Cinquantasei infermieri, quindici operatori socio sanitari. “Con questi numeri – scrive Floriano Polimeno, segretario provinciale della CGIL – bisogna far fronte ai 75/80 posti letto di medicina generale, ubicati al 4° e 5° piano dell’ospedale “Vito Fazzi”. A complicare il lavoro per il personale, l’assistenza da garantire a 12/13 pazienti, extra locati nei reparti di Otorino, Chirurgia Plastica, Ortopedia, Urologia.”
Il reparto di medicina con infermieri fuori dal reparto per accompagnare i pazienti
“Con l’attuale organico – sottolinea il sindacalista – si deve garantire giornalmente: numerosi trasporti secondari quotidiani, presso altre strutture ospedaliere, per esami di diagnostica, broncoscopie, consulenze specialistiche varie. Quest’ultima attività porta a far assentare infermieri anche per diverse ore, dal reparto di medicina. Così come gli esami di tac o risonanza, che a volte richiedono la presenza fissa dell’infermiere, che deve stazionare per infusione di eventuale mezzo di contrasto.
Infermieri e oss, devono inoltre accompagnare i pazienti per esami/consulenze interne alla struttura. Infine serve assicurare l’attività di ambulatori di reparto e controlli post ricovero.
Niente ferie e permessi
Tutta questa situazione preoccupa i sindacalisti della CGIL Floriano Polimeno e Rosario Gaetani. I due temono che tale sistema, possa prima o poi precipitare, sopratutto in questo periodo di ferie, con l’aumento della domanda (per la presenza di turisti) e la riduzione del personale, già di per sè insufficiente. Le conseguenze potrebbero essere disagi per i pazienti, ma anche difficoltà per medici, infermieri, oss, che lavorano male, senza poter godere delle ferie maturate, dei permessi per seguire i corsi ECM obbligatori per legge, ma con il rischio di aggressioni da parte di utenti malcontenti. Il timore é sopratutto quello di dover gestire le urgenze in perenne affanno, sapendo di dover assicurare al paziente la sicurezza necessaria.
All’appello mancano cinque infermieri in medicina
Per queste ragioni la CGIL chiede alla direzione dell’azienda sanitaria, il potenziamento dell’organico con almeno 5 unità infermieristiche e almeno 9 OSS, per garantire una dotazione adeguata a coprire i turni in regime di h24. Non solo, ma la segretaria sindacale, sollecita anche l’intervento dello Spesal,(servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) della stessa asl, per valutare il grado di rischio clinico e il livello di stress lavorativo esistente nella Medicina Generale del “Vito Fazzi”.
Si va avanti per iniziativa dei singoli
“Sin’ora – chiarisce Floriano Polimeno – il servizio assistenziale, medico e infermieristico – é stato garantito grazie all’abnegazione del personale, alla volontà dei singoli, ma ora – aggiunge il segretario della CGIL – la situazione è insostenibile e andare oltre, significa mettere a rischio tutto il sistema, compresa la salute dei lavoratori.”
DRG alti, a dimostrazione dei casi complessi seguiti
A dimostrazione della mole di lavoro e della complessità dei casi seguiti nel reparto, ci sono i dati di produttività pubblicati dalla Regione Puglia, che indicano un peso medio di DRG (Diagnosis Related Groups – parametro su cui si basa la remunerazione degli ospedali) alto, a testimonianza della elevata complessità dei casi trattati, a fronte di risorse umane e strumentali scarsissime.
Una criticità che si ripete da anni un pò ovunque
Stessa cosa si ripete in molti reparti dell’ospedale leccese. Nelle malattie infettive per esempio, la direzione non é in condizioni di firmare le ferie estive agli infermieri, per carenza di personale. “Attualmente – fa sapere il segretario provinciale della CGIL – la dotazione organica del reparto, é composta da 10 infermieri di ruolo in grado di coprire i turni, un’OTA (operatore tecnico assistenziale) e 2 OSS (operatore socio sanitario). Con questo assetto – continua il sindacalista – non si riesce a dare i servizi ai pazienti che spesso si lamentano, per i tempi lunghi prima di vedere letti cambiati, pulizia degli ambienti, seppure vengano garantiti.
Si lavora male. Possibile denuncia alle autorità del lavoro
Fatto più grave, è che sta accadendo la mancata concessione delle ferie estive al personale di comparto.
Tali episodi, sono frequenti e ripetuti e solo per lo spirito di sacrificio del personale che non vengono
evidenziati, ma oramai la situazione è insostenibile e divenuta inaccettabile tanto che la CGIL – conclude éolimeno – sta valutando la possibilità di denunciare quanto accade nelle sedi competenti (Inail, SPESAL, Ispettorato
del lavoro).
Urgente un incontro con l’asl
Sulla scorta di quanto evidenziato, Polimeno chiede all’asl, di disporre l’adeguamento, urgente, della dotazione
organica dell’unità operativa di malattie Infettive, con l’urgente assegnazione di personale, oltre ad un incontro urgente per discutere tali problematiche.
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