Il vero problema sanitario, é la carenza di medici o meglio l’irreperibilità delle professioni specialistiche ad hoc, per l’esigenze del territorio. A sottolinearlo il direttore generale dell’Asl di Taranto Stefano Rossi, che sta lavorando per completare quanto previsto dal riordino ospedaleiro della regione Puglia, con non poche difficoltà. “Quest’anno – dice il manager – le università italiane sforneranno in tutta Italia, 10 mila medici, ma le borse di specializzazione sono solo 6000, gli atenei non ce la fanno a pagare i corsi di specializzazione a tutti, quindi resta una fetta di medici sospesi e impossibilitati a lavorare. La regione Puglia sta finanziando alcuni corsi di specializzazione a Foggia e Bari, nella speranza che i medici una volta specializzati. rimangano in Puglia, ma non é neanche detto che ciò avvenga.”
Garantire quindi l’assistenza alla popolazione, con questi presupposti diventa difficilissimo e Rossi come altri suoi colleghi delle Asl pugliesi, si trova a dover applicare il riordino ospedaliero lungo un percorso ad ostacoli, a partire da Grottaglie.
L’ospedale di Grottaglie
In particolare nell’ospedale “San Marco”, il manager ha incontrato qualche settimana fa il presidente del comitato in difesa del “San Marco”, Milena Erario e l’assessore regionale Cosimo Borraccino. Quest’ultimo da sempre contro la paventata chiusura di alcuni reparti come l’ortopedia, almeno fino a quando non si realizzerà il nuovo ospedale “San Cataldo”. L’idea di Borraccino è quella di mantenere i serivzi necessari al territorio, fino a quando non si crei un’alternativa migliore, quindi evitare di chiudere, se manca poi di fatto la risposta all’utenza o se questa risposta é insuffiicente. Non si tratta di andare contro le scelte del governo pugliese, ha fatto sapere tramite ufficio stampa, bensì di dosare meglio i tempi, chiudere quando sarà aperto il nuovo ospedale tarantino.
I primi risultati si vedono, perchè pochi giorni fa sono stati attivati i primi 10 posti letto di riabilitazione fisiatrica, ai quali se ne aggiungeranno altrettanti per la riabilitazione neurologica, cardiologica, pneumologica, per un totale di 40 posti letto, garantendo un’offerta al territorio che prima mancava.
“E’ la prima riabilitazione totalmente pubblica – ha tenuto a sottolineare il direttore Stefano Rossi – i cittadini di Taranto e provincia, potranno contare su un ospedale, quello di Grotaglie, dedicato ai pazienti cronici, ciò non significa un impoverimento della struttura, bensì riconoscere un ruolo fondamentale a Grottaglie, tenuto conto che la società è composota soprattutto da anziani e le patolgoie sono sempre più croniche. Se una persona si frattura un femore – ha spiegato Rossi – dopo l’intervento avrà bisogno di fare riabilitazione, questa branca era stata completamente dimenticata, Grottaglie avrà invece questa mission, con una serie di servizi che ruoteranno intorno alla riabilitazione: ambulatori cardiologici, pneumologici, day sugery chirurgici, certo – ha detto Rossi – non é facile, perchè significa reperire gli specialsiti che purtroppo il mercato non offre, bisogna andare a cercarli con il lanternino, come è stato fatto per i 10 posti letto della riabilitazione fisica, che ha richiesto un’accuarata ricerca di medici fisiatri. Il problema più grosso – ha continuato il direttore generale – ce l’abbiamo con gli ortopedici. Lì la situazione è addirittura peggiorata, diventando un problema serissimo, non abbiamo specialisti, avere oggi medici é difficilissimo e lo sarà sempre di più, quindi ogni qualvolta si vuole implementare un servizio, ci si scontra con questo ostacolo della carenza di personale, un problema che non è solo di Grottaglie, della Puglia, ma dell’Italia.
L’Asl
Proprio al “San Marco”, ci sono stati dei “mal di pancia” per la carenza di ortopedici che a Grottaglie sono appena tre, “quando al “Santissima Annunziata” di Taranto c’è stata un’emergenza per coprire i turni di ortopedia – ha ricordato il direttore generale – ci siamo visti costretti a spostare qualcuno da Grottaglie a Taranto, dove arrivano le grosse emergenze, si è scatenato l’inferno, senza tener conto che per mantenere in piedi dei servizi essenziali, dovevano fare delle scelte, senza le quali, il sistema rischiava di esplodere. Abbiamo quindi affrontato la criticità, integrando personale territoriale, con quello ospedaliero, per cui un ortopedico va a Grottaglie per garantire gli interventi chirurgici meno complessi, per i quali, si badi bene, la provincia di Taranto, registra il più alto tasso di mobilità passiva. La gente va fuori per un’operazione all’alluce valgo, per cui era necessario dare una rispsota in tal senso, così come un medico ospedaliero da Grottaglie, si è spostato a Taranto dove è richiesta una chirurgia più impegnativa. Si tratta di ottimizzare meglio le risorse umane disponibili.
Resteranno tuttavia ortopedici a supporto della raibilitazione di Grottaglie, come ci saranno pneumologi, neurologi e cardiologi.”
Nel frattempo la direzione dell’asl, sta valutando anche di spostare dal “Moscati” la geriatria, per collocarla al “San Marco”, dove appunto si sta realizzando un punto di riferimento per l’assistenza ai pazienti cronici che sono per lo più anziani.
Infine il direttore Rossi ha confermato che a brevissimo la lungodegenza di Grottaglie passerà dai poco più dei 20 posti letto, ai 32 previsti dal piano.
Il Comitato
“Potenziamento per modo di dire – chiosa il presidente del comitato in difesa dell’ospedale di Grottaglie, Milena Erario – il nosocomio che dovrebbe far parte del POC, ovvero del presidio ospedaliero di secondo livello del “Santissima Annunziata”, con la funzione di degongestionare Taranto, in realtà sarà presto un PTA, ovvero un presidio territoriale ambulatoriale, se così fosse, non dovrebbe avere neanche le degenze.” La Erario poi, sottolinea come di potenziamento non si può parlare sebbene :”abbiano parlato di implementazione della radiologia che passerrebbe da h6 a h12, ma in verità è sempre stata h12, così come la riabilitazione ha appena tre macchinari provenienti da Martina Franca, datati 2005, l’ortopedia che aveva tre medici ora ne ha quattro, ma resta comunque la situazione per la quale il personale deve coprire anche i turni all’ortopedia del “Santissima Annunziata”, sia per i day surgery, che per l’attività ambulatoriale. Dunque di potenziato non vedo grancché”. – Conclude il presidente del comitato-.
“Ci hanno preso in giro perchè di fatto l’ospedale “San Marco” é stato ridimensioanto e lo sarà sempre di più. Hanno cominciato chiudendo un reparto valido come la ginecologia che registrava 850 parti l’anno, Rossi si era impegnato a riaprire i reparti chiusi, come anche il pronto soccorso, dopo la pausa estiva, ma non è stato così’.”- ricorda Milena Erario, che aggiunge: “dopo lunghe battaglie e proteste, ci siamo accordati che Grottaglie doveva essere un polo riabilitativo, con una chirugia che sarebbe dovuta diventare un ernia center, tutto questo però, dopo la costruzione del nuovo ospedale “San Cataldo”, tutte promesse disattese” – conclude la Erario, che invita la popolazione a non presentarsi il 5 novembre all’inaugurazione della geriatria di Grottaglie, perchè di fatto si decreta la fine del “San Marco” e la sua trasformazione in PTA. “Aspettiamo piuttosto – dice il presidente del comitato – che Emiliano spieghi alla cittadinanza, le ragioni che hanno porato a questa situazione l’ospedale “San Marco:”
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