Sequestrate circa 200 bombole piene di ossigeno nella centrale di gas del “Vito Fazzi”. Una lunga giornata quella di oggi che ha visto impegnati i carabinieri del Nas (nucleo antisofisticazioni e sanità) di Lecce. Più di sette ore trascorse tra la centrale criogenica e la direzione del Dea, dove i militari hanno convocato dirigenti asl, tencici, operai, farmacista.
“Le bombole erano agganciate al sistema secondario della centrale del gas del “Fazzi”, quello di riserva per intenderci, che si attiva quando non funziona l’impianto principale. “Dunque – ci ha riferito il comandante dei Nas, Alessandro Ingrosso – non c’era un imminente pericolo per i pazienti.” Tuttavia stiamo parlando di bombole collegate al sistema di distribuzione di gas medicali, utilizzati nei reparti del “Vito Fazzi” e del Dea, come ossigeno e azoto. Gas impiegati nella terapia intensiva, sub intensiva, nei reparti come la pneumologia, quelli dove sono ricoverati pazienti Covid per esempio o persone che devono essere anestetizzate per un intervento o ancora con difficoltà respiratorie che quindi hanno bisogno di ossigeno.
Pericolo imminente non c’era, ma che ci fossero 200 bambole con ossigeno scaduto è illegale. Da una paio di anni infatti la legge classifica l’ossigeno come un farmaco a tutti gli effetti, motivo per cui chiunque commerci o somministri ossigeno, non può conservarlo fuori scadenza. Dunque in ospedale come nelle farmacie, non possono esserci medicinali scaduti, neanche se le bombole sono semplicemente conservate nei gabiotti, senza essere in uso. “A meno che – aggiunge il comandante Ingrosso – non si pone un cartello con la dicitura “farmaci scaduti in attesa di reso”. Non é il caso della centrale dell’ospedale di Lecce che invece non presentava alcun avviso.
Che ci fossero bombole con etichetta scaduta si sapeva da tempo. Già un mese fa riscontrammo la presenza di bombole fuori validità.
Non sapevamo ed è quello che i militari hanno verificato, se le bombole in questione fossero piene di ossigeno scaduto oppure fossero vuote, terminate quindi, in attesa di essere riempite di nuovo di gas.
Oggi sappimao che nella lunga giornata che ha impegnato gli uomini del Nas e personale della ditta e dell’asl, si è intanto provveduto a sostituire in parte le bombole di ossigeno scaduto, con altre in corso di validità. La sostituzione continuerà anche domani, il personale della ditta ha assicurato la messa a norma del sistema di riserva ai carabinieri, che nel frattempo hanno stilato un primo verbale a disposizione dell’autorità giudiziaria che dovrà poi decidere il da farsi.
Si dovrà valutare le eventuali responsbailità, sopratutto perchè sono state collegate all’impianto di riserva bombole con ossigeno scaduto, visto che c’erano quelle valide che hanno poi usato per sostituire quelle sequestrate. C’è da capire anche eprchè queste bombole non erano chiuse con l’apposita chaive, ma si sarebbero facilmente aperte. Resta anche da verificare chi era deputato al controllo. Il lavoro dei Nas quindi procedrà anche nei prossimi giorni. Quello che è certo è che “la ditta, l’Air Liquide, avendo un appalto con l’asl, quindi un contratto per la fornitura di ossigeno e gas medicali negli ospedali, deve fornire un servizio valido, con prodotto in regola, diversamente – dice Ingrosso – la ditta contravverebbe ad una violazione del contratto.”
Il rischio era che per un errore umano, l’operario della ditta potesse prendere la bombola sbagliata per l’erogazione di ossigeno nei reparti ospedalieri. “Erano – ha adetto ancora il comandante – bombole pronte per andare in funzione qualora ce ne fosse stato bisogno, somministrando l’ossigeno ai pazienti. Se fosse accaduto si sarebbe configurato il reato di somminitrazione di farmaci guasti secondo l’ articolo 443 del codice penale, ma ci sarebbero potute essere conseguenze pericolose, se non fatali.
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