebbe pronta a concludere il cantiere e consegnare le sale operatorie, come ribadito anche nella riunione del 12 luglio.
Non sembra però ci sia questa eventualità, “anche se – come riferisce il direttore generale Ottavio Narracci, sentito al telefono – nulla è ancora deciso, della riunione – ha detto – non c’è alcun esito ancora, ma non appena verrà presa una posizione, sarà comunicata alla stampa.” Ciò però che lascia sorpresi, è che nell’incontro del 12, non è stato fatto alcun cenno sugli eventuali pagamenti dell’Asl alla N&D, nodo centrale della questione per sbloccare questo cantiere fermo da 5 anni. Eppure Pisanello nell’intervista del 7 luglio, aveva specificato che gli eventuali pagamenti da versare, sarebbero stati chiariti proprio in occasione del 12. Viene da sè che così facendo diventa impossibile per la N&D continuare ad anticipare soldi e lavorare, il rischio è che vada in fallimento, come già accaduto in passato con altre ditte.
C’é anche da riflettere che i 40mila euro che pretenderebbe il Cozzoli, difficilmente potranno essere versati all’impresa, se non c’é traccia di contratto, l’asl avrebbe difficoltà probabilmente, a giustifcare un’uscita di soldi dal bilancio aziendale.
Quello che nel frattempo accade é la presa del cantiere delle sale operatorie da parte dell’Asl, in attesa che la N&D consegni i certificati di conformità degli impianti, senza i quali non si può attivare il funzionamento delle sale, ma é il cane che si morde la coda, perchè le certificazioni di norma vengano rilasciate solo a fine lavori, come fa la ditta a consegnare la documentazione prima di terminarli? Stando così le cose si prende altro tempo e si trascina ancora un cantiere fermo a danno di medici, ma soprattutto cittadini e a beneficio forse di pochi, i privati per esempio.
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