E’ trascorso un anno e ancora non è arrivata alcuna risposta da parte dell’azienda sanitaria salentina, in merito alla richiesta di chiarimenti, fatta da Michele Barba e Vincenzo Gentile, rispettivamente membro della segreteria provinciale e segretario provinciale della FIALS.
I due sindacalisti infatti avevano scritto il 23 gennaio del 2018, una nota ai tre direttori dell’Asl leccese di allora, segnalando illegittimità relative alla nomina dei componenti delle commissioni deputate a certificare le invalidità. Barba e Gentile quindi, chiedevano di verificare quanto segnalato ed eventualmente porre rimedio, riportando la situazione nella legalità. A distanza di un mese, la FIALS non ha alcun riscontro e scrive una seconda volta il 19 febbraio del 2018. Anche in questa missiva, i sindacalisti ribadiscono a chi di dovere, compresi i direttori del dipartimento di prevenzione e dell’area del personale, che alcuni dei componenti nominati a far parte delle commissioni mediche, non sarebbero in possesso dei requisiti richiesti. Cosa grave, l’Asl non solo non risponde, ma come dicono i rappresentanti sindacali, dà corso al rinnovo e all’insediamento delle commissioni, senza i dovuti controlli, su quanto certificato dai candidati nominati.
Quello che viene segnalato, é la nomina di persone con procedimenti disciplinari alle spalle o cariche sindacali o ancora ruoli che determinerebbero, secondo la normativa vigente, situazioni di conflitto di interesse o incompatibilità.
In seguito alla lettera del 19 febbraio dello scorso anno, l’Asl non si fa sentire, come non si fa sentire dopo la terza missiva, quella del 17 settembre del 2018. A scrivere ai direttori, questa volta é il legale della FIALS, avvocato Antonio Chirulli, che sollecita l’azienda sanitaria a dare una risposta sull’illegittimità delle nomine dei componenti delle commissioni mediche. Non é servito a nulla sembrerebbe, visto che l’Asl ancora una volta preferisce il silenzio. Eppure si tratta di commissioni nelle quali i membri selezionati, vengono pagati con i soldi dei cittadini, ai quali forse bisognerà dar conto, come meriterebbero forse un chiarimento quegli aspiranti candidati che sono rimasti fuori dalle nomine, vedendosi occupato un posto da chi forse non dovrebbe stare lì.
Ad ogni modo sappiamo che una verifica dall’Asl c’é stata, ed é quella che ha fatto l’ufficio preposto ovvero il dipartimento di prevenzione diretto dal dottor De Filippis. “Man mano che arrivavano reclami, segnalazioni, comprese quelle dei sindacalisti, le abbiamo analizzate e spedite alla direzione generale per le decisioni da prendere, che non spettano al sottoscritto.” Dunque a dire di De Filippis, si sarebbe conclusa la fase istruttoria.
“Una volta terminate tutte le verifiche – ha ribadito De Filippis – abbiamo spedito il fascicolo alla direzione generale chiamata e deputata a prendere i dovuti provvedimenti. Le decisioni infatti non spettano a me, ma al direttore generale che sino al sei dicembre scorso, aveva ha la documentazione da alcuni mesi, poi è successo quello che è successo (l’arresto ai domiciliari) e ora aspettiamo che arrivi il nuovo sostituto.” Perché verrebbe da chiedere, il direttore amministrativo Antonio Pastore, non può prendere una decisione in merito, visto che fa le funzioni del direttore generale? E’ quello che avremmo voluto chiedergli, ma come oramai da tempo constatiamo, Pastore non ci risponde, né ci riceve.
Quello che siamo riusciti a capire però, è che prima dell’arresto, Ottavio Narracci avrebbe temporeggiato a prendere un qualunque provvedimento, perché si era da poco insediato il gruppo di lavoro regionale, deputato a stilare le linee guida per la nomina dei membri delle commissioni invalidità. “Narracci – ci ha riferito De Filippis – voleva probabilmente vedere se, alla luce delle nuove direttive regionali, avrebbe dovuto revocare le commissioni, per nominarle nuovamente, oppure no.”
“Finalmente Bari si è espressa, anche se – continua De Filippis – ci sono punti non condivisibili, alcuni dei quali smentiscono quanto deciso dalla precedente direzione generale dell’Asl, nella persona di Silvana Melli.” Proprio la Melli, poco prima di lasciare l’Asl, ha voluto cambiare i componenti delle commissioni mediche, quello è stato l’ultimo adottato dalla direttrice, con l’intento di riportare legalità e trasparenza. Il gruppo di esperti di Bari però, elimina alcuni paletti che aveva imposto la Melli, come l’incompatibilità tra carica sindacale e nomina in commissione. Non solo, ma le linee guida, che non sono una normativa, ma solo un indirizzo di orientamento, collidono con la legge nazionale che stabilisce che nella commissione di invalidità, debba esserci un medico legale, un medico del lavoro, un dipendente Asl o convenzionato con questa. La Regione Puglia invece, stabilisce che anche il terzo componente sia un medico specializzato in igiene pubblica, stringendo così l’accesso alla nomina per i tanti medici ospedalieri e non.
“Quest’ultimo aspetto, è stato segnalato – ha detto De Filippis – alla Regione Puglia e allo stesso gruppo di lavoro che ha stilato le linee guida e che avrebbe dovuto recepire il documento.”
Dietro queste commissioni mediche, c’é una vera e propria corsa ad aggiudicarsi la nomina, secondo un sistema che avrebbe un che di scandaloso – a dire di chi ci lavora a stretto contatto.
Una cosa è certa: l’Asl non ha modificato nulla, non c’è stato alcun intervento, tanto più che le commissioni hanno durata di tre anni e poi vengono rinnovate. Soltanto Silvana Melli ha provato a cambiare un po’ le regole del gioco, ma poi è stata spostata da Emiliano nell’Aress e non ha avuto modo di continuare il lavoro iniziato.
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