Ripartono i confronti tra sindacati e dipartimento regionale sui temi caldi della sanità

Ripartono i confronti tra sindacati e dipartimento regionale sui temi caldi della sanità

Sei milioni di euro alla Puglia dal ministero, soldi che andranno divisi tra le Asl pugliesi per tutta l’attività svolta anti Covid, per il lavoro di prevenzione e la campagna vaccinale. Come verranno impiegati nel dettaglio i fondi a disposizione, sarà oggetto di discussione nei prossimi appuntamenti tra le organizzazioni sindacali e il direttore del dipartimento regionale della salute Vito Montanaro.

Il primo passo sarà la definizione dei prossimi obiettivi da raggiungere da qui ai successivi tre, cinque anni e per i quali Montanaro calendarizzerà un appuntamento al mese con i segretari regionali delle varie sigle sindacali. Altro tema da affrontare a stretto giro, sarà quello della definizione dei posti letto Covid e la contestuale ripresa dell’attività assistenziale ordinaria, con la riduzione dei tempi di attesa.

Dedicato a questi temi caldi che vedranno impegnata la Regione nei prossimi mesi, sarà il gruppo di lavoro che verrà istituito nelle prossime settimane. Nel frattempo i segretari sindacali hanno avanzato le prime indicazioni: calendarizzare subito un incontro specifico sull’indennità Covid e le premialità, con particolare attenzione al personale 118.

Già noi di SanitàSalento avevamo raccontato la situazione beffarda per i lavoratori del servizio emergenza – urgenza, che hanno visto sospeso il trattamento economico di indennità di malattie infettive. Una premialità quest’ultima prevista solo per i dipendenti Asl e non quindi per soccorritori, medici, autisti del 118, che in gran parte sono convenzionati con l’azienda sanitaria e non assunti da questa.

“Gli importi da definire per le prestazioni aggiuntive – ci ha detto Franco Perrone segretario regionale della Fsi – Usae – dovrebbero essere 80 euro per il medico, 50 euro per l’infermiere all’ora.” L’obiettivo è quello di uniformare in tutte le Asl il compenso previsto anche per i vaccinatori – tenuto conto – dice Perrone – che non sappiamo se nei prossimi mesi e anni, avremo ancora bisogno di centri vaccinali.” Per questo secondo il sindacalista le indennità o premialità Covid, andrebbero pensate non come forfait, ma come risorse da mantenere per eventuale necessità future. “La campagna vaccinale – dice Perrone – sappiamo che é iniziata a gennaio, ma non sappiamo quando finirà.” Ad oggi però – dice Floriano Polimeno, segretario provinciale della Cigil – medici e infermieri vaccinatori non hanno preso un euro, per lo stallo che c’è a livello regionale.” Il rischio é che non pagando gli operatori, la somministrazione dei vaccini rallenti per carenza di personale disponible.” Eppure la campgna vaccianle deve andare a regime in fretta, per recuperare il tempo perso.

“Oggi – sottolinea il segretario regionale della Fsi – Usae Franco Perrone – continuiamo ad avere problemi per carenza di vaccini che non arrivano in quantità sufficiente. Ogni giorno é una lotta strenuante con l’utenza che reclama la dose, il vaccino Pftizer perchè molti diffidono di Atrazeneca. In alcuni casi quest’ultimo non può essere somministrato come nelle persone vulnerabili, che dovrebbero essere vaccinate dai medici di medicina generale, ma che spesso non ricevono il vaccino per mancanza di dosi. Il carico di vaccini negli hub arriva ogni mercoledì – continua Perrone – stiamo bene due, tre giorni e poi dobbiamo fare i salti mortali, perchè stiamo con l’acqua alla gola, spesso rimandiamo a casa i cittadini. Le dosi nei centri non bastano, figuriamoci se si riesce a fornire adeguatamente i medici di medicina generale.”

La Fsi – Usae ha chiesto a Montanaro che venisse affrontata tra le prime problematiche da risolvere l’indennità per il 118. Allo stesso modo il segretario della Fsi – Usae, ha sollecitato il direttore del dipartimento regionale, a che si definisca il processo di stabilizzazione delle postazioni 118 che a Lecce ancora non é del tutto operativo, come quello del servizio del trasporto secondario. Oltre a ciò Perrone ha ricordato anche l’applicazione del decreto legislativo 2020 anti Covid, che prevede tra le altre cose, l’assunzione degli infermieri di famiglia finanziati proprio dai fondi della pandemia.

Montanaro ha specificato che i fondi assegnati alla Puglia, da distribuire alle Asl, saranno suddivisi in base alle dosi di vaccino somministrate in rapporto alla popolazione residente. Il 75% delle somme sarà impiegato per il personale di comparto (infermieri, oss, autisti, ecc…..), il 25% per i dipendenti medici.

Risorse risicate secondo i sindacalisti che adesso attendono la prossima riunione, venerdì pomeriggio. “Intanto domani – riferisce Dario Cagnazzo della Uil – ci incontreremo con i vertici Asl Lecce, per discutere della stabilizzazione degli oss aventi diritto, in quanto in possesso dei 36 mesi di servizio.” Stiamo parlando di appena nove persone da assumere e che aspettano come per legge, di passare dopo tre anni di lavoro, da contratto a tempo determinato a indeterminato. “Una questione politica – dice Antonio Piccinno della Cisl – che si dovrebbe risolvere aggiornando l’attuale fabbisogno di personale, che ancora aspettiamo dall’Asl.”

“Nel frattempo – sottolinea Piccinno – l’azienda sanitaria di Lecce pensa di assumere 36 ausiliari, inserendoli come risorse necessarie all’odierna pianta organica. Si tratta di addetti a servizi non sanitari, che come tali dovrebbero essere assunti da SanitàService che ha già questo tipo di personale, mentre i lavoratori di prestazioni socio sanitarie devono essere necessariamente dipendenti dell’Asl, che però ha difficoltà ad assumere 9 operatori che servono in corsia”

Intanto i confederali hanno scritto una nota per chiedere i dati relativi al reale fabbisogno e capire chi deve essere ricollocato, non avendo ancora raggiunto il requisito di stabilizzazione dei 36 mesi di servizio. “E’stata prevista infatti – riferisce il sindacalista Cisl Antonio Piccinno – una ricollocazione per 25 oss nella Rsa di Aradeo, sarà data corsia preferenziale a chi ha lavorato nel Covid.
Altri lavoratori senza requisito dei tre anni di attività saranno assorbiti nella SanitàService che in queste ore pubblicherà un bando per i primi 36 posti e poi man mano arruolerà gli altri lavoratori rimanenti.
Dovrà essere attivata anche la procedura di internalizzazione per ausiliari, soccorritori del 118 per la restante parte potrà essere collocata nelle vaccinazioni.”

“Basta parole e riunioni, da Bari vogliamo fatti concreti – dice Floriano Polimeno segretario provinciale della Cgil – C’è stata ieri solo una riunione interlocutoria che non ha portato a niente, mentre abbiamo ancora tanti problemi in sospeso, tra questi anche il contratto della sanità privata Aiop – Aris. Un contratto scaduto 14 anni fa, rinnovato nell’ottobre 2020 con l’impegno delle regioni, tra cui anche la Puglia, di partecipare con il 50% al co-finanziamento affinchè sia possibile un adeguamento economico del contratto, ma di tutto questo ancora non si è fatto nulla da Bari.”

Roberta Grima
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