Prendiamoci cura di chi ci cura. Così il ministro Speranza pone attenzione ai medici

Prendiamoci cura di chi ci cura. Così il ministro Speranza pone attenzione ai medici

“Due miliardi in più nel fondo sanitario nazionale, che consentiranno alle Regioni, di assumere più personale.” E’ una delle buone notizie che il ministro Speranza ha annunciato durante l’intervista realizzata da Serena Bortone questa mattina, nel programma “Agorà”. “Dal 2020 – ha aggiunto Speranza – si potrà spendere sei volte di più rispetto al 2004, per il personale.

Un emendamento per le borse di specializzazione
La carenza dei medici é un problema serio – ha detto il ministro – attribuibile ad una serie di fattori: quota 100, blocco del turn over, ma soprattutto il numero chiuso per le borse di specializzazione. Nella manovra di bilancio sulla quale stiamo lavorando – ha aggiunto Speranza – stiamo mettendo a punto un emendamento, proprio per incrementare il numero delle borse di specializzazione, che ad oggi risultando insufficienti, spingendo molti laureati in medicina, a specializzarsi all’estero. Noi vogliamo far tornare i medici italiani, che rappresentano una preziosa risorsa, contesa in tutto il mondo, anche per questo, stiamo lavorando per un’eventuale aumento delle retribuzioni.”

Solo per fare un esempio, tra lo specialista al terzo anno in Italia e il collega tedesco, c’è una differenza di circa 2000 euro al mese. I medici italiani sono tra i migliori, contesi ovunque per la loro formazione, eppure sono quelli che guadagnano di meno. L’Italia ogni anno spende mezzo miliardo, per formare professionisti che poi vanno via dall’Italia.

235 milioni per i medici di base
“La novità più significativa poi, é il finanziamento per gli studi medici sul territorio: 235 milioni – ha continuato il ministro Speranza – saranno destinati agli strumenti diagnostici negli studi dei medici di base, sono circa 50 mila sul territorio nazionale, saranno dotati di ecofast per esempio, attrezzo che consente di effettuare un’ecografia, evitando che i pazienti vadano necessariamente in ospedale.

Più attenzione alle malattie croniche
Il sistema sanitario nazionale é vecchio di 40 anni, va cambiato in funzione delle nuove esigenze, che sono legate all’aumento delle malattie croniche. Prima andava bene l’ospedale come centro dell’assistenza, adesso serve concentrarsi più sui servizi territoriali e la capillarità di questi, poggiano sulle 19 mila farmacie e i 50 mila studi medici di medicina generale. Anche le farmacie saranno pensate e attrezzate come centri di riferimento non solo per l’acquisto dei farmaci, ma anche per ottenere servizi ambulatoriali, senza accedere impropriamente nei pronto soccorso.

Da settembre abolito il superticket
Dal 2020, finirà la stagione dei tagli e con l’aumento di 2 miliardi del fondo sanitario, si cercherà di fare i giusti investimenti, con l’intento anche di ridurre la differenze tra nord e sud, nel frattempo abbiamo deciso di abolire la tassa del superticket, una tassa ingiusta, per cui se una prestazione costa all’utente 46 euro, 10 di queste 46, sono di tassa extra. Un sistema che ha favorito l’aumento delle persone che non si curano, per problemi economici. Da settembre 2020, il superticket non ci sarà più e quella prestazione da 46 euro, passerà a 36.

Roberta Grima
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