Sotto esame del nucleo ispettivo sanitario regionale, il piano di riordino ospedaliero della Puglia. Lo ha comunicato, con nota di protocollo AOO_175/59 del 12.1.2018, il Dirigente ed il Responsabile della Struttura di Staff Servizio Ispettivo pugliese, Silvia Piemonte, al segretario provinciale della Federazione Cisal Sanità di Lecce, Giovanni D’Ambra.
Il sindacalista, ha infatti più volte denunciato l’illegittimità del nuovo piano di riordino ospedaliero approvato dal governo regionale a febbraio scorso, poiché antecedente agli atti aziendali delle Asl che, secondo la normativa regionale la n°4 del 2010, devono precedere il piano della rete ospedaliera, che dovrebbe nascere in funzione di quegli atti, con i quali le aziende sanitarie propongono una programmazione dei servizi, in base alle esigenze delle comunità. Atti,che una volta fatti pervenire in Regione, il governo li può approvare o meno, imbastendo poi la nuova rete organizzativa sanitaria.
“Fin dall’istituzione delle ASL pugliesi – scrive il segretario della CISAL – nessun Direttore Generale ha mai ottemperato all’obbligo (art.19, comma 10 Legge Regionale vigente n°4/2010 ), di procedere ad elaborare un Atto Aziendale quale documento programmatico preliminare a qualsivoglia organizzazione aziendale, con il quale si sarebbe dovuto definire l’assetto organizzativo e funzionale dei servizi sanitari da offrire, individuando le strutture operative dotate di autonomia gestionale o tecnico professionale in conformità alla normativa vigente (art.3,comma 1- bis del D.Lgs 502/1992 e s.m.i.).”
L’atto aziendale e l’istituzione delle strutture ivi previste infatti, diverrebbero efficaci SOLO a una volta approvato dalla Giunta Regionale.
Nonostante questa grave mancanza gli stessi direttori via via succedutesi, hanno continuato a fare “chiusure”, “accorpamenti”, “trasferimenti” di reparti, in modo assolutamente irregolare, secondo il sindacalista.
“Con l’aggravante – aggiunge D’Ambra – di continuare, a fare sempre riferimento al Regolamento Regionale di Riordino Ospedaliero deliberato a febbraio scorso, in violazione della Legge Regionale vigente.
Un Regolamento Regionale quindi, illegittimo, per D’Ambra, “poiché in contrasto con una Legge regionale tutt’ora in vigore (la n°4 del 2010). E’ superfluo ricordare che una Legge Regionale è la fonte primaria della legislazione e che non può essere messa da parte dai Regolamenti che invece sono una fonte secondaria”
D’Ambra ha chiesto pertanto un intervento del NIRS (nucleo ispettivo sanitario regionale), volto ad accertare quanto denunciato in violazione della normativa pugliese n° 4 del 25.2.2010, che stabilisce appunto cosa devono attuare i direttori generali, prima di ogni accorpamento, chiusura di reparti, trasferimenti e quanto previsto dal riordino di Emiliano. Il dirigente del NIRS avrebbe fatto sapere a D’Ambra di aver effettivamente riscontrato quanto denunciato e che pertanto si sarebbe andato a fondo per valutare la legittimità delle scelte sanitarie sin’ora adottate dalla Regione e dalle stesse Asl.
Se il NIRS dovesse accertare la illegittimità delle delibere adottate dalle Asl, verrebbero quindi messe in discussione decisioni come quella del ridimensionamento di alcuni nosocomi, come quello di Casarano, o scelte come quella di potenziare ospedali come Gallipoli per esempio. Così come la chiusura di reparti e il trasferimento di altri, potrebbero risultare arbitrarie e non legittimate da norme previste.
Giovanni D’ambra chiede al NIRS di verificare anche se tutti gli Ospedali di I° livello pugliesi, individuati nel Regolamento di Riordino Ospedaliero rispondano ai requisiti dettati dal DM 70/2015 in ordine alle dotazioni strutturali, alle dotazioni organiche del personale, al numero delle unità operative.
Sulla stessa linea, anche il consigliere regionale di sinistra italiana Cosimo Borraccino, che in un comunicato scrive come, “il piano di riordino sia tutto da rifare, proprio perché mancano gli atti aziendali.”
“Il Regolamento per il riordino ospedaliero della Regione Puglia – scrive il consigliere i sinistra italiana – approvato dalla Giunta Regionale nonostante la doppia bocciatura nella Commissione Sanità (grazie al mio voto contrario), non può essere attuato, poiché redatto in violazione della vigente Legge Regionale 4/10 che, all’art.19, recita ció che i direttori generali delle Asl, avrebbero dovuto fare e non hanno fatto già da molti anni: l’atto aziednale, documento propedeutico a ogni decisione.”
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *