Oss come ausiliari, ora la riqualificazione, c’é anche un concorso fatto

Oss come ausiliari, ora la riqualificazione, c’é anche un concorso fatto

Hanno festeggiato il collega che ieri ha compiuto 60 anni, non é stata però la festa che avrebbero voluto, ovvero con la riqualificazione professionale che attendono un pò tutti chi dal 2015, chi addirittura dal 2010.
Così il collega più anziano, rischia di andare in pensione senza aver mai firmato il contratto che gli spetta di diritto.

Assistono la persona, ma da contratto non possono farlo
Si tratta di circa 120 persone che lavorano per lo più nei reparti dei vari ospedali dell’asl salentina e che si prendono cura del paziente, pur non potendolo fare per contratto. Sono loro che lavano la persona ricoverata, che la aiutano a mangiare o la accompagnano per sottoporsi a qualche esame, sono loro che in qualche modo cercano di restituire un pò di quella dignità, che la malattia toglie alla persona ammalata.

Uomini e donne che in realtà dovrebbero per contratto, dedicarsi alla pulizia degli ambienti, al trasporto di materiale sanitario e niente di più. Sulla carta infatti sono ausiliari, ma di fatto svolgono funzioni da operatori socio sanitari, lo fanno da anni, qualcuno anche da un decennio. Un esempio di come la sanità per funzionare cammina sulle gambe o meglio sulla buona volontà degli uomini. Questi lavoratori si rendono conto delle necessità nei reparti e bando alle regole contrattuali, svolgono il lavoro che serve senza badare a ciò che é o non è di competenza. Il punto però che trattandosi di persone ammalate ci sono dei rischi anche penali per chi si prende cura dei degenti senza alcuna copertura contrattuale.

“Nonostante i 120 lavoratori abbiano i titoli da oss, svolgono mansioni da operatori socio sanitari perché evidentemente l’attività serve nei reparti, l’azienda sanitaria – dice Floriano Polimeno, segretario provinciale della CGIL – non li riqualifica come dovrebbe, riconoscendo uno stipendio più basso come é quello da ausiliario.” Delle due l’una: o questa gente lavora da oss e l’asl adegua loro il contratto, oppure si lascia lo stipendio che hanno, ma senza chiedere mansioni che li espone anche a dei rischi. Oramai sarebbe sciocco lasciare la situazione invariata, perché dopo promesse e selezioni fatte, difficile tornare indietro

Corsi di formazione dietro promesse inevase
Nel 2010 infatti, i più anziani hanno seguito un corso indetto dalla Regione perché – avevano detto a Bari – così sarebbe stato più semplice per l’azienda sanitaria inquadrarli correttamente. Nulla di fatto, la gente lavora sempre in condizioni ambigue. Qualche sindacalista come Dario Cagnazzo, sollecitava a che la situazione si regolarizzasse, anche alla luce della normativa europea che stabilisce per la pubblica amministrazione, di stilare i contratti in base alle mansioni effettivamente svolte dai dipendenti. Un nulla di fatto, nel 2015 arriva un secondo corso per riqualificare i lavoratori, tutti si adeguano con la speranza di raggiungere l’obiettivo, senza escludere sacrifici che li portava, finito il turno, a seguire la formazione anche a parecchi chilometri di distanza. Neanche questa seconda opportunità è andata a buon fine.

Il personale c’è, ma se ne assume altro ex novo
Negli ospedali si lavora male, il malcontento aumenta, gli anni passano e l’asl assume personale oss attingendo da una graduatoria del 2017, stilata in base ad una selezione per titoli e con contratti a tempo determinato. Ma come – si chiedono i 120 lavoratori – invece di riqualificare noi che abbiamo i titoli, esperienza di anni, l’asl assume nuove leve, giovani inesperti, che pure hanno diritto ma i nostri sacrifici ? Le promesse fatte a Bari?” si chiedono.

Floriano Polimeno CGIL

Assunto come ausiliario, precario come oss
I dipendenti – ricorda Polimeno – si adeguano ancora una volta e si mettono in aspettativa dal contratto di ausiliario che é a tempo indeterminato, per partecipare alla selezione che li pone in graduatoria (quella appunta del 2017) e lavorare così da oss con un centinaio di euro in più, perchè di questo si tratta, ma con contratto a tempo.

Ennesima prova ed ennesima promessa
Non finisce qui perché l’ultimo paradosso é che questa gente si è vista costretta dall’asl a partecipare al concorsone per oss espletato a Foggia. Ancora una volta é stato detto di partecipare alla selezione pubbblica perchè senz’altro sarebbero stati riqualificati. “Hanno superato anche questa selezione – aggiunge Polimeno, cosa devono fare di più?” – Ora più che mai hanno il diritto ad essere assunti senza se e senza ma.

“I tempi sono più che maturi – dice Floriano Polimeno – che sollecita l’azienda sanitaria alla riqualificazione di questa gente “che ha aspettato abbastanza.”

Roberta Grima
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