Si é conclusa qualche ora fa, la riunione a Bari relativa alle linee guida regionali sulle società in house. Il direttore del dipartimento regionale della salute Vito Montanaro, ha convocato tutti gli amministratori delle sanità service e tutti i direttori generali delle asl pugliesi, per un confronto con i rappresentanti sindacali.
All’incontro era presente anche il segretario generale della presidenza della giunta, avvocato De Santis, che ha riferito ai convocati, che a breve sarà inviata loro la delibera di giunta approvata nei giorni scorsi, sulle linee guida delle società in house. In questo modo i segretari sindacali potranno visionare il documento, analizzarlo e valutare le scelte regionali. Dopodicchè la Regione si ritiene disponibile ad accettare eventuali suggerimenti, indicazioni ed eventualmente apportare delle modifiche all’atto deliberativo, così come lo stesso Montanaro avrebbe fatto intendere.
Tutti i rappresentati sindacali, hanno lamentato l’approccio del governo pugliese di deliberare prima ancora di avere il confronto con le sigle sindacali, apprezzano tuttavia, che la Regione stia cercando di rimediare, cercando adesso un confronto, seppure tardivo. Ad ogni modo per i sindacalisti, è ancora presto per dire già cosa andrebbe modificato e cosa no. Una cosa è certa però e accomuna un pò tutti: senz’altro va internalizzato il servizio del 118 che non può continuare a stare in mano alle associazioni di volontariato, che hanno una gestione distinta da quella delle asl, che il più delle volte sfruttano il personale “pseudo volontario.” A favorire l’insediamento di onlus nel 118, la stessa azienda sanitaria che, riconoscendo 20mila euro al mese ad ogni associazione, le porta ad assumere personale limitato, lasciando il resto dei lavoratori in posizione di volontariato o pseudo tale.
Il problema sarà come far rientrare proprio i volontari nelle sanità service, quindi nella gestione pubblica. Si tratta di persone che non avendo un contratto da dipendente, non potranno godere del processo di internalizzazione passando dal privato alla partecipata pubblica, ma i sindacati hanno già fatto sapere che sis tanno adoperando perché questo si eviti.
C’è poi il criterio con il quale un’asl può internalizzare un servizio o meno, dalle linee guida regionali sappiamo che l’obbligo è quello di assorbire quei servizi, che non coprono assistenza diretta alla persona, dopodicchè è a discrezione del direttore generale scegliere cosa internalizzare e cosa no. C’è chi chiede di trasferire il trasporto oncologico e chi invece punta sui servizi amministrativi, c’è infine chi ritiene indispensabile fare prima una ricognizione di tutti i servizi e il personale in attività, per capire meglio quali sono le effettive esigenze e le priorità del territorio, partendo quindi da questa consapevolezza, assumere nelle sanità service.
Insomma tutto è ancora in fieri.
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