Riprendere quello che aveva fatto l’ex assessora regionale alla sanità Elena Gentile, con gli incentivi al personale sanitario (RAR – risorse aggiuntive regionali), per abbattere le liste di attesa. E’ la proposta di Franco Perrone, segretario provinciale della FSI – USAE che, come i suoi colleghi sindacalisti, ha preso parte all’incontro di tre giorni fa, con i vertici del Governo Pugliese.
L’asl elenca cosa serve, ma non dice come agire per ridurre i tempi di attesa.
A distanza due giorni da quell’incontro, i direttori generali delle asl pugliesi, tra cui quello dell’asl leccese Rodolfo Rollo, hanno trasmesso agli uffici competenti la delibera per la riduzione delle liste di attesa, in applicazione a quanto stabilito dalla legge regionale 13 del 28 marzo 2019. La delibera prevede un atto aziendale di governo dell’asl, specifico sulle liste di attesa, che però “di fatto – commenta Franco Perrone – é un elenco di cose da fare, un’analisi di quanto necessario, ma manca poi un’azione concreta, non si legge nel dettaglio come si intende agire, tenuto conto che per ridurre i tempi di attesa servono sopratutto persone.”
Programmare le azioni peer reperire personale sanitario
“Quello che ci si aspetta – continua il sindacalista – é arruolamento di personale, previa contezza di quanti e quali lavoratori servono, ci aspettiamo uno studio su quanti dipendenti andranno via a stretto giro per effetto della quota 100, ci aspettiamo che chi dovere sappia quante risorse sono disponibili per assumere, quante ne servono e dove reperirle. Insomma una seria programmazione, previa un’attenta analisi del reale fabbisogno di personale, rispetto a quello che si intende offrire in tempi certi.
Ad oggi invece non sappiamo come l’asl si attrezzerà, quando tra sei mesi arriveranno le domande di pensionamento per effetto della quota 100 e saremo punto e a capo. Non solo per quanto riguarda i dipendenti sanitari, ma anche per quanto concerne gli amministrativi. Proprio due gionri fa è scaduto il bando di mobilià per i lavoratori amminsitrativi e aspettimao i risultati, che non daranno grandi numeri. Altro eprosnale mminsitrativo si potrà reperire dalla graduatoria di sanità serevice formata, dopo il concorso, ma ad oggi non ne sappimao nulla”
Incentivi a chi fa turni extra per ridurre i tempi di attesa
“Sempre con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa, servirà capire come portare le prestazioni che ingolfano gli ospedali, sul territorio. Può inoltre essere utile – riflette Perrone – prevedere delle risorse regionali aggiuntive, per pagare gli straordinari a quei dipendenti che accettano di lavorare oltre l’orario stabilito. E’ un nostro suggerimento – dice il sindacalista – per ridurre le liste di attesa per quelle prestazioni più richieste e con oltre sei mesi di attesa, come aveva cominciato a fare l’ex assessore Gentile sotto il governo Vendola, con un timido successo.”
“Su questa proposta Emiliano si é detto possibilista, riservandosi il tempo di verificare, valutando quante risorse economiche finanziarie servirebbero, per avviare eventualmente il progetto. Tenuto conto – conclude Franco Perrone – che una parte delle somme, si possono recuperare dai ticket pagati dall’utenza.
Ottimizzare il personale individuando chi ha la 104
Non bastano però i turni in più, per ridurre le liste di attesa, ma occorre anche un numero sufficiente di dipendenti. Oltre ciò, va ricordata l’appropriatezza delle prestazioni, capendo in quale struttura rivolgersi se ospedaliera o ambulatoriale. Un aspetto – a proposito di personale dipendente – che l’asl leccese avrebbe previsto, é l’ottimizzazione dei dipendenti, con il trasferimento di coloro i quali godono di particolari esoneri nei reparti ospedalieri, come la 104, o autorizzazioni per cui non possono per esempio lavorare di notte, non possono prestare servizio nei festivi, ecc…. In questi casi l’asl sposterebbe questi dipendenti negli ambulatori territoriali meno impegnativi da questo punto di vista, lasciando in corsia gente che possa lavorare a pieno.
Agire per tempo, senza ridursi all’ultimo momento
“Quanto alla quota 100, si può già prevedere – dice Perrone – quanta gente andrà via dal sistema sanitario pugliese, visto che le istanze vanno fatte per legge, sei mesi prima. Quindi l’asl e la Regione possono attrezzarsi per tempo, per evitare ripercussioni negative sull’assistenza sanitaria.”
I posti in concorso sono briciole per un sistema, come quello sanitario pugliese che non ha assunzioni da un decennio.
“Per ora – continua il segretario della FSI – USAE – sappiamo che si sta per concludere il concorsone per OSS, poi dovrebbe partire entro l’anno il concorso per infermieri. Tuttavia si tratta di briciole, considerato che si parla per esempio di 1500 posti infermieri per tutta la Puglia e che l’asl di Lecce, per esempio é la seconda asl della Puglia e sentirà in maniera pesante il problema della carenza di organico.
Anche le 1000 assunzioni di medici in Puglia, autorizzate dal ministro dell’economia e finanze, saranno briciole – aggiunge Perrone – se l’operazione dell’uscita della quota 100, non verrà affrontata seriamente, perchè non basteranno a sostituire la gente che se ne andrà non appena raggiunti i requisiti.”
Bisogna fare presto, per far fronte alla fuga di personale in pensione
Oggi può andare in pensione chi ha 62 anni di età e 38 anni di contributi. Regola che durerà sino al 2021, dopo ci sarà solo il sistema contributivo con 41 anni. Le pensioni – evidenzia Perrone – saranno quindi più ridotte, ecco perchè conviene per chi può pensionarsi ora e posso assicurare, che sino al 2021, avremmo uscite considerevoli dal sistema sanitario e non solo, quindi bisogna attrezzarsi. Anche negli uffici amministrativi che sono quelli che fanno camminare la macchina sanitaria, la situazione é critica e siamo al punto di non ritorno, rischiando di non avere le sostituzioni: mancano i concorsi, il turn over e oggi l’unica possibilità per arruolare dipendenti amministrativi, é la graduatoria da usare di sanità service, anche se non si risolverà con quella il problema.”
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