Esposto/denuncia da parte della CGIL sulla gravissima carenza di operatori socio sanitari nella rianimazione del Dea di Lecce. A presentarlo il segretario provinciale del sindacato Floriano Polimeno e il responsbaile di struttura Rosario Gaetani. I due descrivono una realtà preoccupante relativa alla rianimzione del Dea, dove attualmente sono ricoverati 12 pazienti positvi al corona virus, provenienti da altre provincie pugliesi.
Si tratta di persone in condizioni gravi, intubati, con un rischio clinico che certamente richiede un’adeguata assistenza. A prendersi cura di loro però ci sono in tutto 4/5 infermieri e un oss. Ora – scrivono i sindacalisti – considerato che di norma i lavoratori si alternano ogni tre ore, ci sarebbero 2/3 infermieri e un oss per 12 pazienti che tra l’altro dovrebbero fare anche la spola Dea – “Fazzi” per approvigionamento del materiale e dei farmaci.
Una situazione insostenibile – dicono Gli esponenti della CGIL – con un rischio elevato per i pazienti e una condizione di forte stress per i lavoratori, costretti a fronteggiare una situazione di emergenza sanitaria, in carenza di organico. I sindacalisti sottolineano che il rapporto un infermiere per 6 pazienti intubati, quindi gravi e complessi da gestire, può essere pericoloso. per questo Polimeno e Gaetani chiedono un intervento all”ufficio Spesal (servizio prevenzione e sicurezza sui posti del lavoro) dell’asl per verificare la sicurezza degli operatori e dei pazienti.