La Sanità salentina sta cambiando pelle. “Abbiamo puntato – ha detto il direttore generale dell’Asl leccese, Rodolfo Rollo, durante il suo intervento di ieri al Forum Mediterraneo in sanità, svoltosi a Bari – su quattro poli di riferimento: il “Panico” di Tricase, il “Fazzi”, Gallipoli e Scorrano. Abbiamo poi provato a dare una nuova missione agli ospedali di base, dirottandoli sulla bassa complessità e la lungodegenza riabilitativa. Parallelamente sono diventati operativi i nostri cinque PTA, (gli ospedali territoriali con servizi che non richiedono il ricovero). Oggi i PTA – ha aggiunto Rollo – sono tutti completati. Si tratta adesso di far capire ai cittadini, come utilizzare le strutture sanitarie nel modo corretto, quando andare in ospedale e quando invece nei PTA.”
Il manager ha preso la parola dopo la riflessione di Giovanni Gorgoni, capo dell’agenzia regionale sanitaria (ARESS), che ha ricordato come in questi anni, ha voluto una fotografia delle singole realtà sanitarie della Puglia degli ultimi cinque anni, da parte dei direttori, per poi capire dove e come lavorare, per migliorare i servizi.
Assumere, parola d’ordine
Quello che Rodolfo Rollo ha trovato, è stata un’azienda con 148 sedi dislocate in 97 comuni, con 800mila cittadini-utenti dei quali prendersi cura.”Punto di partenza – ha detto il direttore – è stato l’attuazione del piano di riordino e la suddivisioni delle ruoli fra le diverse strutture. Stiamo gestendo l’annoso problema della carenza di personale – ha aggiunto – dovuta sia all’accorpamento dei presidi, sia al pensionamento del personale assunto intorno agli anni ottanta. Abbiamo ripreso le assunzioni, con l’obiettivo di formare una nuova generazione
di medici e personale non medico. Adesso stiamo focalizzando l’attenzione verso un sistema di reti cliniche e territoriali per ottimizzare e migliorare i servizi”.
Le reti per costruire dei percorsi completi dove trovare i servizi giusti
E poi ci sono i “lavori in corso”: “Stiamo investendo tanto sulle reti – ha chiarito Rollo – passando da un sistema in cui l’ospedale faceva tutto, a un nuovo modello di rete provinciale. A partire dalle reti tempo dipendenti, le prime ad essere attivate, che avranno il DEA come punto
d’arrivo. Avremo un’unica rete infarto, comprendente il “Panico”, la clinica “Città di Lecce” e il “Vito Fazzi”. La rete traumatologica, che sarà varata a breve e darà un ruolo ad ognuno dei centri, anche quelli degli ospedali di base”. La rete oncologica invece é già attiva e lavora per rendere una malattia mortale, cronica, integrando ospedale e territorio.
Prossimi obiettivi
Altre tappe importanti sono costituite da: “riorganizzazione dei punti nascita con le neonatologie” , la rete nefro-dialitica che “si è concretizzata in queste ore, coinvolgendo anche le strutture accreditate e il “Panico”. La rete della riabilitazione e della psichiatria, é invece da “adeguare ai nuovi bisogni”, realizzazione di una rete di medicina pediatrica, con il fulcro nel nuovo Polo Pediatrico del Salento.
Il futuro
Quanto al futuro, per Rollo ha il profilo del nuovo DEA di Lecce e del nuovo Ospedale del Sud
Salento, per il quale – ha chiarito – “un rinomato studio di architettura sta pensando ad un
innovativo edificio a basso impatto ambientale e ben integrato nel paesaggio circostante. Per
il Dipartimento Emergenza Accettazione (DEA), l’idea vincente è stata creare un monoblocco
altamente tecnologico, un vero e proprio hub provinciale. Prima di avviare il trasferimento,
però, stiamo sistemando per bene la logistica del paziente, il personale sta letteralmente
camminando nella nuova struttura, perché è fondamentale conoscere tutte le novità tecnologiche e migliorare i percorsi interni”.
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