Le donne con seno denso, di solito le più giovani, presentano un più alto rischio di sviluppare tumori mammari, in quanto il tessuto denso, può oscurare le lesioni neoplastiche in una mammografia tradizionale.
Per questo l’istituto oncologico salentino Calabrese, ha scelto di attrezzarsi di un mammografo 3D, al momento uno dei pochi nella provincia di Lecce di ultima generazione, in grado di leggere la densità del seno e restituire immagini più dettagliate, senza tralasciare alcuna area della mammella.
Con tecnologia più avanzata rispetto al mammografo tradizionale, è possibile infatti ottenere immagini in tre dimensioni del seno preso in esame, riuscendo a vedere in profondità, mantenendo sempre un basso dosaggio di radiazioni, al pari dell’apparecchiatura classica, ma con maggiore nitidezza delle immagini, ottenute in minor tempo.
Le donne del Salento e non solo, potranno quindi avere maggiore sicurezza nel sottoporsi all’esame di tomosintesi (mammografia in 3D), con una mammografia più accurata, più veloce, in grado di individuare le lesioni indipendentemente dall’età della donna e dal tipo di tessuto.
E’ stato dimostrato infatti, che solo l’esame in 3D individua fino al 40% di tumori invasivi in più, rispetto alla sola mammografia 2D. Ciò significa che se la mammografia convenzionale restituisce un quadro sospetto, che il medico ritiene di dover approfondire, viene eseguita nella stessa seduta la tomosintesi: un’ulteriore indagine che permette di accertare tumori al seno, anche in fase precocissima, con l’acquisizione di immagini che possono sfuggire al mammografo in 2D.
Con la apparecchiatura di ultima generazione il medico riesce a garantire alle donne esami di maggiore qualità, nel caso specifico con una serie di immagini del seno stratificato, senza che i vari strati di tessuto si sovrappongano, occultando possibili lesioni.
Naturalmente una mammografia innovativa e approfondita, evita eventuali esami di secondo e terzo livello, per cui non sarebbe necessario l’ago aspirato, la biopsia che vengono chiesti alla donna, quando c’è un sospetto che la mammografia tradizionale non è in grado di confermare.
“Va detto – ricorda la senologa Ilaria Cornacchia – che la mammografia resta l’arma principale per prevenire il cancro al seno, ancora la forma tumorale più presente nelle donne. In Italia ogni anno vengono scoperti più di 47mila nuovi casi, uno ogni otto donne. Si comprende bene quindi, come la mammografia rappresenti l’arma migliore contro questa malattia, individuando le lesioni quando ancora non è palpabile il tumore, dal quale, bisogna ricordare, si può guarire con successo, se preso in tempo.
La mammografia di solito è consigliato alle donne a partire dai 37 anni di età, dai 35 se hanno familiarità, l’esame non ha alcuna controindicazione, se non per le donne in gravidanza e coloro che allattano, può inoltre essere eseguito in qualunque fase del ciclo mestruale” – continua la dottoressa Cornacchia – e anche chi ha protesi può sottoporsi alla mammografia, purché lo comunichi al personale tecnico.
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