Una radiologia territoriale, con 45 mila esami ogni anno, un bacino di utenza di 100 mila persone e più, eppure, nonostante i numeri, il servizio radiologico del poliambulatorio di Lecce, non ha ancora una tac, da quattro anni, da quando si é rotta definitivamente, dopo ripetuti guasti per usura. La macchina infatti era molto vecchia come la risonanza magnetica del resto, risalente a più di dieci anni fa e che, come la tac, comincia ad accusare guasti molto spesso, impiegata a tempo pieno mattina e pomeriggio, con i disagi che ne possono conseguire per i cittadini.
Per non parlare del servizio senologico, afferente sempre alla radiologia, che da anni aspetta di essere attrezzata di un mammoton, strumentazione utile per una precisa biopsia del tessuto mammamrio in caso di sospetto tumore, ma niente, resta tutt’ora una grave carenza. Eppure la politica parla tanto di prevenzione e screening per le donne contro il tumore al seno.
Per la verità una risonanza magnetica, é stata acquistata dall’Asl un anno e mezzo fa, da allora é chiusa nel deposito dell’azienda sanitaria, in attesa che vengano adeguati gli spazi della radiologia, per accogliere la grande apparecchiatura.
Perché tanto tempo per sistemare una risonanza magnetica ? A dare una spiegazione la direttrice Silvana Melli che dichiara di aver fatto l’acquisto tramite CONSIP, il che permette di abbattere i tempi, perché si evita così la procedura di una gara di appalto. Di contro però, la CONSIP, la partecipata del ministero delle finanze, non dà l’attrezzatura con chiavi in mano, quindi i lavori di smantellamento del locale, rimozione della vecchia risonanza e adeguamento dello spazio per inserire la nuova, va appaltato ad una ditta esterna.
“L’azienda sanitaria – spiega la direttrice Melli – ha poi deciso di utilizzare i fondi comunitari FERS per la messa in opera e l’acquisto della risonanza (550 mila euro). Il problema é che le due spese, quello relativo alla risonanza magnetica e quello dei lavori strutturali, viaggiano su due binari diversi, a differenti velocità. “Se gli uffici preposti, fossero più celeri e lavorassero con maggiore sinergia – ha concluso la Melli – non impiegheremmo un anno e mezzo per attrezzare una grossa radiologia di risonanza magnetica. Purtroppo gli uffici sono un pò lenti – ha aggiunto la manager, da sempre non sono stata molto amata da qualche addetto, forse anche per la nomina di una commissione esterna per la trasparenza degli appalti e forse il fatto che io lasci l’azienda, é un bene, se sono costretta a fare il carabiniere piuttosto che il direttore generale.”
Ad ogni modo in questi giorni dovrebbe arrivare il mammoton, quanto alla tac, la direttrice non ne sa nulla e rimanda all’ingegnere clinico che da due giorni però é irreperibile al telefono.
Nel frattempo, la radiologia non si ferma, i medici devono continuare a dare risposte ai cittadini per come possono; nonostante tutto, l’attesa per una risonanza é al 15 dicembre.
Resta però mortificante per chi lavora con enormi difficoltà, rischiare di essere associato ad una realtà fatta di inefficienza e mala organizzazione. Il dubbio é che ci sia qualcuno che voglia boicottare il servizio radiologico dell’ex Fazzi, le oltre 40mila prestazioni annue offerte, parlano di esperienza da parte del personale, di alto gradimento, di competenza, insomma di una buona sanità che da troppo tempo viene mortificata con tagli a organico e attrezzature. La Melli ha provato a cambiare sistema.
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