Balzo in avanti dei LEA (i livelli essenziali di assistenza) della Regione Puglia, che ha guadagnato 14 punti in più rispetto al passato. Il piano operativo per la nuova rete sanitaria infatti, é stato promosso a Roma, durante il confronto del 23 novembre scorso al tavolo congiunto con ministero di economia e finanza, il ministero della salute, l’agenzia del farmaco e quella dei servizi sanitari regionali. La Puglia, che nel 2015 aveva una valutazione di 155 punti, nella griglia ministeriale per quanto riguarda la capacità di assicurare i livelli essenziali di assistenza, ha guadagnato nel 2016, 169 punti. Il che significa che la Puglia comincia a guadagnarsi lentamente la fiducia del minsitero, che sta valutando positivamente alcuni step adottati dalla Regione, chiamata a raggiungere gli obiettivi imposti da Roma, per uscire dal piano di rientro e avere così più autonomia di manovra, per assumere per esempio nuovo personale.
Naturalmente questo é un percorso lungo, quello di novembre scorso è solo un primo piccolo passo che fa ben sperare, perché ci sono ancora tanti adempimenti che la Puglia deve osservare con rigore, primo tra tutti il contenimento della spesa farmaceutica che, come disse a dicembre 2016 Giancarlo Ruscitti, direttore del dipartimento regionale della salute, era ed é di gran lunga superiore alla media nazionale.
A distanza di un anno esatto, la Puglia ancora non ha raggiunto a pieno l’obiettivo, sebbene la spesa farmaceutica si stia riducendo del 5% ogni mese, tuttavia resta ancora irrisolto il problema di ottimizzare gli acquisti, centralizzando la spesa e accorciando la filiera con la distribuzione diretta dei farmaci da parte delle farmacie ospedaliere, piuttosto che costringere i malati oncologici o cronici a ritirare i medicinali dai farmacisti territoriali che, svolgendo un servizio, chiedono poi il conto alla Regione.
“Tuttavia Roma – ha detto Emiliano – ha confermato positivi i risultati in materia di controllo della spesa farmaceutica, sia per il pagamento dei fornitori che per l’assistenza ospedaliera. Dal verbale inoltre si conferma che la Regione ha superato tutte le adempienze relative all’esercizio 2015, ottenendo così lo sblocco dei 209,858 milioni del 2015, che erano rimasti bloccati. La verifica 2016 invece è ancora in corso.”
“Inoltre il ministero – ha riferito Emiliano – ha approvato la possibilità di deroga agli adempimenti relativi ai volumi di acquisto delle prestazioni sanitarie da strutture private accreditate, a patto però che gli Enti Ecclesiastici e gli IRCCS privati, si impegnino per l’incremento delle prestazioni di alta complessità, anche per la riduzione della mobilità passiva”, che oggi si attesta a 280 milioni di euro. Una spesa ancora troppo alta per permettersi nuovi investimenti, ciò significa che la Puglia dovrebbe migliorare la sua attrattiva sanitaria con servizi di qualità, per guadagnare risorse da re-investire, piuttosto che pagare i viaggi della speranza di tanti pugliesi che vanno a curarsi fuori.
“Infine, la spesa per il rinnovo del contratto del personale dipendente e non, per la Puglia – ha concluso Emiliano – ammonta complessivamente per il 2017 ad ulteriori costi per circa 30 milioni di euro e per il 2018 ad ulteriori costi per circa 50 milioni di euro”, risorse che saranno a carico del bilancio regionale, qui la nota dolente per Emiliano, perchè Roma ancora non consente ulteriori risorse, se non si raggiunge prima un risparmio adeguato, facendo rientrare il deficit sanitario.
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