Le assunzioni pericolose di Sanità Service, agli occhi della CGIL

Le assunzioni pericolose di Sanità Service, agli occhi della CGIL

Invece di aspettare le direttive della Regione, che mettessero ordine nelle sanità service delle asl, omologando i servizi in tutto il territorio pugliese, c’è chi, come l’asl salentina, in tutta fretta assume personale per collocarlo nel CUP, il centro unico di prenotazione. “Perché tanta fretta? – Si domanda Floriano Polimneno, segretario provinciale della CGIL -. Non era forse più sensato aspettare quali servizi poter affidare alle società, quali no, conoscere anche le priorità per le asl e poi agire di conseguenza, assumendo personale necessario, anche in previsione delle nuove strutture che da qui a breve, dovranno aprire, come il DEA di Lecce? Siamo sicuri – continua Polimeno – che abbiamo così tanto bisogno di ben 33 operatori CUP, quando il servizio di prenotazione sembra già abbastanza coperto con 21 addetti di sanità service, 37 dipendenti dell’asl e un’associazione che prende le prenotazioni per conto dell’asl stessa ?

Si assumono operatori CUP, ma manca chi attivi le chemio e radioterapie
Polimeno non si dice contrario all’assunzione di personale in sanità service, ma i 33 dipendenti della società partecipata dell’asl, arruolati nel CUP, é un caso tutto leccese. “Va bene assumere, purchè – dice il sindacalista – si faccia con criterio. Al polo oncologico di Lecce – ricorda il sindacalista – è mancato personale che potesse irradiare, tanto che si erano allungati i tempi di attesa per i pazienti sotto chemioterapia, per questo il servizio è stato sospeso sino a quando, dietro mia segnalazione alla direzione dell’azienda sanitaria, non sono stati trasferiti due tecnici dalla periferia al capoluogo, sguarnendo comunque il territorio. Se l’asl sceglie di spostare i dipendenti, invece di assumere nuove professionalità – ragiona il segretario della CGIL – é perché evidentemente deve risparmiare.

La scelta ha senso, tenuto conto che la sanità pugliese è ancora sotto piano di rientro, ovvero vincolato ai paletti imposti da Roma, che detta i limiti di spesa da rispettare, in particolare per la farmaceutica, beni e servizi e per il personale, una delle voci di spesa più importanti che incide maggiormente sul bilancio della pubblica amministrazione.

Spesa per personale di sanità service un’unica cassa con quella dell’asl
Non solo, ma il testo unico delle società in house, stabilisce che il bilancio delle stesse, gravano sulle casse della pubblica amministrazione, ergo la spesa del personale sostenuta da Sanità Service, é legata alle casse dell’azienda sanitaria. Tutto quanto l’asl appalta alla società partecipata, deve essere sottratto dal bilancio della stessa azienda sanitaria, sopratutto per quanto riguarda la spesa relativa al personale. Per questo – ammonisce Floriano Polimeno – io ci andrei piano a firmare assunzioni, che poi graveranno sul bilancio della pubblica amministrazione, ovvero dell’asl.

“I 33 operatori CUP costeranno circa 1 milione di euro l’anno, con la stessa somma si poteva forse assumere un numero ridotto e pensare anche a arruolare tecnici radiologi per esempio, oppure cardiologi. Invece l’asl ha assunto un cardiologo che facesse 18 ore a Scorrano e 18 a Gallipoli, proprio per contenere la spesa.”

“Se fossimo stati coinvolti – continua Polimeno – ci saremmo potuti sedere attorno ad un tavolo con la direzione dell’asl e capire quali fossero le reali priorità. Avere cognizione del fabbisogno, non sarebbe stato difficile. Avremmo ricordato come già l’anno scorso, la Sanità Service leccese, aveva un budget dall’asl pari a circa 27 milioni di euro, splafonando quello dell’anno precedente. All’epoca – ricorda Polimeno – c’era Narracci alla guida dell’azienda sanitaria, il manager non aggiunse nuovi servizi da affidare alla società partecipata, proprio per rimanere nei limiti di spesa imposti da Roma e poter accantonare 5 milioni di euro. Narracci quindi bloccò i concorsi e le assunzioni, tra cui quella di 48 addetti al CUP, dei 150 addetti alle pulizie, alle quali adesso si dando attuazione.”

Razionalizzare prima l’esistente
“Da allora però, non é cambiato nulla che giustifichi la scelta di arruolare personale, scorrere la graduatoria e avviare i concorsi – sottolinea Polimeno – Più saggio sarebbe aspettare la verifica da parte del ministero il 31 dicembre su quanto speso fin’ora dalla Regione Puglia, limitarsi alle spese strettamente necessarie, quindi assumere chi veramente è indispensabile, sapendo anche che ci sono nella sola asl di Lecce 400 – 500 infermieri fuori posto, che sulla carta sono tali, ma che di fatto svolgono ruoli amministrativi. Se già queste figure fossero regolarizzate anche sulla carta, risulterebbero posti da infermiere da colmare e ruoli amministrativi che prima non comparivano, come effettivi.

“Se dopo il 31 dicembre, la Puglia dovesse superare anche la valutazione del 31 Marzo, allora si che l’asl potrà assumere anche in Sanità Service, ma farlo in piena crisi, mentre si stanno elaborando le linee guida regionali, che devono regolamentare le società in house, a me – conclude Polimeno – appare un pò imprudente.”

Roberta Grima
ADMINISTRATOR
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