Come restare sempre idratati

Come restare sempre idratati

RUBRICA a cura della FARMACIA CASILLI – via Leuzzi 11 – GALATONE

L’acqua è il composto più diffuso in natura e nell’uomo, costituisce circa il 60-65% del peso corporeo. E’
coinvolta in una serie di funzioni: solvente per numerose sostanze chimiche; regola la temperatura
corporea e il volume cellulare; rende possibile il trasporto di nutrienti e la rimozione di scorie metaboliche;
favorisce i processi digestivi ed è fonte di sali minerali.

Per questo é importante mantenere sempre l’apporto idrico nel nostro organismo, sopratutto d’estate, quando le alte temperature portano alla disidratazione di grandi e piccini. Le perdite idriche dell’organismo, possono essere renali ed extra- renali, quindi tramite sudore, feci e con la “traspirazione insensibile”. E’ un processo fisiologico che consiste nella perdita continua ed impercettibile, di piccole quote d’acqua dalla pelle, dalle mucose e dalle vie respiratorie.

Ora, per introdurre acqua nel nostro organismo, va tenuto presente, che l’apporto idrico si ha per 2 vie: attraverso cibo (500-900ml) e bevande (800-1500ml) e tramite l’acqua endogena, prodotta con il metabolismo. Quest’ultima però non é sufficiente a coprire il fabbisogno.

ACCLIMATAZIONE
Oltre a idratarsi, é importante in alcuni casi, anche contenere le perdite di liquidi. Questo fenomeno avviene di norma quando c’é un cambiamento della temperatura e il nostro corpo attiva tutti i meccanismi per adeguarsi.
E’ un fenomeno che consente di contenere la sudorazione, risparmiando contemporaneamente sodio. Solitamente si instaura dopo 10 giorni di esposizione alle nuove condizioni ambientali. Gli organi fortemente irrorati di sangue, vengono “riconsiderati” e verranno dunque irrorati meno. Per esempio, il rene, che di norma è il più irrorato, durante l’acclimatazione, viene messo da parte per dare più sangue ad altri organi ed apparati. Avremo così, una riduzione della temperatura sia cutanea, sia profonda, ed una maggiore disponibilità di sangue per i muscoli, oltre ad risparmio di carboidrati.

TERMOREGOLAZIONE
L’acclimatazione è strettamente collegata ad un altro fenomeno fondamentale per combattere i colpi di calore: la termoregolazione, che permette di mantenere costante la temperatura corporea. Questa infatti prevede:
– Dispersione del calore: il trasferimento del calore dal sito di produzione (organi interni come fegato, cervello, muscoli), alla periferia attraverso il torrente circolatorio e la capacità della cute di cedere calore all’ambiente;
– Trattenimento del calore (sistema termoisolante), tramite il grasso sottocutaneo e la continua vasocostrizione e vasodilatazione del letto capillare, al variare della temperatura.

La termoregolazione è importante per evitare l’ipertermia e il colpo di calore: è una situazione patologica
nella quale la temperatura corporea aumenta, a causa dell’esposizione al calore (non si tratta di febbre).
Temperature interne superiori a 40° C, iniziano ad essere pericolose per la vita, mentre oltre i 43° C la morte
è quasi certa. Accade che spesso, come negli allenamenti durante i primi caldi primaverili, la termo dispersione non è sufficiente, a causa di uno scarso adattamento cardiocircolatorio. I sintomi iniziali sono: confusione, crampi muscolari, nausea e vomito. Inoltre l’ipertermia danneggia le cellule celebrali.

E’ importante idratarsi anche per abbassare la temeperatura, quando la dispersione di calore non è sufficiente. A proposito di idratazione e termoregolazione, la storia ci ricorda l’importanza con piccoli aneddoti, come per
esempio La Guerra dei SEI GIORNI (1967), dove è stato stimato che 20.000 Soldati Egiziani morirono a causa
della disidratazione e del colpo di calore (Hubbard et al. 1982) o ancora si dice che i fuochisti delle navi a
vapore bevessero 36 litri al giorno, come pure oggi, ai militari israeliani viene consigliato, quando in
missione nel deserto, di bere un litro ogni ora. Ed infine, come non ricordare Fernando Alonso durante il GP
del Barhain 2009, che riuscì a completare la gara nonostante l’impossibilità di bere durante gran parte del
GP stesso, rischiando il collasso una volta uscito dalla monoposto?

IDRATAZIONE SPORTIVA
Moltissimi atleti, anche professionisti, iniziano una competizione in uno stato di disidratazione. Football e basketball, sono per esempio, tra gli sport, dove la termoregolazione è più difficile. Amstrong nel 1985 dimostrò che iniziare un’attività fisica, in uno stato di disidratazione del 1,5-2%, può seriamente compromettere la prestazione di gara, anche relativamente brevi, come i 1500 m di corsa. Una carenza di acqua superiore al 2-3% del peso corporeo, peggiora la prestazione sportiva. Prima dell’inizio dell’attività è necessario che gli atleti siano ben idratati. Durante l’esercizio, bisogna assumere una quantità sufficiente di liquidi, facendo attenzione a non introdurli in eccesso rispetto a quelli persi con la sudorazione. Nella fase di recupero infine, dovrebbero essere reintrodotti circa 500- 750 mL di liquido per ogni 0,5 kg di peso corporeo, perduto con l’esercizio.

SALI E FUNZIONI
Anche chi non pratica sport, però può essere soggetto a ingenti perdite idriche, che andrebbero reintegrate. Si perdono sali minerali e nello specifico, potassio, sodio, magnesio, cloro, che vengono eliminati con il sudore e comportano una conseguente sensazione di stanchezza. Il potassio ed il magnesio, intervengono nel corretto funzionamento del sistema nervoso e nella regolazione della pressione sanguigna. Il magnesio, ma soprattutto il calcio, gioca un ruolo cruciale nel mantenimento della normale funzione muscolare e nel sostegno di ossa e denti. Una carenza di calcio, può dare rachitismo ed osteoporosi. Il sodio aiuta invece a regolare la permeabilità delle membrane cellulari, ma un’eccessiva assunzione, a causa di una cattiva alimentazione, può addirittura predisporre all’ipertensione. Il cloro, presente naturalmente nel succo gastrico, partecipa alla digestione e alla regolazione della pressione osmotica. Negli integratori idrosalini, talvolta, per un effetto sinergico, troviamo l’aggiunta di vitamine B e di acido folico che possono contribuire al metabolismo energetico e alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.

Va detto che sugli integratori, devono sempre essere indicati i Valori Nutritivi di Riferimento (NRV). Questi indicano le quantità di nutritivi messi a disposizione in una dose giornaliera: è il dosaggio minimo di una vitamina o di un minerale che deve essere assunto quotidianamente per evitare carenze nutrizionali e mantenersi in salute.

INTEGRATORI SALINI
Molto spesso si parla di integratori salini e non mancano le opinioni contrastanti. Tuttavia, la scienza ci dimostra come l’integrazione degli integratori salini, sia necessaria a supportare la dieta che oggi, non è sufficiente per apportare tutti quei nutrienti che servono per conservare una salute ottimale a lungo. Oggi si parla di micro carenze croniche che, se pur non responsabili di patologie importanti, sono alla base di un precoce invecchiamento. L’organismo non è in grado di sintetizzare alcun minerale che quindi é necessario introdurre con la dieta alimentare e bevande.
L’integratore salino però, ci permette di avere i minerali in una forma chelata, cioè trasformata in modo tale che sia assimilabile dall’organismo, quindi biodisponibile, perché possano avvenire reazioni con liberazione di energia, visto che i minerali non la forniscono direttamente.

Per mantenere un livello ematico accettabile di sicurezza dei sali minerali, soprattutto in estate, quando la sudorazione potrebbe spostare l’ago del bilancio idrico sull’escrezione e non sulle entrate, occorre reintegrarli quotidianamente e abbinare una dieta mista, in grado di fornire i sali necessari per il benessere dell’organismo.

NON SOLO D’ESTATE
A supporto di quanto detto, e per smentire la moda dell’integratore salino “solo in estate”, ricordiamo che esistono numerosi casi, in cui in loro reintegro non è legato al periodo estivo e alle alte temperature. Per esempio, un soggetto ipoteso lo è per tutto l’anno, e il reintegro di magnesio e potassio è consigliato sempre. Le persone anziane, nelle quali la peristalsi (movimento muscolare dell’intestino) è rallentata, sono spesso soggette a intossicazioni e dissenteria, ed anche in questi casi, il salino è fondamentale, con l’aggiunta, se possibile, di glucosio e fermenti lattici. Chi pratica degli sport di resistenza poi, richiede sforzi prolungati e le perdite di liquidi e sali minerali sono la prima causa di crampi e spossatezza. C’è anche chi, per terapie croniche, assume particolari diuretici, che comportano una modifica del bilancio idrico e prevedono, sotto stretto controllo medico, l’abbinamento ad un preciso prodotto salino. Anche nel caso di febbri molto forti (soprattutto nei bambini piccoli), vomito e dissenteria occasionale, l’integratore salino ripristina le sostanze perse.

Roberta Grima
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