Poco sale nei nostri piatti, ma che sia iodato

Poco sale nei nostri piatti, ma che sia iodato

Poco sale, ma iodato. Mangiare senza sale, é sbagliato così come mangiare troppo salato. A dirlo è il dottor Roberto Negro, responsabile dell’ambulatorio di endocrinologia presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

“Spesso- chiarisce lo specialista – le donne, sopratutto di nuova generazione, sono convinte che mangiare senza sale, sia la cosa migliore per la loro salute. Non è così, perché ciascuno di noi dovrebbe assicurarsi una quantità di iodio sufficiente per il buon funzionamento della tiroide e questo quantitativo equivale a 5 grammi al giorno di sale, purché iodato.” In realtà in Italia e anche in Puglia, l’alimentazione è ancora troppo salata, pari a 8 grammi di sale giornalieri, il che non apporta alcun beneficio se questo non è iodato.

A prestare attenzione a come mangiare, devono essere sopratutto le donne, perché le malattie tiroidee colpiscono, nella maggior parte dei casi, il sesso femminile.
La patologia più frequente é la tiroidite cronica auto immune, conosciuta anche come tiroidite di Hashimoto, che coinvolge il 10% delle donne, in questa malattia si riproducono anticorpi contro la stessa ghiandola tiroidea, che così viene lentamente danneggiata, causandone una funzionalità ridotta, da qui si genera l’ipotiroidismo. Mediamente, il 2,5% della popolazione in particolare femminile, è affetta da ipotiroidismo.

I campanelli d’allarme ai quali prestare attenzione, che potrebbero segnalare la patologia sono:
stanchezza, difficoltà a ricordare, ridotta capacità di concentrazione, facile affaticamento, sino alla bradicardia, ovvero quando il cuore batte più lentamente del normale. “Questi disturbi – aggiunge il dottor Negro – sono comuni nell’ipotiroidismo, ma sono molto aspecifici e si riscontrano anche in pazienti la cui tiroide funziona benissimo. Buona norma quindi, é, per le donne dai 30 anni in sù, il controllo degli esami una volta ogni cinque anni, perché entrambe le patologie tiroidee, aumentano con l’età.
Il controllo degli esami, va fatto anche in caso di gravidanza o in previsione di questa, per evitare che un mal funzionamento della tiroide possa comportare complicanze durante la gestazione, per lo sviluppo cerebrale del feto.

Dr. Roberto Negro

Dr. Roberto Negro

Altra situazione frequente, sempre nelle donne, sono i noduli tiroidei, anche questi aumentano con l’aumentare dell’età. Dopo i 50 anni infatti, il 50% delle donne presentano almeno un nodulo alla tiroide.

Più rari invece, sono i tumori tiroidei, che – aggiunge il dottor Negro – fortunatamente non sono di norma particolarmente aggressivi, di solito hanno un andamento benigno. Questo viene eliminato, se comprime, creando difficoltà respiratorie, o alla deglutizione oppure se si ingrosso al punto tale da risultare anti estetico.

Oggi tuttavia si può ricorrere all’ablazione con laser, metodica che “brucia” il nodulo” evitando il tradizionale intervento chirurgico, con successivo ipotiroidismo permanente; è stato inoltre dimostrato che tale metodica consente un risparmio di costi immediati e a lungo termine, rispetto all’intervento chirurgico. Il vantaggio di evitare la sala operatoria e relative conseguenze anche di costi, preferendo la metodica ambulatoriale. Non tutti i noduli però possono essere trattati con la termoablazione, ma solo quelli di dimensioni tali da dare disturbi di compressione o inestetismo del collo; ovviamente tale tecnica è riservata ai noduli benigni.

A fronte del fatto che i noduli della tiroide sono molto frequenti, i tumori però sono più rari rispetto ai noduli benigni e – aggiunge il dottor Negro – fortunatamente non sono di norma particolarmente aggressivi, di solito hanno un andamento non letale. Questi vengono risolti con l'intervento chirurgico e successivamente, se necessario, con la terapia radio – metabolica. A rischiare una forma tumorale alla ghiandola tiroidea, sono le donne che in famiglia hanno avuto qualcuno già colpito da neoplasia tiroidea, altro fattore di rischio é l'esposizione a radiazioni al collo, come la radioterapia.”

Prevenire le malattie tiroidee si può, grazie ad un apporto sufficiente di iodio. Per questo è importante l’uso di sale iodato. “Il territorio italiano – osserva lo specialista – è ancora carente di iodio, l’alimentazione da questo punto di vista non è sempre corretta: il sale, seppure iodato non serve se messo nell’acqua della pasta o delle verdure, perché perde le sue proprietà benefiche, che invece sono efficaci, se consumato a crudo. Va anche rispettato il giusto dosaggio: 5 grammi di sale iodato al giorno per gli adulti. In Italia però, la popolazione ne consuma in media 8. I due eccessi sono errati – avverte il dottor Negro – troppo poco sale non garantisce il quantitativo sufficiente di iodio, ma anche l’uso in eccesso non va bene perché aumenta il rischio di ipertensione e malattie cardio vascolari.

sale_iodato

Secondo le indicazioni dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità), anche i bambini dovrebbero consumare sale iodato. Infatti secondo gli studi dell’OSNAMI (osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodioprofilassi), condotti negli ultimi tre anni, su 4.000 bambini in età scolare, residenti in nove Regioni esaminate, solo in tre di queste – Liguria, Toscana, Sicilia – si registrano valori adeguati. In tutte le altre (Piemonte, Lombardia, Veneto, Molise, Puglia, Calabria), si è ancora al di sotto della soglia. Ciò spiegherebbe anche perché i più piccoli soffrono di gozzo e di disturbi correlati alla carenza iodica.

Senza arrivare alle situazioni drammatiche che possono verificarsi se l’insufficienza di iodio è molto grave, (deficit cognitivi e intellettivi), va tenuto conto che dall’istituto superiore di sanità, avvertono che anche i bambini con carenza iodica lieve, possono mostrare quozienti intellettivi più bassi della media, cavarsela peggio nelle prove di linguaggio e memoria e, a scuola, fare un po’ più fatica degli altri.

Visto che la campanella delle elementari suonerà il 15 settembre prossimo, l’invito é quello di cominciare l’anno scolastico con l’uso dello iodio anche nelle pietanze dei nostri figli, questo aiuterà a prevenire la comparsa di noduli e disfunzioni della tiroide, in età adulta

Roberta Grima
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