Emergenza Covid, liste di attesa, organizzazione. Presto un tavolo tra asl e confederali

Emergenza Covid, liste di attesa, organizzazione. Presto un tavolo tra asl e confederali

Un tavolo urgente con il direttore generale dell’asl salentina Rodolfo Rollo, per un confronto sui temi caldi della sanità: come smaltire quelle prestazioni sanitarie già fissate prima del Covid, come gestire le liste di attesa, come organizzare la rete ospedaliera alla luce di una possibile seconda ondata del Corona virus e come si intende potenziare la medicina del territorio, strategica per un buon funzionamento anche dei servizi ospedalieri. Infine come gestire l’attività delle RSA, mettendo in sicurezza la salute degli anziani nelle strutture che sono risultate critiche, per la diffusione del virus.

Aperta una vertenza verso l’asl sui ritardi di prestazioni sanitarie
Questi i punti che Cisl, Cgil, Uil e rispettive federazioni pensionati, vorrebbero discutere con i vertici asl. Già una settimana fa la federazione pensionati Cisl, aveva lanciato l’allarme sui disagi di tanti anziani. Questi, non riuscendo ad ottenere le visite o gli esami prenotati prima del Covid, in tempi ragionevoli, si sono visti costretti a rivolgersi nei centri privati. Da qui il mandato da parte dei pensionati alla federazione Cisl, unitariamente a SPI-Cgil e UILP-Uil, di aprire una vertenza nei confronti dell’azineda sanitaria leccese, che “guarda caso proprio oggi sulla stampa – come dice Antonio Zippo, segretario generale della Fnp – Cisl – fa sapere che presto le sigle sindacali verranno convocate al tavolo tecnico.”

“Nel caso in cui non ci saranno risultati tangibili nel breve tempo – aveva riferito durante l’esecutivo della settimana scorsa Antonio Zippo – programmeremo azioni di protesta a tutela delle migliaia di pensionati rappresentati dalla Fnp – Cisl di Lecce.” E la rispsota dell’asl non si é fatta attendere, a breve quindi l’incontro anche con le altre sigle confederali.

Una falsa partenza
“La ripartenza dei servizi sanitari dopo il Covid-19 – ha detto Antonio Zippo – è stata sin’ora una falsa partenza. Anche se l’emergenza sanitaria sembra essere finita – continua il sindacalista – nel territorio si registrano notevoli difficoltà ad ottenere una visita o un esame in tempi ragionevoli. Vorremmo capire quanto c’è ancora di arretrato che deve essere smaltito.”

Potenziare il territorio
Il sindacalista ha parlato nei giorni scorsi durante l’esecutivo della federazione, sottolineando l’importanza di mettere mano da parte di chi amministra la sanità, sulle strutture territoriali, ponendole nelle condizioni di lavorare, a partire dai piccoli interventi che possono essere eseguiti territorialmente e che intanto possono smaltire tutte le richieste che non richiedono l’ospedalizzazione.

L’assistenza domiciliare, un’altra grave carenza
Piena condivisione è stata espressa dagli iscritti sulla piattaforma regionale della federazione pensionati Cisl, non solo, ma anche dalle altre federazioni pensionati e sigle confederali che, unitariamente hanno chiesto il confronto con l’azienda sanitaria. Cisl, Cgil, Uil e rispettive federazioni pensionati, concordano nella necessità di investire nei servizi territoriali, potenziando le strutture ambulatoriali di apparecchiature, di personale, si da poter essere messi nelle condizioni di lavorare a pieno regime, riuscendo a evadere le richieste, soprattutto quelle radiologiche. I sindacati chiedono anche un potenziamento dell’assistenza domicilare, altro punto dolente proprio per la grave carenza di figure professionali, che, se venissero incrementate, eviterebbero i tanti accessi ospedalieri.

Programmare i servizi in base alla popolazione
L’obiettivo dell’incontro – spiegano i confederali – è quello di individuare delle soluzioni facendo riferimento a modelli virtuosi, ad una corretta gestione delle agende di prenotazione, tenendo conto dell’approprietezza e delle priorità sanitarie che sono diverse da quelle cronologiche. Per i sindacalisti vanno ottimizzate le risorse disponibili sia umane che strumentali, non ultimo va attuato il piano aziendale varato da tempo. Tra le priorità individuate dai confederali, il reclutamento di personale che possa colmare le carenze dovute ai tanti pensionamenti, programmando il fabbisogno effettivo, di una popolazione che sta cambiando, diventanto per esempio sempre più anziana.

Altri temi di discussione che saranno portati dai confederali, all’asl: il rapporto con la sanità privata da rimodulare alla luce delle nuove necessità della popolazione, sia in temini di tempi di attesa, per cui il privato può supportare il pubblico per smaltire l’arretrato a carico dell’asl, sia in termini di nuovi servizi da offrire.

Assumere negli uffici amminsitrativi
Non meno importante è per i rappresentati sindacali, anche la comunicazione all’utenza, alla quale fornire tutte le informazioni utili di servizio. Per questo, ma non solo, andrebbe riorganizzata la macchina amministrativa, anche per snellire e velocizzare le tante procedure che molto spesso rallentano i servizi. Ritardi che poi si ripercuotono sui pazienti. Sono da incrementare perciò, anche i dipendenti amministrativi – dicono i segretari sindacali.

C’è poi il grande tema del Covid e della possibile nuova ondata che – sottolinea Zippo, segretario Fnp -Cisl – non deve coglierci impreparati. In particalare é da discutere la rete ospedaliera e capire come intenda l’asl gestire l’eventuale ritorno del virus, soprattutto come tutelare la salute degli anziani nelle RSA che, come sappiamo, sono stati centri critici per la diffusione del Corona virus.

Più controlli se si si vuol far parte del sistema sanitario pugliese
Proprio per questo, la federazione pensionati Cisl, aveva discusso durante l’esecutivo della settimana scorsa, della necessità di revisionare la normativa e regolamentare da parte del governo pugliese, i criteri di accreditamento delle RSA al sistema sanitario regionale, potenziando i monitoraggi ed i controlli e definendo meglio la governance delle stesse strutture.

Certificare i centri sicuri
L’esecutivo aveva proposto inoltre, l’obbligatorietà della certificazione di qualità e l’introduzione di criteri di premialità per l’attestazione etica delle strutture convenzionate con la Regione Puglia.

di Isabella Gubello

Roberta Grima
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