Torna a far parlare la questione ristorazione ospedaliera. La Regione sta provvedendo a centralizzare il servizio in Puglia, con un’unica gara di appalto in modo da omologare le Asl pugliesi nella distribuzione dei pasti. Da tempo l’opposizione, in particolare il consigliere di sinistra italiana/liberi uguali Cosimo Borraccino, si è detta contraria a questa scelta che prevederebbe delle derrate impostate sul metodo “cook and chill”, ovvero il sistema di cottura refrigerata che – secondo Borraccino – comporterebbe un conseguente abbassamento della qualità dei pasti. Sulla stessa linea nache il consigliere pentastellato Mario Conca.
Il governo però va avanti sulla scelta di centralizzare la ristorazione negli ospedali, assicurando un’ottimizzazione della stessa, ma il timore é che la centralizzazione possa causare licenziamenti tra i lavoratori delle mense pugliesi, per effetto di una riduzione dei centri cottura.
Ecco perché il consigliere di sinistra italiana/liberi uguali, Borraccino, insiste a chiedere al governo di Emiliano, di impiegare tutti e 22 centri cottura, visto anche la recente ristrutturazione di alcuni di essi, ma al tempo stesso sollecita il presidente della Regione, affinché siano messi a norma la maggior parte degli altri centri cottura, ancora privi di agibilità e certificazione antincendio. Borraccino insiste a chiedere che quest’ultimo aspetto, ossia mettere in sicurezza i centri cottura esistenti per poi utilizzarli, venga inserito nella stesura del capitolato di gara. Una tutela in più per i lavoratori.
A Lecce infatti le opere di ristrutturazione della mensa dell’ospedale “Vito Fazzi”, alimenta la paura tra i dipendenti, di perdere il posto di lavoro. Erio Congedo, esponente regionale di Fratelli di Italia, scende in difesa dei 21 addetti che rischierebbero di rimanere fermi, per le opere di sistemazione del solaio della mensa ceh richiedono circa 14 mesi di tempo, con il rischio che il personale resti escluso dalla catena della produttività. Congedo chiede quindi che i lavoratori siano impiegati negli altri centri cottura dell’Asl leccese, come aveva proposto alla Regione la stessa azienda sanitaria, in accordo con le organizzazioni sindacali, per cui degli 81 addetti 50, rimarrebbero al Fazzi, per la fase di distribuzione dei pasti, 10 andranno a rinforzare il Centro cottura di Gallipoli, mentre per i restanti 21 si prevede di trovare un’opportuna collocazione attraverso
una specifica contrattazione con i sindacati.
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