L’ingegnere Pisanello, direttore dei lavori e responsabile della sicurezza del cantiere relativo alle due sale operatorie del Fazzi, il suo delegato geometra Parente, direttore operativo e il RUP (responsabile unico di procedimento) Antonio Leo, sapevano dell’esistenza di un sub appalto tra la ditta Simonetto che doveva occuparsi degli impianti elettrici delle sale operatorie e la ditta N&D deputata alle opere idrauliche ed edilizie che acquisiva i lavori elettrici, perché la Simonetto era in procinto di chiudere. “Quindi Pisanello – scrive Cozzoli – sapeva benissimo a chi avrebbe dovuto pagare le opere elettriche e non c’era alcuna possibilità di confondersi”, come invece riferisce l’ingegnere a SanitàSalento.
Cozzoli aggiunge anche, che subito dopo la firma del sub appalto, per la N&D cominciano le difficoltà, non riuscendo ad ottenere i progetti degli impianti né dalla Simonetto né tantomeno dall’ingegnere Pisanello, impedendo di fatto alla N&D di lavorare. “Le direttive – dice il rappresentate della N&D – sono state date oralmente dicendo di fare gli impianti uguali agli altri”, Cozzoli scrive poi che, nonostante le richieste di incontri da parte della N&D con il direttore dei lavori, l’ingegnere Pisanello non si sarebbe mai presentato, delegando sempre il geometra Parente.
Sulla vicenda delle sale operatorie del Fazzi, ferme da sei anni circa, erano state informate le autorità: il prefetto, la guardia di finanza di Lecce, il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, dopo che era intervenuta la commissione anti corruzione dell’Asl leccese, appena un anno fa. L’allora direttrice dell’Asl salentina Silvana Melli, affidò alla commissione, da lei nominata, l’incarico di fare chiarezza e capire perché erano bloccate le due sale operatorie dell’ospedale leccese “Vito Fazzi”, nonostante la ditta fosse affidabile, visto che lei stesse chiese informazioni alla prefettura.
Il rappresentate della ditta N&D, alla quale erano affidate le opere di ristrutturazione, il direttore dei lavori: ingegnere Fiorenzo Pisanello, nonchè responsabile della sicurezza del cantiere, il RUP, responsabile unico di procedimento Antonio Leo, furono tutti ascoltati dai membri della commissione anti corruzione, che al termine delle audizioni, stilò una relazione inviata poi a chi di dovere, venne informato anche il presidente Emiliano. Su quello che accadde dopo, sappiamo che la prefettura parlò di problematiche di competenze del tribunale, quanto al presidente Emiliano, ci risulta un’incontro informale avvenuto un anno fa con la dottoressa Melli, allora direttrice dell’Asl, alla quale il governatore espresse il suo sostegno sollecitando la manager ad intervenire.
Nel frattempo, i lavori delle sale operatorie oramai realizzate per il 90%, erano ferme perché – a dire del rappresentante legale della ditta N&D, Nicola Cozzoli – l’Asl non avrebbe ancora saldato i lavori, tra cui 40 mila euro di opere extracontrattuali.
Arriviamo ai nostri giorni, con il sopralluogo effettuato venerdì dalla parlamentare Veronica Giannone, sopralluogo che richiedeva necessariamente l’autorizzazione ad entrare nel cantiere da parte del rappresentante legale dell’impresa, Nicola Cozzoli, che sarebbe stato avvisato dall’Asl, con una pec inviata all’ultimo momento, come scrive lo stesso Cozzoli, in un comunicato stampa. Cozzoli fa sapere di aver dato comunque autorizzazione alla deputata ad entrare nelle sale operatorie, quando la stessa parlamentare Giannone l’ha chiamato per telefono, durante l’incontro con l’ingegnere Pisanello di venerdì. L’imprenditore, scrive anche che “evidentemente ci sarebbe stato un tentativo ad impedire l’accesso al cantiere e ad evitare che lui stesso fosse presente”.
C’é di più nella lettera che il signor Cozzoli scrive: la violazione delle norme di sicurezza che secondo il titolare dell’impresa, sarebbe stata commessa da parte dell’ingegnere Pisanello, nel far accedere al cantiere persone non autorizzate: dottor Frassanito e dottoressa Ciminiello, così come un’altra grave violazione sarebbe stata commessa, nel rompere il lucchetto del cantiere per entrare, sostituendolo senza alcuna autorizzazione da parte dell’impresa, in qualità di unica proprietaria del cantiere, fino alla sua conclusione.
Il rappresentate della N&D poi, entra nel vivo della questione e sottolinea perché ha accettato di eseguire i lavori sugli impianti elettrici senza un contratto, chiarendo che queste opere erano indispensabili per andare avanti con le altre di tipo edilizio, fidandosi della promessa fatta da parte dell’Asl, che avrebbe regolarizzato il tutto.
L’imprenditore conclude che aveva promesso alla dottoressa Melli di finire i lavori, facendo di tutto per completarli al più presto, ma – conclude nella nota – c’è stato un ostruzionismo voluto. “I lavori che dovevo eseguire – scrive l’imprenditore – facevano parte di un appalto che riguardavano la ristrutturazione anche di alcuni reparti, perché l’ingegnere Pisanello e il geometra Parente non ne hanno fatto cenno e hanno omesso di raccontare che, completata la chirurgia generale, non è stato consegnato il reparto successivo da ristrutturare alla ditta? Così come non hanno riferito che l’ultimo reparto ristrutturato dalla N&D è stato smantellato per cambiarlo in chirurgia pediatrica, aspettando che si completasse, quando già sapevano che l’avrebbero dovuto modificare secondo il nuovo riordino. E perchè consegnarlo un anno dopo?
“Io – conclude nella nota Cozzoli – ho ribadito, tramite lettera di un avvocato, mai ascoltata, la mia intenzione a riprendere e completare i lavori a patto che si chiarisse tutta la situazione e ribadisco a tutt’oggi la mia disponibilità a farlo.”
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