Una politica di mediazione e dialogo quella adottata dalla Fimmg (federazione italiana medici di medicina generale) che ha deciso di non aderire allo sciopero di domani indetto invece dalle altre sigle sindacali, in segno di protesta contro una burocrazia che ormai sta collassando la categoria medica, già oberata dalla mole di lavoro anche a causa della pandemia.
Pur condividendo le ragioni del malcontento, la Fimgg ha scelto quindi il dialogo e non la sospensione dell’attività, con la speranza di ottenere migliori risultati, ponendo fine ad una serie di compiti burocratici che i medici del territorio sono chiamati ad assolvere, perché gli altri sistemi territoriali non sarebbero così efficienti, come ha dichiarato il segretario nazionale della Fimmg Scotti, riferendosi in particolare al rilascio delle certificazioni per il rientro a scuola o al lavoro post Covid. Una richiesta di assistenza continua che arriva al medico spesso tramite telefono, mail, WhatsApp, sms, social, con un enorme aumento di carico di lavoro.
Non solo, ma come spiega il segretario provinciale della Fimmg Lecce Antonio De Maria, la federazione ha scelto di nona derire allos ciopero nonostante il malcontento, per un senso di responsabilità visto che scioperare comporterebbe disagi non indifferenti ai cittadini che di fatto ne pagherebbero le conseguenze, in un momento in cui la pandemia non é ancora conclusa. Sino al 31 marzo infatti, siamo ancora in emergenza Covid e i medici prima di tutti, sono coloro i quali vengono arruolati in primis e non potrebbero perciò lasciare i propri ambulatori.
L’atteggiamento della federazione é quello di apertura verso il Governo, anche in vista della stesura del nuovo contratto la cui firma dovrebbe arrivare a fine giugno. C’è poi da trovare un accordo con il Governo per normare tutta l’attività dei medici di medicina generale, alla luce del decreto 71 che il ministro Speranza ha firmato e che prevede la realizzazione delle case di comunità per tutti i servizi ambulatoriali garantiti anche dai medici di medicina genrale.
Anche in Puglia si sta lavorando in tal senso, giorni fa il neo assessore alla sanità Rocco Palese ha incontrato le sigle sindacali tra cui anche la Fimmg, che ha chiesto un faccia faccia per discutere delle esigenze annose della classe medica sul territorio, con la possibilità di presentare una propria proposta, alla luce del piano di resilenza e resistenza che elargirà fondi per la realizzazione dei servizi della medicina territoriale, ma che come ha sottolienato il dottor De Maria va normata: occorre regolamentare il lavoro dei medici che prenderanno servizio nelle case di comunità, le ore di lavoro, il rapporto economico e contrattuale, la tipologia e le modalità delle prestazioni da garantire, ecc….Anche in vista di questa interloquzione che dovrebbe apririsi con l’amminsitrazione regionale, per la Fimmg è opportuno mantenere aperto il dialogo con la regione evitando chiusure con la sospensione dell’attività.
Dunque domani a scioperare saranno SMI e SIMET che manifesteranno a Roma davanti al ministero della salute, le ragioni come detto sono da individuare nei carichi di lavoro insostenibili, nella mancanza di tutele, nella burocrazia abnorme e nel mancato riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, in uno stanziamento per l’indennizzo alle famiglie dei colleghi deceduti per Covid ancora troppo esiguo, mentre a rischio sono visite mediche ed esami che potrebbero saltare.