Stato di agitazione degli oltre 150 lavoratori del “La Nostra Famiglia”, l’associazione che si occupa di riabilitazione per i minori con difficoltà e patologie. Quest’oggi i dipendenti delle tre sedi pugliesi: Lecce, Brindisi e Ostuni, riuniti in assemblea, hanno dato mandato ai rappresentanti sindacali Floriano Polimeno della provinciali della CGIL e Fabio Orsini della CISL, di indere lo stato di agitazione contro la scelta dell’azienda, di modificare il contratto che passa da quello AIOP della santà privata, a quello relativo alle strutture e istituti riabilitativi.
Uno scippo per chi attendeva il rinnovo contrattuale
Una scelta che sarebbe arrivata da un giorno all’altro, a dire dei rappresentanti sindacali e che non è piaciuta ai dipendenti che non potranno così vedere il rinnovo contrattuale AIOP, che dovrebbe arrivare dopo 13 anni dall’ultima sottoscrizione. Proprio perché “La Nostra Famiglia” dal primo febbraio scorso, ha modificato i contratti applicando un rapporto di lavoro di un differente settore, rispetto al precedente, i lavoratori vedono questa azione come un vero e proprio scippo nei loro confronti, che dopo aver atteso più di un decennio, vedono sfumare il sogno di un rinnovo contrattuale con relativi aumenti e adeguamenti di stipendio. uno scippo che coinvolge migliaia di famiglie, visto che “La Nostra Famiglia” ha sedi in sei regioni, tre solo in Puglia: Lecce, Brindisi e Ostuni con oltre 150 dipendenti.
Due ore in più a retribuzione invariata
“Si tratta – ha ribadito Fabio Orsini, segretaio provinciale della CISL – di avere un tabellare più basso, di passare da 36 a 38 ore settimanali di lavoro, con retribuzione invariata, quindi senza riconoscere le due ore in più da retribuire. Una decisione quella partita da Como, sede centrale dell’associazione, che lascia perplessi lavoratori e sigle sindacali, visto che proprio in queste settimane é in fase di discussione l’aggiornamento delle rette delle strutture sanitarie private, in conferenza Stato – Regioni.
Un disavanzo di 5 milioni
Invece di aspettare come si chiuderà la partita delle rette, che potrebbe avere un lieto fine per i centri privati, con un aumento delle rette pagate dal in parte dell’utenza e parte dalla Regione, il che consentirebbe di mantenere lo “status quo”, l’associazione senza attendere, compie dei passi indietro, sostenendo un disavanzo di 5 milioni di euro che costringerebbe a ridurre gli stipendi e modificare i contratti.
I confederali si sono già mossi a livello nazionale, chiedendo intanto i bilanci del “La Nostra Famiglia”, proprio per verificare effettivamente la perdita dei 5 milioni che avrebbe messo in ginocchio l’associazione, visto che a loro non risulta una criticità simile dell’ultimo bilancio.
Il 19 intanto, si terrà l’incontro nazionale tra l’azienda e i segretari nazionali confederali, CISL, CGIL e UIL, per ragionare su una soluzione possibile. I venti che soffiano sembrano favorevoli verso i lavoratori, ma qualora non dovesse essere così, i dipendenti sono pronti allo sciopero, il che significherebbe che molti ragazzi che trovano nelle strutture del “La Nostra Famiglia” servizi riabilitativi indispensabili, rischiano di rimanere a casa.
Nel frattempo i legali delle sigle sindacali a livello nazionale, stanno valutando la leggittimità del “La Nostra Famiglia”, di modificare i contratti in senso peggiorativo.
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