“Bisogna dire le cose come stanno – ha detto il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale “San Martino” di Genova e presidente della società italiana di terapia antinfettiva. Se non si danno le corrette informazioni, la gente ha poi paura e domanda cosa accade se contrae il coronavirus, senza sapere che per l’80% dei casi si guarisce. La Cina ha dimostrato che solo il 15% dei casi evidenzia una sintomatologia più aggressiva, appena il 0,5% sono invece i decessi. Una letalità bassa, molto vicina al tasso di mortalità registrato nel 2009 con il virus H1N1, eppure venne superata con successo, senza azioni drastiche con chiusure di locali, cinema, supermercati e ristoaranti.”
I medici hanno affrontato di peggio negli anni passati
“E’stato affrontato ben di peggio – ha ricordato il professor Bassetti – perchè la H1N1 ovvero la suina, diffusasi in Italia e non solo, portò solo nella città di Genova 100 ricoveri in rianimazione, con oltre 10 decessi, ma noi medici abbiamo lavorato serenamente, senza sovraesposizione mediatica del problema.”
Possiamo paralizzare un paese intero?
“Quello che serve adesso non è certo l’allarme esagerato, ormai dopo i casi di Lodi, Padova e poi Piemonte, é evidente che il virus è entrato anche nel nostro paese, come sia stato possible è da vedere in secondo momento, noi infettivologi però dobbiamo lavorare serenamente e non possiamo stare sottopressione a causa proprio di questo eccessivo allarmismo.”
Certo una volta in circolazione non si può pensare di chiudere tutto, nè si può pensare di fare dell’Italia un lazzaretto, certamente il virus va contenuto il più possibile ma con razionalità, possiamo fermare un intero paese? Siamo sicuri che questa sia la giusta soluzione?
“Con questo non significa che dobbiamo minimizzare il problema – ha aggiunto Bassetti – ma bisogna essere relisti. I casi che ci sono stati, dimostrano come questo virus oramai sia in circolazione, lo sarà sepre di più ed è evidente che non possiamo paralizzare delle intere città, il che non farebbe altro che creare ancora di più la paura tra i cittadini. Questo virus – ha concluso Bassetti – ha lo stesso indice di mortalità della pandemia che ci fù nel 2009, con una tasso di letalità pari alla 0,5%.” Ben più basso della normale influenza.
“Anche in Cina – ha detto l’infettivologo – dove il sistema sanitario non è riuscito a contenere l’elevata contagiosità, ci sono stati dei decessi, ma si è trattato di persone anziane o affette già da altre malattie, nessuno dice però che nell’85% la gente è guarita.”
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