Medici del territorio nei pronto soccorso, dura la Fimmg: a rischio i Lea (livelli essenziali di assistenza)

Medici del territorio nei pronto soccorso, dura la Fimmg: a rischio i Lea (livelli essenziali di assistenza)

Una coperta troppo corta che non ce la fa a coprire un territorio che da anni vive in perenne emergenza. Se si copre da un lato si scropre dall’altro, ovvero se si garantisce un servizio ospedaliero con personale del territorio, si sguarnisce quest’ultimo, visto che non si parla di nuove assunzioni. E’ il quadro della sanità pugliese che fa il segretario regionale della Fimmg Donato Monopoli, bocciando l’ordinanza con la quale il presidente Emiliano dispone la presenza dei medici di medicina generale, di continuità assistenziale e dei medici in pensione, nei pronto soccorso in affanno.

Peccato che per rispondere ad una situazione critica come quella dei pronto soccorso ospedalieri, carenti di personale medico, si fa leva su una realtà altrettanto in affanno come quella della medicina territoriale che da anni lamenta una carenza gravissima di personale. Lacuna tale, da rischiare di non garantire i livelli essenziali di assistenza. A Taranto per esempio, ci sono postazioni 118 che viaggiano regolarmente con un organico ridotto di oltre il 60%. Così in molte sedi di guardie mediche pugliesi mancano i medici, il risultato é la corsa di auto medicalizzate sulle strade della Puglia con a bordo solo l’infermiere, di postazioni chiuse per mancanza di professionisti, di turnazioni massacranti e costanti rivisitazioni dell’organizzazione operativa, per tentare di garantire gli standard assistenziali previsti, con mezzi di soccorso sempre più spesso sprovvisti di medici.

Una situazione che in piena estate, con l’aumento esponenziale della popolazione dovuta alla presenza dei turisti, con l’aumento dei contagi della variante Delta, preoccupa chi lavora in ospedale e chi è in prima linea negli studi ambulatoriali del territorio. Sino al 31 agosto, salvo proroga dei direttori delle Asl pugliesi, medici di base, guardie mediche e medici in pensione, potranno essere chiamati a dar man forte nei pronto soccorso ospedalieri, per valutare i codici bianchi e verdi che non rappresentano quindi vere emergenze, ma che pure arrivano negli ospedali. E’ quanto disposto da Emilinao con l’ordinanza emanata due giorni fa.

Pensare di risolvere il problema dei pronto soccorso carenti di organico, con il supporto dei colleghi del territorio, é la dimostrazione per il segretario Fimmg Donato Monopoli, di come la Regione non abbia un’effettiva programmazione del sistema sanitario, che invece adotta scelte improvvisate, cosìccé se il personale della medicina territoriale deve supportare i colleghi ospedalieri, potrebbe non riuscire – fa notare il segretario Fimmg – a dare le prestazioni in ambulatorio. A rischio ci sarebbero anche quelle procedure amministrative non mediche come il green pass delle quali pure si deve interessare il personale medico territoriale.

La medicina generale, il 118 e la medicina turistica vivono già un’emergenza per carenze di organico, criticità segnalate da tempo e mai risolte a dire del dottor Monopoli , nonostante le ripetute richieste di potenziamento. I turni della continuità assistenziale (guardia medica) spesso non hanno copertura, tanto che chi è di guardia é costretto frequentemente a prolungare gli orari di lavoro per garantire il servizio, mentre alcune postazioni rimangono scoperte. In molte zone poi mancano le guardie mediche turistiche e altre sedi sempre di continuità assistenziale non hanno medici reperibili. Infine, i medici di famiglia non trovano sostituti né per le ferie né per le malattie. “Ci sono colleghi – sottolinea Monopoli – che non vanno in ferie da due anni.”

Il paradosso é che proprio la medicina del territorio é fondamentale per evitare il sovraffollamento negli ospedali, scongiurare ricoveri impropri, lasciando invece nei reparti e nei pronto soccorso soltanto chi davvero necessita delle cure e dell’assistenza ospedaliera, che non può essere seguito a casa o in ambulatorio. Il mancato potenziamento della medicina del territorio, per anni priva di qualsiasi investimento, secondo Monopoli, ha reso la situazione critica sia negli ambulatori territoriali sia di conseguenza negli ospedali, mandando tutto il sistema in tilt.

Si sono chiuse le Usca – dicono dalla Fimmg – che servono a curare il Covid a casa quando possibile, evitando intasamenti in ospedale, si sono chiusi ospedali secondo il DM (decreto ministeriale) 70, senza prima potenziare i servizi sul territorio. Oggi ci sono poliambulatori, strutture distrettuali dove poter avere assistenza senza ricovero, che sono senza personale sufficiente, che funzionano a singhiozzo e sono sotto utilizzate. Potenziare questi centri invece, signfica per Monopoli rafforzare l’assistenza sul territorio, dare risposte ai cittadini che oggi devono aspettare sino anche ad un anno per un elettrocardiogramma, significa svuotare i pronto soccorso di tutte quelle richieste non emergenziali, senza togliere medici da altri servizi del territorio come vuole l’ordinanza regionale.

Invece per il segretario Fimmg, il governo regionale ha agito in modo arbitrario, senza consultare le parti interessate e senza sopratutto programmare i servizi.

La questione poi della carenza di personale nei distretti, negli studi medici, nelle sedi delle guardie mediche, come nei reparti e nei pronto soccorso degli ospedali, sarebbe tutta da vedere. Da Bari spesso hanno riferito che non si trovano medici da assumere in particolare nei servizi di emergenza e urgenza, ma é altrettanto vero che, come sottolinea il segretario Fimmg, andrebbe forse rivista la modalità di assunzione, dopo quanto tempo si chiamano i candidati che nel intanto trovano altro impiego, quanto vengono pagati, cosa si offre.

Se si propongono contratti a tempo, serve un’attrattiva che é nella remunerazione, diversamente occorre offrire la stabilizzazione con contratti a tempo indeterminato e così forse qualche medico in più si potrebbe trovare. Infine andrebbero aggiornate le situazioni come quella del pronto soccorso di Lecce, per il quale la Regione Puglia ha bloccato il concorso di assunzione medici, perché il personale risultava più che sufficiente nonostante i numerosi pensionamenti. In realtà gli uffici non avevano mai aggiornato la pianta organica che oggi conta 15 medici in meno

Roberta Grima
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