La scoperta é tutta pugliese e dimostra come una molecola naturale, l’Irisina, prodotta dai muscoli durante l’attività fisica, sconfigge e previene l’osteoporosi, malattia che colpisce circa 200 milioni di persone al mondo.
Finalmnete si potrà arrivare ad un farmaco efficace contro la malattia, a base proprio di Irisina. Il ruolo decisivo della molecola, nel debellare l’osteoporosi e nel prevenirla, é stato scoperto dalla ricercatrice pugliese Maria Grano, che lavora nell’università di Bari, dove é ordinaria di istologia ed embriologia nella scuola di Medicina dell’Università barese. Lei, insieme ai colleghi: Silvia Colucci, Giacomina Brunetti, Graziana Colaianni, Lorenzo Sanesi, Giuseppina Storlino e Giorgio Mori, studia da anni il metabolismo osseo e la relazione tra osteoporosi e Irisina.
Una molecola bruciagrassi capace di curare le ossa
La molecola é stata dapprima scoperta dai ricercatori americani dell’università di Harvard, che hanno osservato come essa riesca a trasformare il grasso bianco, quello negativo, in grasso bruno, più buono. Gli statunitensi avevano quindi visto un ruolo della molecola per la cura dell’obesità, problema che affligge da sempre l’America, ma la ricercatrice pugliese è andata oltre, notando come la moelcola prodotta durante il movimento, funga da protettore dello scheletro e del sistema muscolare, eliminando la malattia.
Fare movimento vuol dire evitare la malattia
Il fatto che l’Irisina sia prodotta naturalmente dalle cellule muscolari, durante l’attività fisica, deve essere uno stimolo in più per tutti a praticare movimento, come se fosse una vera e propria terapia preventiva per l’osteoporosi, mantenendo scheletro e muscolatura in buona salute.
Spesso si arriva a scoprire l’osteoporosi quando é tardi, dopo una frattura per esempio, non ci si accorge prima. Ecco perchè è fondamentale una politica di prevenzione.
Finalmente l’ok dall’America per la produzione industriale
La dottoressa Grano ha studiato e dimostrato con vari esperimenti, la capacità dell’Irisina a debellare l’osteoporosi e la sarcopenia, verificando l’azione benefica sugli animali, anche nel prevenire l’atrofia muscolare. Gli effetti sono stati dimostrati prima in vitro, poi in vivo, ottenendo il brevetto italiano nel 2016, poi nel 2017 quello europeo e si attendeva da tre anni quello americano, che finalmente é arrivato.
“Dagli Usa – ha raccontato la scienziata alla giornalista Francesca Di Tommaso della Gazzetta del Mezzogiorno – ci hanno fatto soffrire: molte obiezioni benché i dati fossero inconfutabili. I ricercatori americani tendono a proteggere i brevetti interni. Ed erano un po’ piccati dal fatto che, benché fossero stati loro a scoprire l’Irisina, non avevano colto il suo ruolo primario nella lotta all’osteoporosi”.
Un farmaco naturale per la salute di ossa e muscoli
La ricerca quindi é adesso a buon punto per arrivare ad un faramco efficace, ma ci vorrà ancora del tempo prima che venga messo sul mercato. Si dovrà attendere infatti il 2025 prima di poter passare alla sperimentazione umana, si dovranno effettuare prima una serie di studi aggiuntivi relativi alla tossicità e formulare una molecola pura e certificata. Solo dopo si potrà ottenere il farmaco. Questo avrà il vantaggio di essere su base naturale, perchè l’Irisna é prodotta naturalmente dal nostro organismo, un beneficio in più rispetto ai medicinali che ci sono oggi sul mercato. Potrà quindi essere assunto come prevenzione e non solo come cura della malattia, garantendo il benessere sia dello scheletro, sia dei muscoli.
A beneficio dei pazienti, ma anche dell’università di Bari
Chiunque poi assumerà il farmaco, dovrà versare le royaltes all’università di Bari e considerando che nel mondo gli osteoporotici sono oltre 200 milioni, si tratta di un mercato molto importante”.
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