Emergenza quota100, avviate i concorsi per nuovo personale

Sono circa mille dipendenti dell’azienda sanitaria leccese, che andranno quest’anno in pensione per vecchaia, per la ex legge Fornero o per la quota 100 introdotta dal decreto del Governo. Una dato che preoccupa i sindacati, in particolare la FSI – USAE, che per voce del suo rappresentante Franco Perrone, chiede lumi alla Regione Puglia, su come intende sopperire alla grave carenza di personale, che si registrerà da qui a pochi mesi. “Serve urgentemente – scrive Perrone – un piano assunzionale per far fronte a quella che potrebbe essere, specie in ambito sanitario, una vera e propria emergenza. Gli infermieri – fa sapere il segretario della FSI – USAE – sono la categoria sulla quale la quota 100 si farebbe sentire più pesantemente, già oggi in Italia mancano circa 53mila infermieri e con il nuovo decreto per cui si può andare in pensione a 62 anni, con 38 di contributi, uscirebbero dalle corsie degli ospedali italiani, 39mila infermieri, soltanto nel primo anno di applicazione della normativa. Un numero che potrà lievitare a 90mila lavoratori in pensione solo nel 2019, con gravi ripercussioni sulla salute e l’assitenza dei cittadini, oltre che sui professionisti che restano in servizio.

Oggi in Italia – continua Franco Perrone – si contano 11 pazienti per un infermiere, a fronte di un rapporto ideale che indica sei pazienti per un infermiere, relazione che abbaterebbe il dato di mortalità del 20%.

La situazione non è diversa per quanto riguarda i medici: più di 25mila tra medici e dirigenti sanitari andranno in pensione in pochissimo tempo, dal sistema sanitario nazionale, la riforma della quota 100 infatti, determinerebbe in un solo anno, il diritto alla pensione per vari scaglioni: i nati tra il 1954 e il 1957, quelli del 1953 e 1953”

Nell’asl salentina, si contano 7.852 dipendenti, di questi 3089 uomini e 4040 donne a tempo indeterminato, tra questi ci sono 809 medici e 462 dottoresse, 49 veterinari e 4 veterinarie, 73 lavoratori non medici e 133 donne non medico, 2159 dipendenti uomini di comparto e 3440 donne. Personale che sommato a quello precario, arriva a 1392 medici, 53 veterinari, 226 dirigenti non medici, 6181 lavoratori di comparto, oltre a 94 dirigenti di struttura complessa. Di questo organico é opportuno osservare che la fascia di età pensionabile di ultrasessantenni, registra 1016 uomini di ruolo e 772 donne assunte a tempo indeterminato, oltre a 6 uomini e 4 donne con contratti a tempo, che in tutto rappresentano il 22,9% dell’organico. Ma la maggior aprte dei dipendenti Asl sono compresi nella fascia di età dello scaglione successivo alla pensione che comprende il perido tra i 50 e i 60 anni, rappresentando il 41% dei dipendenti. L’età media di chi lavora nell’Asl leccese è di 55 anni, alla luce di questi numeri si presume che nel corso di quest’anno, potrebbero lasciare il proprio posto di lavoro, un migliaio di persone attualmente ultrasessantenni.

“A questo punto – conclude Perrone – aspettiamo risposte concrete dall’Asl leccese, dalla Regione Puglia, dal ministero dell’economia e finanza e della funzione pubblica, per consentire l’ingresso del personale necessario a colmare i posti vacanti, attraverso l’apertura dei concorsi e anticipando il meccanismo delle assunzioni. Proposte quest’ultime a cui stanno lavorando le regioni, insieme al ministero, ma che si stanno scontrando con il solito problema della risorse economiche sempre troppo poche per il settore sanitario.”

Roberta Grima
ADMINISTRATOR
PROFILE