E’ la prefettura che si occupa di comunicare ai sindaci i casi positivi al Covid-19. A sottolinearlo è l’azienda sanitaria leccese, dopo la denuncia del primo cittadino di Squinzano Gianni Marra, che ha accusato su un post di facebook l’asl salentina per non aver comunciatogli la presenza del sesto caso di Corona virus, registrato proprio nel suo comune, lo stesso dove risiederebbe tra l’altro il direttore amministrativo dell’asl Antonio Pastore, come ha notato un compaesano che si aspettava maggiore attenzione da parte del manager verso il suo territorio d’origine.
“Non eravamo tenuti ad alcuna comunicazione – si legge in un comunicato dell’asl – riguardo il sesto caso Covid-19 a Squinzano, perché il sindaco, in questo caso specifico, non doveva adottare alcun provvedimento particolare.”
Ad ogni modo Marra lamenta non solo la mancata comunicazione dell’asl sui pazienti positivi, ma anche la latitanza da parte dell’ufficio di igiene, sicurezza e prevenzione che più volte avrebbe contattato, anche per il caso di un’infermiera squinzanese, risultata positiva dopo aver prestato servizio nella RSA per anziani di Brindisi.
In merito a quest’ultimo episodio – riferisce nel comunicato l’azienda sanitaria – la notizia è stata appresa dal servizio igiene e sanità pubblica di Brindisi il 27 aprile”, nella stessa giornata in cui veniva pubblicato il post del primo cittadino.
Solo dopo una settimana dal tampone si sa del caso positivo di un’infermiera di Squinzano
Marra però conferma il corto circuito che ci sarebbe tra sindaci e azienda sanitaria, cosa che non soltanto lui, ma anche altri sindaci avrebbero lamentato, proprio per l’assenza di dati all’inizio dell’epidemia e successivamente per i ritardi nella comunicazione degli stessi. “A conferma di ciò – aggiunge il primo cittadino – la stessa dichiarazione dell’asl che afferma di aver appreso dell’infermiera positiva, soltanto nella giornata del 27, ma il risultato del tampone risale alla scorsa settimana. Sarebbero quindi trascorsi diversi giorni – conclude il sindaco – in cui l’amministrazione comunale non ha potuto organizzare la raccolta dei rifiuti nell’abitazione della donna in quarantena, con i rischi che ne derivano.”
Quarantene comunicate quando erano già scadute
Quanto al sesto caso del paziente di Squinzano, ricoverato in ospedale, “i familiari dell’uomo – dice Marra – sono anche loro in quarantena, ma anche in questo caso la comunicazione sarebbe arrivata in ritardo e molte sono le misure che un sindaco può attivare anche per i familiari in isolamento. La maggior parte delle quarantene infatti -ribadisce il sindaco Marra – sono state comunicate quando erano già scadute. E’ grave – aggiunge – che l’asl non senta il dovere di dare almeno telefonicamente una risposta al sindaco di un comune, massima autorità del territorio e che deve ricevere in tempo utile, le notizie per attivare gli strumenti possibili a tutela della salute della propria comunità.” In effetti anche noi di SanitàSalento abbiamo ricevuto segnalazioni di quarantene comunicate quando erano già scadute, è accaduto non solo a Squinzano ma anche per esempio ad una famiglia di Nardò.
Emiliano chiamato in causa risponde
“Capisco che un sindaco debba sapere quanto accade nel suo comune – ha dichiarato il presidente Emiliano in video conferenza per presentare il piano della fase 2 – ma senza un provvedimento legislativo che cambi le regole, è vietato comunicare i nomi delle persone contagiate, salvo al prefetto ai fini del controllo. Soprattutto – continua il governatore – non bisogna dire che in un paese di 500 persone c’è un contagiato, si scatenerebbe la caccia all’untore. Cosa questa già capitata e che va assolutamente evitata.” Emiliano risponde così non solo a Marra, ma anche ad Antonio Tutolo, sindaco di Lucera che martedì scorso aveva usato toni accesi denunciando di essere costretto ad elemosinare i dati relativi ai contagi
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