Green Pass, la Fimmg boccia l’idea del Governo di affidare ai medici del territorio la procedura

Green Pass, la Fimmg boccia l’idea del Governo di affidare ai medici del territorio la procedura

“Non siamo stampanti, ma medici.” Questo il messaggio della Fimmg, la federazione italiana dei medici di medicina generale in risposta alla decisione del Governo di affidare alla categoria medica, il compito di rilasciare i green pass ai pazienti che non sono in grado di ottenerlo autonomamente.

Il green pass infatti é un documento emesso dal ministero della salute che certifica l’effettuata vaccinazione anti Covid o l’esito negativo al test molecolare o antigenico o ancora l’avvenuta guarigione dal Covid. In sostanza attesta che non vi sarebbe rischio di diffusione del virus. Un documento importante quindi, che renderà più semplice viaggiare da e per tutti i paesi dell’Unione Europea e dell’area Schengen, specie in questo periodo di ferie estive.

Il servizio di rilascio del green pass sarà operativo a partire dal primo luglio. L’emissione della certificazione viene notificata via posta elettronica o SMS dal ministero della salute, da quel momento si potrà scaricare il documento accedendo alle piattaforme digitali dedicate.

Per tutti coloro che non hanno dimestichezza con internet, con il computer o con lo smarphone, come molti anziani per esempio, il Governo ha stabilito di dare come riferimento i medici di medicina generale, gli stessi che devono anche preoccuparsi della prossima vaccinazione autunnale. “Chi non dispone di strumenti digitali – si legge nel sito web del ministero della salute – potrà rivolgersi al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o in farmacia per il recupero della propria certificazione verde Covid-19.

“Non esiste proprio – chiosa il dottor Antonio De Maria, vicesegretario vicario della Fimmg Lecce – Così facendo si vuole di fatto burocratizzare l’attività medica e la Fimmg non ci sta. Adotteremo una serie di iniziative per difendere il nostro operato. Se la Regione e il governo ci chiedono ancora l’ennesimo sforzo per dare supporto alla campagna preventiva, ci devono mettere nelle condizioni di lavorare e lavorare bene.” La Fimmg Puglia ha già chiesto più volte il potenziamento del personale di supporto negli studi sia infermieristico che tecnico, proprio per far fronte all’aumento di servizi che si intende affidare alla medicina del territorio. In autunno non ci sarà solo la vaccinazione antininfluenzale, ma probabilmente il richiamo anti Covid, tra qualche settimana il rilascio del green pass e tutto ciò va garantito a migliaia di cittadini, sempre con le stesse forze lavoro nei vari studi medici.

Nelle attuali situazioni, i medici non possono garantire nulla di più di quanto già assicurano con l’assistenza ordinaria, stanno concludendo già le somministrazioni dei quasi 900 mila vaccini in poco più di un mese, facendo degli sforzi enormi. A fronte però della richiesta da parte della Regione Puglia, di maggior impegno e lavoro da parte dei medici di medicina generale, non sarebbe seguito alcun intervento di potenziamento degli studi medici in termini di personale infermiersitico, tecnico, attrezzature.

Dover occuparsi quindi del green pass per ogni singolo assistito, inserirlo nella piattaforma digitale, stamparlo e consegnarlo al paziente, comporta per il segretario rgionale della Fimmg Donato Monopoli, una perdita di tempo per il medico o infermierie che invece di occuparsi dell’assistenza al paziente, si deve occupare delle procedure burocratiche, facendo fotocopie e riducendo gli studi medici meri uffici burocratici.

“Il paradosso é che – come scrive in una nota il segretario nazionale della Fimmg, Silvestro Scotti – chi ha elaborato questa idea, non ha chiaro il punto della questione: oggi l’accesso agli studi è regolato da criteri che evitano l’affollamento grazie ad un sistema basato su prenotazioni che già vanno ben oltre i normali orari di lavoro. Per conseganre il green pass, il medico di famiglia dovrà prenotare gli accessi dei pazienti per la stampa del codice green pass, con l’effetto conseguente di ritardare l’accesso ai pazienti per problemi assistenziali.”

Il sospetto della Fimmg nazionale, é che ci sia la volontà politica di trasmettere alla popolazione il messaggio dell’inefficacia della medicina del territorio, puntando invece alla sanità privata. L’intenzione dei medici é quella di aprire un confronto pubblico sul tema delle cure territoriali e sul ruolo della medicina generale. C’è necessità di discutere con la politica degli investimenti che si vuole fare e delle prospettive di sviluppo. In assenza di un dialogo e di un accordo su questi temi urgenti, la Fimmg confemerà l’astesione dal servizio passando dalle proposte alle proteste.

Intanto, per quanto riguarda la Puglia, il 30 giugno prossimo é stato convocato a Bari il consiglio regionale sul tema delle cure primarie. Incontro che l’ultima volta non è andato a buon fine. La Fimmg si aspettava una proposta da parte del Governo pugliese rispetto alla gestione della prevenzione per il prossimo autunno. In particolare ci si aspettava che la politica dettasse tempi e modalità sulle vaccinazioni influenzali, sui richiami anti Covid, sull’assistenza ordinaria per le malattie croniche, ecc.. Nulla di tutto ciò, le linee indirizzo che i medici si aspettavano non ci sarebbero state – ci ha confemato Donato Monopoli, segretario regionale della Fimmg – il quale ha avuto invece la percezione che la politica volesse prendere tempo. Una tesi che verrebbe confermata dall’assenza dell’assessore Lopalco e del presidente Emiliano nell’ultimo incontro, dove a presenziare era il direttore del dipartimento regionale della salute Vito Montanaro.

Figura tecnica e non politica quella di Montanaro che avrebbe rigettato le proposte avanzate dalla Fimmg, rinviando la discussione al 30 giugno prossimo.

Roberta Grima
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