Sempre le stesse persone che si arricchirebbero a danno di altri. Ad essere favoriti alcuni infermieri, sempre gli stessi, secondo i segretari provinciali di Cisl, Cgil, Uil, che diffidano i direttori dell’Asl leccese. La diffida é stata inviata poche ore fa e nasce dalle tante anomalie che i sindacalisti avrebbero riscontrato negli hub vaccinali del territorio.
A lavorare in alcuni centri vaccinali infatti, sarebbero sempre le stesse persone, sopratutto tra gli infermieri, nonostante l’Asl abbia un elenco di decine e decine di dipendenti infermieristici, che hanno dato la propria disponibilità a prestare servizio per la campagna vaccinale e che dovrebbero turnare. L’elenco per un principio di trasparenza – dicono i sindacalisti – dovrebbe scorrere, dando così l’opportunità a tutti di fare ore aggiuntive ben pagate.
In ballo ci sono infatti 35 euro l’ora per l’infermiere, che possono arrivare a 210 euro al giorno per un turno di sei ore. Cosicchè – scrivono i segretari sindacali – avviene in molti distretti, che alcuni infermieri percepiscono una retribuzione sempre più alta da un paio di mesi a questa parte, proprio perchè sono sempre loro a lavorare, mentre altri colleghi ricevono sempre meno, perchè vengono chiamati poco nonostante abbiano dato la loro disponibilità.
Il servizio reso nei centri vaccinali, è considerato come prestazione aggiuntiva a quella svolta di prassi negli ospedali o nei distretti, che deve essere comunque garantita. Fuori dall’orario di lavoro, l’Asl impiega i dipendenti che hanno dato propria disponibilità, negli hub vaccinali per turni di sei ore, compresi i giorni prefestivi e festivi.
La diffida nei confronti dell’azienda sanitaria, non è la prima. Già il 6 aprile scorso, i confederali hanno diffidato i direttori dell’Asl per gravi anomalie relative alla campagna vaccinale. Qualche settimana fa, i sindacalisti hanno chiesto ai direttori Rollo, Carlà, Pastore, di relazionare in merito alle modalità e ai criteri con i quali venivano reclutati i dipendenti per la somministrazione di vaccini. Reclutamento affidato ai direttori dei distretti, anche se – come riportano i segretari confederali – in alcuni casi il compito di arruolare personale, é delegato ad amministrativi senza alcuna investitura ufficiale.
Già dal 6 aprile quindi, si chiedeva di conoscere l’elenco dei dipendenti che avevano dato la loro disponibilità, di sapere chi era stato chiamato, per quante ore e quante timbrature avesse fatto, se corrispondeva al vero che infermieri dei distretti fossero favoriti rispetto ai colleghi ospedalieri, nel reclutamento per gli hub vaccinali.
Cinque giorni di tempo da quel 6 aprile e poi i confederali avrebbero valutato se ricorrere alla corte dei conti e agli altri organi giudiziari, vista la gravità delle incongruità e un possibile danno erariale. Ma ancora nessuna risposta.
Il 31 dicembre scorso, l’Asl aveva chiesto a infermieri e amminsitrativi, di comunicare la propria disponibilità per il progetto obiettivo “Vaccinazione AntiCovid-19” e partire quindi il 22 febbraio con la campagna vaccinale, secondo disposizioni nazionali e regionali. Dieci giorni prima della partenza, il 12 febbraio, l’azienda sanitaria chiede anche la disponibilità a medici e Oss. Si stabilisce così di costituire una squadra multidisciplinare per ciascun ambulatorio vaccinale costituito da due infermieri, un medico, un Oss e un amminsitrativo su due ambulatori.
Più volte i rappresentanti sindacali hanno chiesto ai direttori dell’Asl di controllare il reclutamento del personale, che avviene tramite chiamata del direttore di distretto che attinge da un elenco fornito dall’azienda sanitaria. All’invito di fare chiarezza sui criteri e le modalità di reclutamento, qualche direttore di distretto ha risposto che l’organizzazione delle sedute vaccinali ed i criteri di utilizzo del personale, é di loro competenza e discrezionalità. Come dire che il direttore del distretto sceglie chi chiamare senza l’obbligo di far ruotare i candidati.
Non solo, ma il 9 marzo scorso Antonio Piccinno, della segreteria territoriale Cisl, scrisse una lettera indirizzata alla direzione Asl, segnalando tra le altre cose, che in alcuni distretti i direttori richiedevano al dipendente reclutato, se fosse in regola o meno con l’aggiornamento del corso BLSD. Cosa che invece non é contemplata dall’azienda
L’ atteggiamento di qualche direttore di distretto e dell’Asl che non ha ancora dato alcuna risposta in merito, è apparso incomprensibile ai sindacalisti, giudicandolo lesivo per le corrette relazioni sindacali e al limite della condotta antisindacale.
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