L’Asl leccese assume oltre trecento infermieri precari, applicando le procedure di stabilizzazione dettate dalle leggi di stabilità. Sono gli infermieri stabilizzati con l’articolo 20 del decreto legislativo 75 del 2017, che stabilisce tra i requisiti per avere diritto all’assunzione, i tre anni di servizio maturati al 31/12/2017, negli ultimi otto anni. Si tratta di 284 lavoratori già in servizio presso l’Asl, come i 33 colleghi precari e anche loro stabilizzati con il decreto Madia che oltre i tre anni di servizio, prevede anche il superamento di una prova selettiva. Con il concorsone espletato a Bari per 199 posti di infermiere, i lavoratori precari già in servizio nell’Asl salentina, hanno quindi ottenuto il diritto ad essere assunti definitivamente.
In questo caso sono 33 persone che avendo maturato già al 30 ottobre del 2013 i 36 mesi di attività, avendo superato il concorso di Bari, hanno avuto la stabilizzazione a partire già da questo mese, come deliberato dall’Asl salentina l’otto Febbraio.
A Novembre scorso l’azienda sanitaria di Lecce, aveva aderito al bando di Bari come azienda che, avendo necessità di personale infermieristico, avrebbe potuto arruolare personale attingendo dalla graduatoria della selezione, l’Asl di Lecce ha così chiesto di riservare il 10% dei posti dei quali ha fatto richiesta, da destinare proprio ai lavoratori già in attività seppure con contratti a tempo.
Il prossimo passo adesso, é per i colleghi con contratti in scadenza il 31 marzo prossimo. L’Asl sta facendo di tutto per pubblicare la delibera che consenta di lavorare definitivamente nell’azienda sanitaria di Lecce per mobilità. Si tratta di infermieri inseriti nella graduatoria del concorso di Bari che hanno potuto scegliere se lavorare nell’Asl barese o invece in quella salentina dove attualmente lavorano con contratti a tempo sino al 31 marzo, altri invece lavorano in strutture private.
In attesa che l’azienda sanitaria emani la delibera, questo personale resta seppure precariamente in servizio, sapendo però di avere un posto definitivo a Lecce.
“Quello che sta succedendo però – sottolinea Floriano Polimeno segretario provinciale della CISL – é la crescita di una forte conflittualità da parte degli infermieri collocati nei primi 900 posti in graduatoria che sonos tati chiamati dall’Asl di Bari per essere assunti, senza possibilità di scelta, pena la perdita del posto di lavoro. Una volta colmata la carenza di organico da parte dell’ azienda sanitaria barese, si è potuta dare la possibilità agli altri di poter scegliere se lavorare a Bari o a Lecce.” Cosicché c’é gente di Lecce, costretta di fatto a Lavorare a Bari, altrimenti rischia di perdere il posto di lavoro e colleghi sempre leccesi che invece hanno avuto la possibilità di ottenere il trasferimento per stare vicino la famiglia, quindi rifiutando Bari per Lecce.
Bari dovrà quindi trasmettere l’elenco delle persone che hanno preferito Lecce, dopodicchè l’Asl salentina si aggancerà a quell’elenco e convocherà gli infermieri in questione. Si presume che proprio perché molti di loro che hanno rifiutato l’assunzione a Bari, stiano già lavorando a Lecce con contratti precari in scadenza il 31 Marzo, l’Asl emani la delibera entra questa data di scadenza, per poi adottarla successivamente quando tutti gli interessati firmeranno.
La situazione però è in divenire, i direttori delle Asl pugliesi sono stati convocati per la prossima settimana dal dipartimento della salute regionale, proprio per riaggiornare l’organico e il reale fabbisogno, alla luce della quota 100 voluta dal Governo. Solo nel mio sindacato – dice Polimeno – si registrano già 300 persone e tra queste anche infermieri, che hanno già prodotto istanza per andare in pensione a partire dal 1 agosto in poi, addirittura la domanda scadeva venerdì della settimana scorsa. E’ tutto un mondo in evoluzione adesso che dovrà fare i conti – dichiara Antonio Tarantino segretario provinciale della UIL – con i circa 150 altri infermieri che mancherebbero ancora nel Salento e che l’Asl dovrà attingere dalla graduatoria di Bari, salvo eventuali carenze in più alla luce dei nuovi pensionamenti.”