Il tumore alla prostata spesso, come molti tumori é asintomatico, la persona cioé non avverte nulla di particolare da farlo insospettire, i sintomi molte volte vengono avvertiti quando la malattia é già in fase avanzata, per questo é importante fare prevenzione, sopratutto dopo i 50 anni é bene che gli uomini si controllino, facendo una volta l’anno una visita urologica e il controllo del psa, tramite un semplice esame del sangue. Piccole quantità di questa proteina sono normali nella prostata, ma quando il livello é più alto della norma, allora é il caso di fare ulteriori indagini. Solitamente il medico richiede la tac o la risonanza e solo in casi di dubbi, la pet. Il problema é che quando l’innalzamento del psa é minimo, spesso nella tac o risonanza non si riesce a vedere con certezza la presenza di un tumore o meno.
Soprattutto in questi casi diventa utile la pet-psma. Non si tratta della pet tradizionale, bensì dell’esame eseguito però con un radiofarmaco nuovo_ il rame CU-64. Quest’ultimo viene iniettato nel paziente e una volta in circolazione, viene seguito nel percorso tramite la pet dallo specialista, che sarà in grado di vedere bene la presenza di cellule maligne oppure no. Il nuovo radiofarmaco diverso dal fluoro18, quello tradizionale, ha infatti una sensibilità molto più alta al psa, la proteina sintetizzata dalla prostata, per questo, quando lo specialista vede un accumulo del radiofarmaco, vuol dire che c’é una concentrazione maggiore del psa, ciò avviene anche quando il psa é di poco superiore alla norma ed é più difficile individuare la presenza di tumore con le apparecchiature tradizionali o se il radiofarmaco della pet non é altamente sensibile.
“Utilizzando un radiofarmaco innovativo, il rame 64-CU – spiega il dottor Marco Pisciotta, specialista in medicina nucleare – é possibile tramite la pet individuare il tumore nelle fasi più precoci, quando dagli esami del sangue il livello del psa per esempio, non é molto elevato ma passa da 0 a 1, diventa difficile con la pet tradizionale a base di fluor18, individuare le cellule maligne, cosa che con il rame 64-CU invece é possibile. Il radiofarmaco é infatti molto più sensibile del tradizionale al psa.”
“Un esempio classico é quello di un uomo che nel 2010 é stato sottoposto all’intervento chirurgico, con l’asportazione della prostata, nel 2017 la persona fa gli esami del sangue e il suo psa é leggermente alto, ma di poco rispetto ai valori normali, al punto che – spiega il dottor Pisciotta – la pet tradizionale non indicava nulla di significativo, il livello del psa non era così alto da segnare un’anomalia. L’uomo ripete però gli esami e la proteina continuava a crescere, seppure in misura minima, ma in modo costante, così il paziente si sottopone alla pet ma questa volta con il rame, molto più sensibile al psa e lì si individua una recidiva della malattia, con l’accumulo del psa a livello sacrale, che indicava la presenza di un linfonodo maligno.”
L’uso della pet con il nuovo chemioterapico quindi, può essere importante non solo per capire l’eventuale ripresa del tumore, ma anche e soprattutto per prenderlo in tempo con una diagnosi precoce. Gli specialisti parlano del rame 64 – CU come del radiofarmaco del futuro, sebbene sia in fase sperimentale, ci sono già diverse pubblicazioni scientifiche che dimostrano risultati positivi per diagnosticare il tumore in tempi precoci.
Sino a poco tempo fa, il paziente arrivava alla pet, per controllare se la chemio o radioterapia avesse fatto effetto, verificando la scomparsa della neoplasia o l’eventuale ripresa, che con la tac o la risonanza magnetica non era possibile vedere. Oggi però la pet non è solo uno strumento valido da usare dopo la terapia e verificare la sua efficacia, ma può essere impiegata sia per fare una diagnosi precoce, sia per fare una vera e propria terapia, con alti dosaggi però.
In Italia ci sono circa 200 centri attrezzati di pet con uso del rame 64-CU, tra questi c’é anche il Salento con l’Istituto oncologico calabrese sito in via San Pietro in Lama – contrada Pisello
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