“Dal 24 settembre scorso – si legge nel comunicato stampa dell’asl salentina del 1 ottobre – è possibile con l’ausilio delle cellule staminali, salvare il piede diabetico dal rischio dell’amputazione. Nel “Vito Fazzi” di Lecce, infatti per la prima volta è stato eseguito un autotrapianto di cellule staminali nel piede diabetico.”
Non vi è ancora certezza assoluta di guarigione
A dire la verità si tratta di un prelievo di cellule staminali re – immesse nello stesso paziente.
Sempre a dirla tutta, non vi sarebbe ancora sufficiente esperienza e casistica, per affermare che la re – immissione di cellule staminali evita certamente l’amputazione di un arto. Ma questa informazione nel comunicato non è esplicitata.
E’scritto invece che nella neuroradiologia del “Vito Fazzi”, “é stato eseguito il primo concreto risultato dell’attività della nuova équipe del piede diabetico, che ha riunito attorno al paziente, in precedenza ricoverato in Chirurgia Plastica, diverse competenze e professionalità in grado di lavorare in team, con un approccio multidisciplinare, per raggiungere un obiettivo che sino all’altro giorno, sembrava irraggiungibile. Assieme al direttore della Neuroradiologia, dr Fernando Lupo, hanno operato i medici radiologi interventisti Spano, Prudenzano e Giordano e il direttore dell’unità di Ematologia, dr. Nicola Di Renzo, coadiuvati dal personale infermieristico di Neuroradiologia e del Centro trasfusionale.”
Una tecnica veloce
“L’intervento è durato 45 minuti, tempo strettamente necessario – spiegano dall’asl – per prelevare il midollo rosso dalla spina iliaca, centrifugarlo in un apposito macchinario in modo da separare globuli rossi e piastrine, dalle cellule staminali e quindi, attraverso un circuito chiuso, re-immettere quest’ultime per via percutanea e sotto guida ecografica, lì dove c’é il vaso chiuso, ormai sclerotizzato.”
Agire quando non c’è nulla da fare oltre l’amputazione
“Va chiarito – si legge ancora nella nota asl – che questo delicato intervento in pazienti diabetici cronici, è considerato dagli esperti l’ultima spiaggia prima del ricorso all’ortopedico, costretto ad amputare l’arto. Il diabete infatti impedisce l’afflusso del sangue sino a causare ulcerazioni, cancrena e possibili infezioni: rischi fatali, se non si interviene tempestivamente, il più delle volte con l’amputazione.”
Cosa accade a distanza di anni?
Come affermato nello stesso comunicato asl, la tecnica rappresenta attualmente l’ultima spiaggia prima dell’amputazione, perché non ci sono sufficienti studi, che indicano cosa accade a distanza di 10, 20 anni per esempio, se cioè vi può essere comunque il rischio di amputazione o se invece questa possibilità è eliminata definitivamente.
E’ certa l’eliminazione del dolore
L’asl scrive inoltre che “l’immissione delle cellule staminali, nello stesso sito in cui “viaggiano” vasi e nervi consente, nel giro di pochi mesi, di “salvare” l’arto ormai compromesso, rivascolarizzandolo e facendo scomparire i fenomeni di ischemia. Nell’immediato, inoltre, il paziente vedrà svanire completamente il dolore.”
Lecce dà un servizio che cambia la qualità della vita
«L’intervento – spiega il dr. Lupo – è stato eseguito per la prima volta a Lecce ed è un motivo di soddisfazione per le professionalità coinvolte e per la nostra azienda sanitaria. I vantaggi per il paziente sono evidenti: recuperare l’arto e la sua funzionalità significa riacquistare qualità della vita. Fondamentale é riuscire a ridare una speranza tangibile a pazienti diabetici cronici, colpiti da ulcere inguaribili, già sottoposti a numerosi interventi di rivascolarizzazione. Oggi, grazie all’équipe per il piede diabetico, mettiamo a disposizione di queste persone così duramente segnate, una possibilità innovativa ed efficace».
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