Mangiare bene come i nostri nonni

Mangiare bene come i nostri nonni

“Mangiare bene, rimanendo in forma, si può senza grossi sacrifici, basta variare l’alimentazione e fare attività fisica”. A parlare é la dottoressa Raheli, biologa nutrizionista. “Tanto per cominciare – dice la dottoressa – il sovrappeso che adesso tutti vogliamo eliminare, per arrivare più magri durante la bella stagione, non è detto che sia effettivo, spesso si tratta di pura ritenzione idrica. Il peso corporeo infatti è composto da massa grassa, massa magra, acqua e se non si beve sufficientemente o si mangia molto a base integrale, la bilancia può segnare quei chili in più, dettati non tanto dal grasso, ma dalla ritenzione idrica. In questo caso basta bere di più e vedere che si possono perdere subito anche tre chili in due giorni!”

“Allo stesso modo chi elimina i carboidrati dai propri pasti pensando di calare di peso, sbaglia – avverte la dottoressa Raheli – si dimagrisce male, ovvero si perde la massa magra, questo accade in tante donne che vediamo sciuparsi di seno, in viso, restando però rotonde sui fianchi che invece si vorrebbe tanto vedere più ridotti, eliminando il grasso. Questo succede quando si salta un pasto, pensando di calar di peso, quando invece viene provocato un accumulo di grasso. Una sorta di meccanismo di difesa del nostro organismo che dopo un digiuno, trattiene tutto quanto il grasso, non appena viene ingerito qualcosa.”

Per dimagrire correttamente quindi, occorre mangiar bene, riducendo e i grassi animali e zuccheri raffinati, uno stile al quale lo stesso organismo é propenso, con una alimentazione varia, pensata in funzione della vita che si fa e dell’età. Sicuramente ci sono delle precauzioni valide per tutti, come la riduzione, se non addirittura l’eliminazione del latte e della soya. “Il primo – spiega la dottoressa Raheli – lo sconsiglio anche ai bambini perché l’acidificazione sottrae calcio dalle nostre ossa. Più un alimento è acido, come appunto il latte e più l’organismo si impoverisce di calcio, che quindi converrebbe inserire tramite altri alimenti, come: broccoli, carciofi, bietole, radicchio, spinaci, noci, mandorle, ma soprattutto tramite l’acqua, ricca di calcio, basta leggere l’etichetta. L’acidità invece del latte mobilita il calcio dell’organismo impoverendolo e quello che viene inserito non copre la quantità persa.”

Per irrobustire le nostre ossa, la dottoressa Raheli suggerisce piuttosto tanto sport e tanta acqua. “D’altronde – dice – ci sono persone della generazione passata cresciute con il latte che oggi, nonostante ciò, accusano la presenza di osteoporosi, qualcosa vorrà dire”.

Anche la soya per la nutrizionista Raheli non è consigliabile, per lei si tratta di un legume contenente sostanze simili agli estrogeni, per cui consumata in grande quantità, potrebbe provocare danni al nostro corpo. Su questo ci sono pareri discordanti, chi ritiene che per questa ragione la soya addirittura favorisce la crescita di alcuni tumori, chi invece parla di una mancata evidenza scientifica.

Resta valida invece l’idea che la vera dieta mediterranea, quella dei nostri contadini, variegata ed equilibrata, fa bene a tutti, a qualsiasi età e in qualunque condizione. Si tratta di uno stile di vita alimentare adatto anche alle donne in gravidanza o in menopausa per esempio. Una donna al quarto o quinto mese, così come una ragazza in crescita o una donna anziana, potrebbe inserire nella sua alimentazione le fave nette, ricchissime di proteine vegetali, stessa cosa il pesce, meglio se non di grossa taglia, così come nessuno dovrebbe eliminare le uova limitate però a due vote la settimana, anche carboidrati andrebbero inseriti senza cancellarli dall’alimentazione, come spesso invece succede in gravidanza, stessa cosa per la carne anche rossa, ma una volta alla settimana, infine tanti legumi, proprio come si faceva 50 anni fa. Certo cinquant’anni fa – dice la dottoressa Raheli – il grano del nostro pane o della pasta era molto tostato, più ricco di fibre, era soprattutto grano locale e certamente non veniva preso dall’America, molto più raffinato. Se si riuscisse a recuperare le nostre tradizioni e nostri cibi genuini, avremmo trovato l’elisir di lunga vita.

Intanto però si può pensare ad una colazione fatta a base di frutta, per esempio, per sostituire il latte ai ragazzi e inserire una delle tre porzioni previste ogni giorno di frutta, che si può introdurre anche a merenda a scuola, oltre a fine pasto. Due almeno le porzioni giornaliere di verdura. Al mattino va bene anche il thè o qualsiasi altra tisana, i carboidrati che non devono – secondo la dottoressa – essere demonizzati, sarebbe meglio variarli, alternando pasta, riso, farro, grano, orzo. Naturalmente se si mangia il pane a pranzo – aggiunge la dottoressa Raheli – è inutile la porzione di carboidrati.”

Se è vero che non bisogna rinunciare a nulla, via libera anche ai dolci, ma una volta la settimana, un tempo si compravano le paste solo alla domenica, dopo la santa messa. Zuccheri si quindi, ma con moderazione, sapendo che la cannella per esempio che viene messa in alcuni dolci, aiuta chi ha la glicemia alta, perché assimila meglio lo zucchero.

Roberta Grima
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