A 20 giorni dalla campanella, oltre ai docenti servono medici nelle scuole

A 20 giorni dalla campanella, oltre ai docenti servono medici nelle scuole

Venti giorni all’inizio della scuola e la preoccupazione per docenti e alunni c’é e si fa sentire. Il pensiero comune é come difendersi da un possibile contagio del virus Covid-19, come evitarlo e come prepararsi.

Monitorare il corpo docente
Al di la di come gli istituti scolastici si stiano attrezzando, quello che consigliano gli infettivologi é sottoporre sicuramente il personale scolastico al tampone. Più idoneo rispetto al test sierologico. I docenti infatti, come i collaboratori scolastici, transitano da un’aula all’altra ed è bene sapere se in quel momento sono portatori di virus o meno. Questa informazione si ha con il tampone che andrebbe fatto poco prima del 24 settembre, giorno di apertura della scuola. In questo modo si dà libero accesso al personlae risultato negativo, salvo ripetere il test a distanza anche di quindici giorni, monitorando il personale.

Più utili i tamponi
I test sierologici invece, servono per capire se si è venuti in contatto con il virus, se si hanno gli anticorpi e in che quantità. Tutte informazioni che però non danno lo stato di salute del momento, che é quello che serve quando si é entra in classe, ma si riferiscono più al periodo appena precedente. Anche questo può essere utile, ma non certamente da solo, occorre sempre il tampone per capire se oltre eventualmente ad aver contratto in precedenza il Covid, si è attualmente positivi o meno, anche perché il fatto di aver avuto contatti con il virus non significa che non si può contrarlo una seconda volta. Ecco perchè é consigliato ai professori e collaboratori scoalstici il tampone.

Serve un controllo tra i ragazzi
Diventa più complicato sottoporre a tampone gli studenti, che sono moltissimi, ma che si possono tenere a bada con semplici, ma ferree regole: in classe mantenere i banchi distanti, chi si alza per avvicinarsi al compagno o all’insegnante dovrebbe indossare la mascherina, disinfettarsi le mani frequentemente. Meglio avere poi, sempre lo stesso compagno di banco, seppure distante. Durante la ricrezione c’è naturalmente più rischio e se si vuole dare libero sfogo ai ragazzi che vorranno giustamente sgranchirsi le gambe e uscire dalla classe, l’importante – avvertono gli infettivologi – che ci sia l’uso della mascherina, ricordandosi sempre di disinfettarsi le mani. Fondamentale quindi il controllo delle regole da parte dei collaboratori scolastici, che soprattutto all’inizio di questo nuovo anno scolastico, ricoprono un ruolo prezioso.

Se ognuno fa la propria parte, sarà possibile far frequentare la scuola ai nostri ragazzi che hanno bisogno di stare ai banchi, tra i compagni, seguire le lezioni in presenza, avere un confronto diretto con i docenti. Non è impossibile, dipende da tutte le parti coinvolte: docenti, allievi, personale ATA, famiglie. Se poi ci fosse la presenza di un medico scolastico, sarebbe quel valore aggiunto che farebbe la differenza, con buone possibilità che gli studenti e i docenti possano lavorare in presenza.

Il medico scolastico per scongiurare la chiusura della scuola
Il medico scolastico potrebbe in effetti coordinare il tutto: gli accessi, i percorsi più corretti, una figura in grado di fornire le informazioni corrette, che supporti il/la dirigente scolastico nel far rispettare le regole, nell’individuare eventualmente a chi fare il test e quale tipo, sottoponendo a visite periodiche gli allievi e non solo. Un professionsita che sia referente sanitario per l’istituto e se pensiamo che ogni scuola si dovrà organizzare da sè, la presenza di un medico potrebbe significare evitare la chiusura dell’istituto, altamente possibile anche solo per un caso Covid. Le scuole più “brave” a far rispettare regole, a organizzarsi al meglio, saranno quelle che verranno lasciate aperte, lì dove le regole non saranno rispettate o dove mancherà un controllo o un’organizzazione efficiente, sarà più facile la chiusura.

Il medico nelle scuole non solo per il Covid
Proprio sulla presenza del medico scolastico si è espressa anche la politica: Antonella Laricchia, candidata alla presidenza della Puglia per il movimento 5 stelle, ha fatto sapere che tra le prime scelte che eventualmente adotterà qualora fosse a capo dell’amministrazione regionale, sarà proprio quella di istituire il medico nelle scuole pugliesi. Una figura che oltre ad essere referente per il Covid, potrà essere un punto di riferimento per temi come l’educazione alimentare e sessuale e per sensibilizzare sulla lotta al bullismo e prevenzione delle dipendenze come quella dal gioco d’azzardo, dalla droga, dall’alcool. “Grazie al medico scolastico – dice Laricchia – potrebbe finalmente diventare realtà anche il protocollo per la somministrazione di farmaci salvavita a scuola, sottoscritto da Regione e Ufficio Scolastico regionale nel 2018, ma mai diventato operativo.”

Puro populismo
“Pura demagogia – dichiara il candidato del gruppo indipendente Mario Conca – fermo restando la validità e l’utilità della figura del medico scolastico, non é pensabile la sua istituzione, se prima non si mette mano al sistema sanitario. E’evidente poi che la figura professionale – dice Conca – è prerogativa esclusiva dello Stato centrale, per cui mi pare che la posizione della Laricchia sia populistica.”

“Sull’utilità a cui assolveva il medico scolastico – continua il candidato presidente della lista civica a suo nome – non vi é dubbio quando faceva diagnosi precoci evitando sviluppo e diffusione di malattie anche gravi. La verità è che non si sa da dove li dobbiamo andare a prendere questi medici – riflette Mario Conca – visto che c’è penuria ovunque. Se prima non si riorganizza tutto il settore della sanità, liberalizzato l’accesso alla medicina, agganciando la specialistica all’epidemiologia, non si va da nessuna parte e si fa la fine dello psicologo di base: uno per ogni asl pugliese, in una regione di 4 milioni di abitanti. Ce ne vorrebbe uno per 50mila cittadini, quindi almeno 80 psicologi. Di cosa parliamo ? Concluede Conca – mi sa tanto che la storia del medico scolastico sia semplice spot elettorale.”

A dire la verità nel Lazio é stata già firmata un’ordinanza dal governatore Nicola Zingaretti, per reperire medici, infermieri e assistenti sanitari nelle scuole, per le quali si stima un fabbisogno di circa 500 unità.

Il Lazio però non è l’unica regione ad essersi mossa in tal senso, anche la Toscana ha aperto una call proprio per individuare dei medici da inserire nelle asl e mettere a disposizione delle scuole, mentre il ministro Speranza si é detto favorevole come il suo vice Sileri alla stretta integrazione tra ambiente scoalstico e medico. Sileri ha dichiarato che per una riapertura delle scuole in sicurezza va bene il tampone, i test sierologici, il metro di distanza e poi – ha aggiunto – “ragioniamo, nei mesi a venire, sulla presenza del medico nelle scuole seguendo le valutazioni del Ministero della Salute”. Forse sarebbe meglio ragionare prima piuttosto che dopo.

L’ex ministro dell’istruzione Valeria Fedeli, suggerisce intanto quello che a molti é venuto in mente: utilizzare i fondi del MES per assumere medici negli istituti scolastici.

Roberta Grima
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