Internalizzazione 118 nel Salento, per la CGIL poca trasparenza. L’asl assicura controlli

Internalizzazione 118 nel Salento, per la CGIL poca trasparenza. L’asl assicura controlli

Internalizzare nella sanità pubblica il servizio 118, per eliminare il precariato. Questo era l’intento principale della Regione Puglia nell’autorizzare le asl, ad assorbire il servizio di emergenza affidato ad associazioni o ditte esterne, portandolo nella gestione pubblica della partecipata SanitàService.

“Se l’obiettivo resta quello di contrastare il precariato – dichiara Floriano Polimeno, segretario provinciale della CGIL – non capiamo perché l’asl di Lecce abbia cominciato a internalizzare il personale contrattualizzato delle ditte private, lasciando al momento i volontari che prestano servizio in condizioni precarie. Sono persone che lavorano sulle ambulanze senza un contratto, quindi senza ferie e malattie retribuite, ma con regolari turni e solo un rimborso spese.”

I precari messi in un angolo al momento
Una sorta di finto volontariato che da decenni regna in molte associazioni convenzionate con le asl, risultando di fatto una forma di lavoro nero legalizzato, che sembrava logico avesse la priorità nella procedura di internalizzazione. Invece il 118 delle onlus é passato in secondo piano davanti alla realtà dei lavoratori contrattualizzati e alle dipendenze di ditte come Ikebana e Meleleo e che sono stati internalizzati per prima. “Mi sarei aspettato – dice il sindacalista – l’assunzione nella sanità pubblica prima di quei lavoratori che versano da decenni in condizioni peggiori, fermo restando che anche i dipendenti dei privati hanno diritto al passaggio in SanitàService, come previsto dalle direttive regionali.”

In attesa anche i dipendenti della Tundo
Non sono soltanto i volontari precari del 118 ad essere stati messi in un angolo, ma con loro ci sono anche autisti e oss della ditta Tundo. Azienda che da circa un decennio, garantisce il trasporto secondario per conto dell’asl e che spesso si è trovata protagonista di proteste da parte dei dipendenti. Questi infatti che hanno lamentato il ritardo con il quale percepiscono le buste paga. Ultima manifestazione di protesta é stata quella del 14 settembre davanti alla palazzina della direzione generale, quando i lavoratori hanno rivendicato il diritto ad essere internalizzati così come prevsito dal governo regionale.

Lo stesso 14 settembre mentre monta la protesta, i direttori dell’azienda sanitaria si concentrano sul 118 privato e decidono di firmare l’internalizzazione di 53 persone tra autisti e soccorritori di Ikebana e Melelo. Quale sia il criterio alla base della decisione adottata non si sa.
Come non sono noti i criteri con i quali siano stati individuati i lavoratori da internalizzare. “Non vorremmo che sul carrozzone del posto fisso – avverte Floriano Polimeno – salga qualcuno all’ultimo momento che ha avuto il contratto con una delle due ditte Ikebena e Melelo, lasciando a casa magari chi invece ha alle spalle un anno o più di servizio.”

Personale assunto da elenchi poco trasparenti
In effetti l’asl attinge il personale da assumere, dagli elenchi che le ditte stilano e presentano all’azienda sanitaria. “Sarebbe oppurtuno – continua l’esponente della CGIL – che quest’ultima effettui i dovuti controlli e incroci con gli storici, gli estratti contributivi, come farebbe una amministrazione pubblica trasparente che voglia premiare l’esperienza, la professionalità, verificando i turni eseguiti, gli anni di lavoro, evitando di lasciare fuori proprio chi ha più esperienza. Va messo in sicurezza il sistema – avverte Polimeno – in altre casi di internalizzazione, abbiamo avuto i report con gli elenchi da discutere, questa volta é stato diverso: c’è stata la delibera, priva di elenchi che invece sono stati pubblicati da SanitàService il giorno successivo l’atto deliberativo, il 15 settembre.”

“Eravamo partiti con l’assunzione, per effetto della clausola sociale, di coloro che erano in servizio nelle due ditte, da almeno un anno – ricorda il sindacalista – Oggi però ho qualche dubbio che chi ha avuto un contratto qualche settimana fa, possa rientrare dentro questa manovra assunzionale. SanitàService si dovrebbe preoccuapre di questi passaggi. Avverte Polimeno.”

Aspettiamo un riscontro
In effetti abbiamo provato a contattare l’amminsitratore unico della società partecipata Luigino Sergio, con un what appa il 3 settembre, telefonicamente nella giornta di ieri e di oggi, tutte le volte però è scattata la segreteria telefonica. Aspettiamo di essere contattati dall’asl, alla quale abbiamo inviato un’email per chiedere lumi in merito alla questione. Sempre il 3 settmebre avevamo scritto un whatt app al direttore Rollo che ci ha rimandato all’amministratore Luigino Sergio.

Dopo dieci anni si decide di internalizzare il 118
C’é da dire che le linee guida regionali che dettano le regole di internalizzazione dei servizi nelle società partecipate delle asl, le SanitàService, prevedono l’assorbimento nella gestione pubblica del 118 sin dal 2008, tanto che a Foggia si cominciò da subito a internalizzare il servizio di emergenza. Stesso periodo per il trasporto secondario che nel Salento è affidato oggi alla Tundo. Il personale di quest’ultima è in attesa di passare al posto pubblico da un decennio. Si tratta di lavoratori che inizialmente erano alle dipendeze del centro per l’impiego grazie ad un progetto piano finaziato dalla comunità europea, che sarebbe dovuto durare tre anni per poi passare in asl. Invece dopo un anno, la Regione pensò bene di utilizzare quelle somme per coprire il deficit di bilancio e l’asl si vide costretta a trasferire il personale alla ditta esterna. Da allora non se ne fatto più nulla, se non di mettere da parte questa gente per dare priorità all’organico di Ikebana e Meleleo, con non poca preoccupazione da parte della CGIL.

C’è però chi è più ottimista come Franco Perrone per esempio della FSI – USAE che si dice soddisfatto per il primo traguardo raggiunto con il passaggio del 118 dal privato al pubblico, fiducioso che lo stesso avverrà per le restanti postazioni esterne. Soddisfazione a metà invece per Gianni palazzo della USB che se da un lato canta vittoria per l’obiettivo raggiunto per le 5 postazioni 118, dall’altro è scontento per la mancata internalizzazione del personale mancante che si sarebbe potuta discutere – dice il sidnacalista – se il direttore Rollo – non avesse sospeso la riunione.

Si possono internalizzare i servizi se c’è risparmio per la P.A.
Va detto ad onor del vero che l’internalizzazione dei servizi nella partecipata SanitàService, é possibile solo se c’è un reale vantaggio economico per le casse pubbliche, con la contestuale qualità del servizio stesso. Nel caso delle due imprese private Ikebana e Meleleo, é facile comprendere che l’asl risparmierebbe assorbendo a sè l’organico oggi esterno, perchè l’ente pubblico non pagando più le due aziende per il servizio 118, può facilmente dimostrare alla Regione, di avere un margine di risparmio che difficilmente riesce a dimostrare nel caso delle onlus. Queste infatti percepiscono una convenzione di 20mila euro mensile dall’asl, somma ben più contenuta di quella che dovrebbe riconoscere l’asl ad un’azienda privata che ha fini di lucro.

Intanto – sottolinea Floriano Polimeno – nessuno ci ha realmente dimostrato l’economicità della scelta ad assumere il personale di Ikebana e Meleleo. C’è una delibera ma che lascia degli interrogativi senza risposta: l’organico delle cinque postazioni private, verrà assunto part time o full time? Perchè a me risulta che i lavoratori in questione sono alle dipendenze delle due ditte con contratti part time, ma sembrerebbe che verranno assunti nella SanitàService a tempo pieno. Perchè se hanno lavorato sin’ora a mezza giornata? Avremmo personale in esubero, a meno che non venga poi collocato in altre postazioni oggi in mano alle associazioni e allora mi domando – conclude l’esponente della CGIL – se così fosse, chi lavora oggi nelle onlus che fine farà ?”

Cè poi un ultima riflessione da fare: nelle asl di Foggia e di Brindisi hanno internalizzato personale delle onlus, a Foggia in particolare, a giugno scorso, sono stati assunti gli ultimi pseudo volontari delle 18 associazioni rimaste. L’asl brindisina l’11 settembre invece, ha deliberato l’internalizzazione del personale di ben 31 onlus che erogavano il servizio 118.

Servono risposte e chiarimenti, per questo abbiamo scritto all’ufficio stampa dell’asl e ai direttori generale e sanitario dell’azienda sanitaria, sicuri di avere un riscontro per un eventuale articolo chiarificatore. Intanto quello che il direttore Rodolfo Rollo avrebbe assicurato a Polimeno durante la convocazione del 4 agosto scorso, é una verifica attenta da parte degli uffici preposti, perchè venga garantita massima trasparenza.

Roberta Grima
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