Sette sale operatorie: due ristrutturate e consegnate, tre ancora da ristrutturare, dove però i chirurghi lavorano regolarmente, altre due sale invece, ferme da almeno 5 anni, eppure in queste manca poco perché siano pronte: il montaggio delle porte e dei lavandini. Per capire come mai le due sale operatorie siano chiuse da anni, la deputata del movimento 5 stelle Veronica Giannone, ha effettuato un sopralluogo ieri mattina presso il “Vito Fazzi” di Lecce, per rendersi conto personalmente dello stato dell’arte.
Ad accogliere la parlamentare il direttore sanitario del presidio leccese Giampiero Frassanito, la dottoressa Ciminiello, il geometra Parente, l’ingegnere Fiorenzo Pisanello, direttore dei lavori e responsabile della sicurezza del cantiere. L’accesso a quest’ultimo, nonostante il preavviso della deputata all’Asl, non é stato immediato, mancava un delegato della ditta N&D, unica responsabile del cantiere e detentrice delle chiavi. Proprio l’ingegnere Pisanello ha riferito che, contattato il titolare della ditta, non era raggiungibile ed entrare nel cantiere in sua assenza, sarebbe stato sconveniente.
Ed eccole le sale operatorie: mancano solo le porte come dicono gli addetti ai lavori
Le porte restano per ora poggiate sulle pareti e come dice il geometra Parente, se la ditta viene pagata per il lavoro e poi non le monta, crea un danno alla pubblica amministrazione, ma sopratutto – come ribadisce l’onorevole Giannone – ai cittadini.
Ma perché – ci sarebbe da chiedersi a questo punto – l’impresa N&D non conclude i lavori? Una spiegazione era già stata data un anno fa dalla commissione legalità, anticorruzione dell’Asl leccese nominata negli ultimi anni di mandato dell’ex direttrice Asl Silvana Melli. Dai verbali della commissione composta da un magistrato, un ingegnere, un avvocato, emerge che la ditta N&D, non sarebbe stata pagata dall’azienda sanitaria per alcune opere eseguite fuori contratto, ragione per cui l’impresa avrebbe sospeso i lavori, lasciando il cantiere completo al 90%. In particolare la N&D, che si occupava di impianto idraulico, avrebbe fatto tra le altre cose anche opere relative all’impianto elettrico, subentrando alla ditta Simonetto che nel frattempo era fallita, questo passaggio di consegna sarebbe avvenuto tramite un accordo tra le ditte stesse, per cui la Simonetto avrebbe sub appaltato alla N&D, così almeno stando a quanto riferito dal geometra Parente.
Dunque ci sarebbe stata una confusione tra le ditte, per cui chi doveva controllare non era in grado di capire chi faceva cosa e quindi a chi pagare che cosa. Sta di fatto che il titolare della N&D, rivendicherebbe le somme di 70mila euro per lavori previsti nel contratto ed eseguiti a novembre 2016, 20mila euro per opere extracontrattuali, relative all’appalto aggiudicato, infine 40mila euro sempre per lavori extracontrattuali, ma fuori dall’appalto e relativi alla messa a norma dell’impianto elettrico, che doveva fare la Simonetto. Tutte somme che l’Asl non avrebbe versato, tanto che la ditta fa scrivere una lettera dal suo avvocato all’azienda sanitaria.
Quello che non torna é perché il direttore dei lavori, ha dato degli incarichi alla N&D, fuori dal contratto previsto, senza che venissero formalizzati con l’impresa, e poi come giustificare un pagamento per un lavoro del quale non c’é alcun contratto scritto? Non solo, ma si dovrà spiegare forse ai salentini, che il finanziamento che l’Asl aveva ottenuto grazie all’articolo 20 della legge sull’edilizia ospedaliera, che sarebbe servito a ristrutturare le sette sale operatorie del “Vito Fazzi”, non potrà essere impiegato per pagare quei lavori extracontrattuali, serviranno i soldi del bilancio dell’Asl, almeno così dice l’ingegnere Pisanello, direttore dei lavori sul cantiere.
Il 12 Luglio quindi l’Asl vorrebbe chiudere la partita con l’impresa N&D che, in difficoltà finanziaria, non riuscirebbe a portare avanti i lavori secondo quanto riferito dall’ingegnere Pisanello, che sottolinea come nonostante i tanti solleciti fatti al titolare della ditta, ci siano ritardi da parte di essa, nel completare il cantiere, che l’Asl non può più tollerare. La difficoltà economica secondo la N&D invece, si sarebbe creata proprio perché l’Asl non avrebbe pagato quanto dovuto.
In ogni caso le sale operatorie verranno comunque completate, visto che manca poco, assicura Pisanello, mentre sulle altre tre, l’Asl valuterà se sarà necessario ristrutturarle, facendo un nuovo appalto oppure non fare nulla al momento, tenuto conto che a breve – dice sempre Pisanello – saranno disponibile le 14 sale operatorie nel DEA, il nuovo blocco del Vito fazzi.
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