Gestire bene le malattie, nei luoghi appropriati, significa poter ridurre i tempi di attesa. Si parte dalle malattie croniche, quelle che possono e devono essere gestite senza ricovero in ospedale, quando si è fuori dalla fase acuta: tumori solidi o leucemie, Sla, Parkinson, Diabete, malattie respiratorie e reumatiche. “Per tutte quante dobbiamo definire – ha detto il commissario dell’asl salentina Rodolfo Rollo – percorsi di diagnosi, cura e assistenza.” Rollo ha parlato ieri ai rappresentanti delle associazioni dei pazienti, che compongono il comitato consultivo misto, al quale ha illustrato il piano per la gestione delle liste di attesa.
Quanti malati cronici ci sono?
Punto di partenza, lo studio epidemiologico: conoscere cioé quanti pazienti ci sono per le singole malattie croniche e da lì stabilire quante e quali prestazioni mediche occorre garantire, definendo dei percorsi specifici: chi visita, quali esami sono da fare, individuando gli specialisti per ciascuna patologia cronica.
Gestire le malattie sul territorio, significa evitare di tenere occupati gli ospedali, che così vedrebbero calare il numero di richieste da parte di pazienti cronici. Perchè questo accada, servono i percorsi specifici per le singole malattie croniche, che se ben fatti e rispettati, aiuteranno ad evitare complicanze e quindi elimineranno l’aumento di richieste di esami, con la conseguente diminuzione dei tempi di attesa.
Oltre a ciò Rollo ha aggiunto che c’é l’intenzione anche di creare dei gruppi di auto – programmazione per definire eventuali prestazioni aggiuntive, oltre a quelle prestabilite, sempre con l’idea di contenere i tempi di prenotazione. Un sistema flessibile quindi, che servirà anche a monitorare l’attività intramoenia dei medici che non dovrà superare quella da dipendente pubblico.
Altro aspetto importante, la tempistica per i cittadini che sono ricoverati, che dovranno avere la priorità per sottoporsi agli esami, rispetto alle prenotazioni che arrivano dall’esterno. Anche in questo caso, deve essere garantito un equilibrio tra attività privata e pubblica, pena il blocco della libera professione.
C’è poi il problema – ha ricordato Rollo – di far fronte alle nuove malattie che insorgono e di richieste di pazienti non cronici, provenienti dall’esterno verso gli ospedali o i distretti. Sempre per una corretta risposta in termini di tempi, è fondamentale che la domanda di prestazioni mediche – sanitarie dall’esterno, sia correttamente compilata dal medico di base, secondo i codici di priorità, non sempre rispettati. L’asl quindi dovrà puntare sulla sensibilizzazione dei medici di base a chè inseriscano sempre nella ricetta, il codice relativo. Così come l’asl dovrà dare la giusta risposta nei tempi stabiliti dal corrispettivo codice. Come verrà affrontato questo aspetto nel dettaglio, non è chiarito nel discorso di Rollo.
Quanto alle agende sature, l’asl di Lecce ha pensato di attivare le cosìddette agende tutor, dove ogni singolo distretto o ospedale segnerà tutte le richieste di cittadini non cronici, che non sono riusciti a prenotare e che man mano che si liberano posti verranno chiamati. Una “pensata” che sembra efficace, anche se non difficile da concepire e per questo non si capisce come non siano state attuate prima.
Resta il nodo dei centri privati convenzionati
Resta sempre valida poi, la collaborazione con le strutture private convenzionate, compatibilmente con il budget. E proprio qui sta il problema, perché la struttura convenzionata, avrebbe un tetto di rimborso da parte dell’asl troppo limitato, rispetto alla mole di richieste. per cui l’azienda sanitaria non può acquistare tante prestazioni dai centri privati, per smaltire le code, per carenza di fondi. Su questo si sta lavorando per individuare delle soluzioni.
Più facile puntare sulla prevenzione per ridurre domande di esami e visite
Naturalmente prevenire é meglio che curare e quindi la prevenzione serve anche ad evitare richieste di prestazioni sanitarie. Da qui l’attenzione dell’asl verso gli screening. Dopo il successo di quello senologico – ha detto Rollo – a settembre partirà quello al colon – retto, contro il tumore alla prostata. La Regione Puglia ha già siglato una convenzione con le farmacie del territorio, per fornire i kit per la ricerca del sangue occulto nelle feci. In caso di esito positivo, verrà attivato il percorso per il paziente che dovrà sottoporsi ad esami e terapia. Sono stati quindi individuati i centri di riferimento: Campi, Copertino, Galatina, Scorrano, Gallipoli, Casarano e il “Panico” di Tricase. In tutte le strutture sarà possibile ricevere sia le visite che gli esami.
Ultimo tema affrontato, ma non per questo meno importante, le malattie sociali: diabete, ipertensione, scompenso cardiaco e insufficienza respiratoria. Sono tutte malattie croniche, per cui si attiveranno dei percorsi specifici, sul territorio. “Questo modello – ha spiegato Rollo – prevede il coinvolgimento diretto dei medici di Medicina generale, con ambulatori dedicati e un’importante attività di filtro. Ai medici di base spetterà la gestione e il monitoraggio dei pazienti cronici, ma stabili, mentre per i nuovi casi che insorgono, si dovrà ricorrere nuovamente ai centri specialistici”. Un sistema siffatto, insomma, chiama in causa lo specialista solo quando è effettivamente necessario. Nel caso delle patologie come lo scompenso cardiaco, invece, Rollo ha assicurato che “ verrà rafforzata l’attività domiciliare, perché é stato registrato che se si interviene bene a casa, il numero dei ricoveri crolla verticalmente”.